Giugno 2020



Ogni giorno il nostro sistema produttivo rifiuta una quantità enorme di cibo solo perché non è omogeneo nella forma e nella dimensione. Cibo meno ‘bello’ insomma ma buono lo stesso, che non incontra un ideale di ‘perfezione’ o di ‘standard’, che viene sprecato o non utilizzato a fini alimentari. In Italia si calcolano 36 chili di cibo a testa perduti ogni anno lungo tutta la catena di produzione, distribuzione e consumo, che ci costano complessivamente circa l’1% del Pil nazionale, con una stima che oscilla tra i 12 e il 16 miliardi di euro.

In Italia e nel resto d’Europa il 21% dello spreco di frutta e verdura, secondo i dati Fao, avviene direttamente nei campi. Alimenti che vengono scartati, lasciati sui terreni o utilizzati per fare compost, spesso a causa di imperfezioni, di mancata adesione agli standard che l’industria alimentare ha imposto in un primo momento ma che è poi diventata una condizione essenziale per l’accettazione da parte dei consumatori.

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Incentivi auto, arriva la proposta: fino a 4mila euro di incentivi per l’acquisto di un Euro 6 con rottamazione di un’auto con più di 10 anni. Legambiente: “Una scelta sbagliata dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Se nel resto d’Europa si guarda al futuro puntando davvero sull’elettrico, l’Italia guarda al passato incentivando auto a diesel e benzina”

Tra gli emendamenti di modifica al Dl rilancio, spunta quello a firma Pd e Leu che prevede incentivi fino a 4mila euro nel 2020 per l’acquisto di vetture Euro6, con emissioni di CO2 superiori a 61 grammi al chilometro, a fronte della rottamazione di un veicolo con almeno 10 anni di vita. Senza rottamazione lo sconto è di 2 mila euro e nel 2021 i bonus sono dimezzati. Per Legambiente si tratta di una proposta che non va nella giusta direzione.

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Non serve oltrepassare i confini, quando i luoghi più famosi del mondo si trovano in Italia

 

L'Italia, oltre a essere stata colpita pesantemente dalla pandemia, si trova oggi a dover affrontare un altro duro colpo, l'accesso bloccato da parte di alcune nazioni ai turisti italiani. Uno stop che potrebbe stimolare i connazionali a rimanere nel proprio paese, contribuendo a un duplice beneficio: il sollevamento economico e la rivalutazione del paese più bello del mondo, l'Italia, una nazione dove c'è tutto, ma davvero tutto, perfino i luoghi più famosi del mondo.

Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu, fondatori del portale luoghimisteriosi.it, hanno lanciato un'idea che, così come stanno facendo in molti, potrebbe in parte risollevare l'Italia: la proposta di un giro del mondo a km0. Un modo divertente e spensierato e allo stesso tempo approfondito e ben documentato, di visitare luoghi italiani copia, riflesso o, a volte, addirittura ispirazione di celebri località del mondo.
Ed ecco che in Italia è possibile trovare Betlemme, il mostro di Lochness, il Triangolo delle Bermuda, i luoghi di Re Artù, la tomba di Dracula, il Grand Canyon, una ziqqurat, le piramidi, Stonehenge, il Farwest, Barcellona, la Grande Muraglia, l'esercito di terracotta cinese, la Statua della Libertà, il Cristo Redentore e perfino un Mohai.
Un giro del mondo unico, divertente e insolito, in risposta a chi ci vieta ad andare oltre confine.

Ognuno di noi sta facendo la propria parte, siamo tante gocce in un oceano di difficoltà, ma è proprio questa la forza intramontabile degli italiani, la creatività, le idee e la passione.

 

Info alla pagina http://www.luoghimisteriosi.it/libri-ilgirodelmondoakm0.html

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Lunedì, 08 Giugno 2020 10:06

Un "Blue Recovery Plan" per il Mediterraneo

 


E in Italia prende il via GenerAzioneMare, la campagna estiva del WWF animata da una grande community che difende specie, habitat, lotta contro l’inquinamento da plastica e sostiene la pesca sostenibile

In un Mediterraneo devastato dalla pandemia COVID-19 e che si avvia faticosamente ad una stagione turistica poco promettente, il WWF lancia un appello ai 22 paesi e territori costieri in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani: la proposta è quella di lavorare insieme su un “BLUE RECOVERY PLAN” (Un Piano per la Ripresa) per la regione. Quelle del mare sono le risorse naturali e socio economiche condivise più importanti su cui i governi dovrebbero concentrarsi per garantire un futuro di prosperità e stabilità ai propri cittadini. Il WWF ha stimato [2] che l'economia legata agli oceani nel Mediterraneo può generare un valore annuo di circa 400 milioni di euro, l'equivalente di oltre la metà del Fondo per la Ripresa proposto dall'UE [3]. Ma questa ‘economia blu’ può mettersi in moto solo se un'efficace protezione del mare e uno sviluppo economico sostenibile diventano la norma.

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Lo scenario proposto da due scienziati dell’Università di Pisa in uno studio pubblicato sulla Physical Review D, una delle più importanti riviste al mondo nel settore della fisica teorica delle alte energie


Si chiama "Naturalezza Precaria” ed è il rivoluzionario scenario teorizzato da due scienziati dell’Università di Pisa per rifondare la fisica moderna al di là del Modello Standard e dare così spiegazioni a fenomeni come l’asimmetria fra materia e antimateria. Gli autori dello studio pubblicato sulla Physical Review D, una delle più importanti riviste al mondo nel settore della fisica teorica delle alte energie, sono Alessandro Strumia e Daniele Teresi. L’ipotesi dei due scienziati è che l'Universo possa essere in uno stato precario, come la cima di una montagna, un modello che presuppone l’esistenza di nuove particelle ad una scala di energie più alta, ma non molto più alta, di quella attualmente esplorata. Secondo i due fisici, nell’Universo soltanto le regioni coi valori “giusti” dei parametri osservati vivrebbero più a lungo, mentre tutte le altre scivolerebbero rapidamente giù dalla “montagna” collassando in poco tempo.


“Spesso la fisica delle alte energie viene considerata essa stessa in uno stato precario – spiegano i due autori - dato che non si è scoperta nuova fisica nonostante gli sforzi significativi intrapresi in questi anni, contrariamente alle aspettative. Lo scenario di "Naturalezza Precaria", se effettivamente realizzato in natura, garantirebbe invece nuove scoperte future, al prezzo di rendere l'Universo stesso precario”.

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In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, Greenpeace lancia il rapporto “Foreste al macello II”, che svela il legame nascosto tra deforestazione e produzione di carne, denunciando quanto accade nell’Amazzonia brasiliana.

Il rapporto di Greenpeace esamina le attività dell’azienda agricola Paredão – insediatasi all’interno del parco statale Ricardo Franco, nel Mato Grosso, quando era già stata istituita l’area protetta – accusata di spostare i capi allevati fuori dal parco prima di venderli, in modo da nascondere il legame con le aree deforestate illegalmente.

“La catena di approvvigionamento che porta la carne brasiliana sul mercato europeo è contaminata da attività illegali: sulle nostre tavole arrivano prodotti responsabili della distruzione di ecosistemi di grande importanza per la salute del Pianeta” afferma Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia. “Sfortunatamente, ciò che accade nel parco Ricardo Franco non è un caso isolato: situazioni simili sono comuni in molte aree dell’Amazzonia brasiliana. Impossibile al momento per chi acquista capi o carne da questa terra garantire una filiera priva di deforestazione e accaparramento delle terre”.

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Antibiotic resistance surveillance in the Philippines has moved into the genomic era, enabling better tracking of dangerous bacteria. Researchers at the Centre for Genomic Pathogen Surveillance (CGPS housed at the Wellcome Sanger Institute and The Big Data Institute (BDI), University of Oxford), and the Philippine Research Institute for Tropical Medicine (RITM), set up local DNA sequencing and analysis of drug resistant bacteria in the Philippines. This genomic capacity has enhanced ongoing national infection control including tracking the spread of resistance to last-line antibiotics and identifying drug resistant infections in a hospital baby unit, helping control the outbreak.

Reported in Nature Communications this week, this study shows the power of local genomic sequencing within national surveillance networks in low- and middle-income countries, and could be extended to other locations to tackle the global challenge of antimicrobial resistance.

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In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani 2020,
OGS presenta i risultati di un’indagine nazionale
sulle conoscenze e le valutazioni dell’opinione pubblica,
realizzata insieme a SWG


Quali sono le conoscenze e le valutazioni degli italiani sul mare e la tutela dell’ambiente? Quanto l’opinione pubblica conosce questi temi e la ricerca che in Italia viene sviluppata su di essi? C’è consapevolezza su programmi e progetti Europei in merito? Come si coniuga la salvaguardia del mare, delle acque e dell’ambiente in generale con lo sviluppo economico e con l’emergenza Covid-19?

Queste sono alcune delle domande al centro dell’indagine nazionale “GLI ITALIANI E LA TUTELA DEL MARE E DELL’AMBIENTE” promossa dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – OGS e realizzata da SWG su un campione rappresentativo di cittadini di tutt’Italia, che sarà presentata in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani 2020:

lunedì 8 giugno, alle ore 12 a Trieste nella sala Multimediale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (ingresso da via dell’Orologio)

da: Alessia Rosolen, Assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; Paola Del Negro, Direttore Generale dell’OGS; Maria Cristina Pedicchio, membro del CDA di OGS e Presidente di Marevivo FVG, e da Maurizio Pessato, Vicepresidente di SWG.

La Giornata Mondiale degli Oceani, indetta dalle Nazioni Unite, si celebra ogni anno l’8 giugno, in ricorrenza dell’anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro. L’appuntamento vede svolgersi eventi in tutto il mondo per far riflettere sui benefici che gli oceani sono in grado di fornire all’uomo e per sensibilizzare gli individui e la collettività sull’importanza di interagire con gli oceani in modo sostenibile, affinché siano soddisfatte le attuali esigenze, senza compromettere quelle delle generazioni future. Il tema dell’edizione 2020 è l’“Innovazione per un oceano sostenibile” ed è stato scelto per fare da apripista al decennio 2021-2030 che le Nazioni Unite dedicheranno alla “Scienza oceanica per lo sviluppo sostenibile”.

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More and more photovoltaic systems are equipped with batteries that store power produced during sunshine for later use. Such solar power storage systems enable operators to use a maximum fraction of the solar power produced for own purposes. The more efficient the storage system is, the higher is the economic profit. The “Testbench” project enhances the quality of efficiency measurements for better comparison of battery systems by planners and operators. The collaboration project funded by the Federal Ministry for Economic Affairs and Energy (BMWi) is carried out by Fraunhofer IEE, Karlsruhe Institute of Technology (KIT), VDE/DKE, and TÜV Rheinland. Associated partners are AIT, BSW, and BVES.

Photovoltaics directly converts sunlight into electrical energy and, thus, contributes to sustainable power supply. For operators of photovoltaic systems, it is worthwhile using a maximum fraction of the solar power produced for own purposes. This is achieved by applying batteries that store the power generated during sunshine until later use at times at which the photovoltaic power production is zero.

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The increase in antibiotic resistance and the lack of new antibiotics is currently a major global health problem. Reducing the use of antibiotics appears to be one of the only solutions to preserve their effectiveness and limit the emergence of resistance. Relatively long courses of treatment remain standard, however, although they seem to be based on medical tradition rather than on sound scientific evidence. For example, in the case of bacteraemia, a common but potentially dangerous bloodstream infection, it is common practice to automatically prescribe a 14-day course of antibacterial treatment.

Physicians from the University of Geneva (UNIGE), the University Hospitals of Geneva (HUG), the University of Lausanne (UNIL), the Centre Hospitalier Universitaire Vaudois (CHUV) and the Cantonal Hospital St. Gallen, in Switzerland, wanted to test, in a multicentre study including more than 500 patients, whether a shorter treatment, which therefore would be less likely to select for resistance, was possible. Their results, published in the journal JAMA, show that a treatment duration reduced by half is equally effective. In addition, the scientists demonstrate that tailoring the antibiotic regimen to each patient’s individual characteristics and disease patterns would allow the drug dose to be reduced even further without loss of therapeutic benefit. This work leads to new recommendations aimed at promoting the rational use of antibiotics, which remain our best weapons against bacteria responsible for many diseases.

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