Giugno 2022

 

Pubblicati sulla rivista “Nutrients” i risultati di uno studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, nell’ambito delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health* (IIPH), in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.
In uno studio, condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, è stato esaminato, per la prima volta, l’effetto del consumo di pesce in scatola separatamente da quello di pesce fresco sul rischio di tumore al colon-retto. Lo studio è stato condotto nell’ambito delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza una riduzione del 34% circa del rischio di insorgenza di questo tipo di tumore nei soggetti che consumavano almeno due porzioni alla settimana di pesce in scatola sott’olio (pari a 80 grammi ciascuna).

Pubblicato in Medicina


I risultati di uno studio italiano, pubblicato su Cellular and Molecular Life Sciences e coordinato dal Dipartimento di Medicina Sperimentale della Sapienza, mostrano come alcune sostanze già conosciute per le loro proprietà inducano variazioni biochimiche e epigenetiche che potrebbero essere coinvolte nella fisiopatologia di questa malattia e utilizzate come bersaglio terapeutico
La fibrosi cistica è una malattia genetica rara causata da numerose mutazioni del gene CFTR, che codifica per una proteina di membrana con funzione di canale per il cloro, detta regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica, o proteina CFTR.

Un nuovo studio interamente italiano, pubblicato sulla rivista Cellular and Molecular Life Sciences, ha rivelato una possibile terapia alternativa per la fibrosi cistica che coinvolge due farmaci già in uso clinico per altre patologie, un inibitore proteico (camostat), un coenzima (S-adenosil metionina) e una sostanza alimentare, l’estratto di curcuma. Queste sostanze sono in grado di indurre variazioni biochimiche e epigenetiche – cambiamenti ereditabili nell’espressione genica che non alterano la sequenza del DNA – nel canale epiteliale del sodio (ENaC), che interagisce con la proteina CFTR nel determinare la fisiopatologia della fibrosi cistica.

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For the first time, researchers have created simulations that directly recreate the full life cycle of some of the largest collections of galaxies observed in the distant universe 11 billion years ago, reports a new study in Nature Astronomy.

Cosmological simulations are crucial to studying how the universe became the shape it is today, but many do not typically match what astronomers observe through telescopes. Most are designed to match the real universe only in a statistical sense. Constrained cosmological simulations, on the other hand, are designed to directly reproduce the structures we actually observe in the universe. However, most existing simulations of this kind have been applied to our local universe, meaning close to Earth, but never for observations of the distant universe.

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Lunedì, 06 Giugno 2022 09:53

Il long-Covid negli adolescenti

 

Uno studio del Cnr-Ibbc indica, nei giovani che si sono ammalati, nuovi e precoci biomarcatori, potenzialmente predittivi della sindrome post Covid. La ricerca, pubblicata su Diagnostics, apre nuovi campi di indagine nell’ambito degli effetti biologici e psicologici a lungo termine

 

In una percentuale di guariti dal Covid-19 permane una condizione di malessere definita long-Covid, caratterizzata da astenia, affaticamento, respirazione difficoltosa e da sintomi cognitivi, come perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, ansia e depressione, indicati spesso come ‘brain fog’ e alla base del quadro clinico definito come NeuroCovid. Un recente studio pilota, coordinato da Marco Fiore e Carla Petrella dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Ibbc), ha portato all’individuazione di biomarcatori precoci del long-Covid-19 negli adolescenti. La ricerca è stata condotta presso il Policlinico Umberto I dell’Università Sapienza di Roma, in collaborazione con Raffaella Nenna, Fabio Midulla, Luigi Tarani del Dipartimento materno infantile e scienze urologiche e Antonio Minni, Dipartimento organi di senso. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Diagnostics.

Pubblicato in Medicina

 

Uno studio internazionale, che si è avvalso del contributo di un chimico farmaceutico attualmente afferente all’Università Statale di Milano, mira a sviluppare una nuova generazione di impianti cocleari attivabili con la luce, superando gli attuali limiti degli impianti elettrici, che non consentono di apprezzare la musica o risentono di rumori di fondo.
Per la prima volta è stata sviluppata una strategia fotofarmacologica per attivare i neuroni uditivi: lo studio, condotto in vitro e in vivo, apre la strada a nuove sperimentazioni. Attualmente, circa 1 milione di persone in tutto il mondo utilizzano un impianto cocleare, ovvero un dispositivo impiantato chirurgicamente con lo scopo di ripristinare la percezione del suono in soggetti affetti da perdita dell'udito profonda o da sordità. I microfoni all'esterno del dispositivo convertono il suono in segnali elettrici che poi stimolano direttamente il nervo uditivo nella coclea, la struttura dell'orecchio interno che trasforma i suoni in messaggi nervosi e li invia al cervello, che a sua volta ne codifica la percezione. Sebbene gli impianti cocleari abbiano avuto grande successo nel permettere un recupero della comprensione del parlato in situazioni di silenzio, la loro risoluzione spettrale, ovvero la loro capacità di distinguere onde sonore con frequenze diverse, è limitata, e non consente di apprezzare la musica o di seguire conversazioni in presenza di rumore.

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Sapienza nel team di ricerca che ha condotto lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Machine Intelligence, che migliorerà l’interazione fisica in sicurezza delle macchine con ambiente e persone
Sapienza è nel team di ricerca che ha condotto uno studio sul funzionamento di una innovativa pelle artificiale sensorizzata sui robot collaborativi che emula una famiglia di corpuscoli della pelle umana. La ricerca, che coinvolge Eduardo Palermo del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza ed è coordinata dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, le Università Campus Bio-Medico di Roma e Ca’ Foscari Venezia, e con il centro di competenza ARTES 4.0, è pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Nature Machine Intelligence.

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Photo: Charlee Tolin

 


Leopard geckos are a very popular pet and companion in the reptile hobby. They are widely known as one of the best starter geckos, their care easy and diet even easier. There are many reputable stores to buy these lizards from, whether in person or online. Because of their popularity, there are many interesting morphs of these animals, some of them pricing up to $1000 due to the rarity of the breed. They are a desert lizard, living in the highlands and rocky outcrops of Asia. These geckos are of course in the order Squamata, but they are assigned to the family Eublepharidae. Unlike the majority of geckos, they have movable eyelids, and they can not climb up smooth surfaces due to their lack of toe pads. Obviously they should never be collected in their environment but should only be purchased from legal farms.

THE DIET OF E. MACULARIUS
Leopard geckos are insectivores, their diet needing a healthy balance of proteins and calcium. Their food necessities are easy to find, as well as easy to breed. You can buy and find these bugs
at any pet store. Mealworms are a staple of their diet, a very easy insect to find, care for, and breed.
They can live in a substrate of oatmeals and cereal bits added in with some cricket food or any type of fruits for some hydration. They are the larvae of darkling beetles, which is a type of beetle that these geckos can also eat, as long as the insects are at most the size of their head. There are many alternate worms that leopard gecko owners feed their pets, including calci worms. They have high levels of calcium, being a great add on to your pets diet every once in a while. Leopard geckos with a lack of calcium can end up having a bone disease called MBD, which is why feeding calci worms or dusting their food with calcium powder is very important.

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Lo studio, effettuato da un team italo-irlandese guidato da Valentina Rossi (University College Cork, Irlanda) e da Giorgio Carnevale di UniTo.

Lo studio, effettuato da un team italo-irlandese guidato da Valentina Rossi della University College Cork, Irlanda e da Giorgio Carnevale dell’Università di Torino, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Palaeontology”.

Pubblicato in Paleontologia


Permette alle persone affette da questi disturbi di eseguire da casa e in autonomia una serie di attività basate sul protocollo di terapia cognitivo-comunicativa “Cognitive Activation Therapy”
Grazie a un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova, il Centro regionale per l’invecchiamento cerebrale (Cric) dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione (Dei) ha realizzato "Informa", una piattaforma telematica multi-tecnologica per la stimolazione e la riabilitazione cognitiva di persone con disturbo neurocognitivo, come, ad esempio, l’Alzheimer. L’obiettivo del progetto è permettere alle persone affette da questi disturbi di eseguire da casa e in autonomia una serie di attività basate sul protocollo di terapia cognitivo-comunicativa “Cognitive Activation Therapy” (Cat), sviluppato a partire dal 2001 da Cric, la cui efficacia è stata dimostrata su un campione di più di 240 pazienti e i cui risultato sono stati oggetto di pubblicazione.

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