A new technique to cure neurological disorders

The human brain uses the signals that come from the senses to adjust its behavior: for example, we hurry to turn off the stove if we feel the smell of burned from the roast that we are baking. In people suffering from neurological or psychiatric illnesses such as stroke, multiple sclerosis, schizophrenia, these mechanisms are compromised and the processing of incoming sensory signals is altered due to communication distortions in neuronal networks. A way to restore normal functioning was studied by researchers from the Institute of Cognitive Sciences and Technologies of the National Research Council (Istc-Cnr), which have developed a new non-invasive and personalized electrical stimulation technique, called transcranial Individual neuroDynamics Stimulation (tIDS), which can modify the excitability of the target region, with greater efficacy than today's methods. The study, made with the contribution of the Medical Statistics Service of the Fatebenefratelli-Isle Tiberina Foundation, was published in the Journal of Neuroscience.
First vaccine in the world developed against grass pollen allergy
Around 400 million people world-wide suffer in some form or other from a grass pollen allergy (rhinitis) – with the usual symptoms such as a runny nose, cough and severe breathing problems. In collaboration with the Viennese firm Biomay AG, MedUni Vienna researchers at the Institute of Pathophysiology and Allergy Research have now shown in a Phase II-b study with 180 patients in 11 European centres, that four injections of the synthetically manufactured vaccine BM32 in the first year and a top-up in the second year of treatment relieve the sufferers' symptoms by at least 25%. Immunotherapy with BM32 is based on an innovative recombinant peptide-carrier technology, which requires far fewer injections and has fewer side-effects than other immunotherapies for allergy sufferers. This technology was developed at the Christian Doppler Laboratory for Allergy Research at MedUni Vienna, under the direction of Rudolf Valenta, in collaboration with Viennese partner company Biomay AG (CEO: Rainer Henning). This company specialises in discovering and developing innovative allergy therapeutics.
From the eruption of the Timanfaya volcano in the Canary Islands to the coniferous forests in the Pyrenees in Spain

Extraction of a wood sample for the analysis of Black pine annual growth ring in the national park of Aigüestortes and Estany de Sant Maurici (image: Emilia Gutiérrez /J.Julio Camarero)
A new study shows the chemical register of climate change and global episodes such as volcanic eruptions in high-mountain centennial forests in the Iberian Peninsula (Spain).
In September 1730, a large eruption in the Timanfaya volcano (Canary Islands, Spain) completely changed the morphology of Lanzarote. Atmospheric changes that caused volcanic eruptions centuries ago, such as the one in Timanfaya or the Tambora volcano (Indonesia) –which hid the sunlight for months-, had an impact on high-mountain centennial forests in the Iberian Peninsula, as stated in an article published in the journal Science of the Total Environment in which the lecturer Emilia Gutiérrez, from the Faculty of Biology of the University of Barcelona, has taken part. The chemical traces from the released gases into the atmosphere by these volcanic eruptions can be now identified in the oldest coniferous Pyrenean forests, according to the study. In particular, eruptions such the Timanfaya’s in Lanzarote ─one of the strongest in the country due its duration until 1736 and the amount of thrown material─ and Tambora’s ─one of the biggest volcanic episodes, which led to a “year without summer” in 1816─ released big amounts of iron that altered the chemical composition of the annual Pyrenean tree rings. According to this article, the study of the records of tree growth rings (dendrochronology) could help to see the frequency and intensity of the volcanic phenomena in modern times.
Niente insetti sulle tavole degli italiani, ministero Salute: "Prima va garantita la sicurezza d'uso"

La legge sul Testamento biologico in Gazzetta: la sintesi articolo per articolo

La legge sul biotestamento e' stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 16 gennaio. Di seguito l'analisi del testo articolo per articolo: Articolo 1 (Consenso informato) Detta detta le linee generali di disciplina del consenso informato, prevedendo che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge. Viene richiamato il rispetto dei principi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e di cui agli articoli 1 (Dignita' umana), 2 (Diritto alla vita) e 3 (Diritto all'integrita' della persona) della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Viene promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico, che trova il suo presupposto e atto fondante nel consenso informato nel quale si incontrano l'autonomia decisionale del paziente e la competenza l'autonomia professionale e la responsabilita' del medico. Nella relazione di cura vengono coinvolti se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari, o la parte dell'unione civile, o il convivente oppure una persona di sua fiducia.
Cnr: "Nuova tecnica per curare i disturbi neurologici"

Il cervello umano usa i segnali che gli giungono dai sensi per adeguare a essi i comportamenti: per esempio, affrettarsi a spegnere il fornello quando si sente che dall'arrosto arriva odore di bruciato. Nelle persone affette da malattie neurologiche o psichiatriche come ictus, sclerosi multipla, schizofrenia, questi meccanismi sono compromessi e l'elaborazione dei segnali sensoriali in arrivo e' alterata a causa di distorsioni nella comunicazione nelle reti neuronali. Una via per ristabilire il normale funzionamento e' stata studiata dai ricercatori dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazione delle ricerche (Istc-Cnr), che hanno messo a punto una nuova tecnica di stimolazione elettrica non invasiva e personalizzata, la stimolazione transcranica neurodinamica individuale (tIDS), in grado di modificare l'eccitabilita' della regione target, con efficacia superiore ai metodi oggi in uso. Lo studio, realizzato con il contributo del Servizio di statistica medica della Fondazione Fatebenefratelli-Isola Tiberina, e' stato pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience.
TUMORE DEL RENE: “OGNI ANNO IN ITALIA 3.400 CASI DOVUTI AL SOVRAPPESO

OGGI POSSIAMO MIGLIORARE LA SOPRAVVIVENZA E LA QUALITÀ DI VITA
Il 30% dei pazienti arriva alla diagnosi in stadio metastatico. L’importanza della prevenzione: sotto accusa dieta scorretta e fumo. Ora disponibile anche nel nostro Paese una nuova terapia mirata.
Ogni anno in Italia 3.400 nuove diagnosi di tumore del rene, il 25% del totale (13.600), sono riconducibili al sovrappeso. Un fattore di rischio ancora sottostimato dagli italiani visto che il 31,7% della popolazione ha problemi con la bilancia e il 10,5% è obeso. Una sottovalutazione che può portare a gravi conseguenze, infatti il 30% dei pazienti arriva alla diagnosi in stadio avanzato metastatico. Finora per questi malati le possibilità di trattamento erano scarse, ma negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione degli scenari terapeutici, approfonditi oggi in un incontro con i giornalisti a Milano. “In questa neoplasia la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci – spiega il dott. Giuseppe Procopio, responsabile dell’Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Per i pazienti con neoplasia in fase metastatica, i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre due anni. Queste terapie sono caratterizzate da un comune denominatore: svolgono un’azione ‘anti-angiogenica’, hanno cioè la capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. Questa azione interferisce con lo sviluppo del tumore che, per crescere, ha bisogno di ossigeno, di sangue e di nuovi vasi sanguigni che lo irrorino”.
Spermatozoi 'fiutano' ovocita: la ricerca del Gemelli

Ricercatori e medici dell'Universita' Cattolica, sede di Roma e della Fondazione Policlinico A. Gemelli hanno scoperto che gli spermatozoi sono capaci di 'odorare' poiche' possiedono numerosi recettori olfattori simili a quelli contenuti nella mucosa olfattiva del naso che servono a riconoscere e distinguere gli odori. Presenti sulla superficie dello spermatozoo, questi recettori svolgono un importante ruolo sia nella maturazione, sia nell'attivazione spermatica e nel processo di fecondazione dell'ovocita. È il risultato dello studio coordinato dal Professor Alfredo Pontecorvi, direttore dell'Istituto Scientifico Internazionale 'Paolo VI' - Isi e dell'Area di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo del Policlinico A. Gemelli di Roma, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Endocrinology. I recettori olfattori sono espressi anche in sedi differenti rispetto alla mucosa olfattiva e precedenti studi gia' avevano riportato l'espressione del recettore olfattorio 'hOR17-4' sulla superficie degli spermatozoi, ipotizzando un suo ruolo nell'attivazione dello spermatozoo a fecondare l'ovocita. Odoranti sintetici ed estratti floreali sono anche in grado di attivare tale recettore. "Nel nostro studio, svolto in collaborazione con il professor Massimo Castagnola e i ricercatori dell'Istituto di Biochimica e Biochimica Clinica dell'Universita' Cattolica, l'applicazione di moderne piattaforme di proteomica (per studiare le proteine umane)- spiega il professor Pontecorvi- ha consentito di identificare ben otto differenti recettori olfattori presenti come frammenti nel liquido seminale ed espressi sulla superficie dello spermatozoo, nei tubuli seminiferi del testicolo e nell'epididimo. I nostri dati evidenziano inoltre un ruolo importante per questi recettori poiche' essi consentirebbero allo spermatozoo di 'fiutare' le sostanze chimiche rilasciate dall'ovocita e di dirigersi verso di esso allo scopo di fecondarlo", aggiunge Pontecorvi, professore Ordinario di Endocrinologia all'Universita' Cattolica.
Accordo Oms-Onu per limitare i rischi per la salute derivanti dall'inquinamento

The History of Humanity Does Not Require Rewriting: The “Case of Untermassfeld”

Untermassfeld research excavation: Top (a) – Exposed skeleton parts of various large mammal species, with a completely preserved metacarpal bone (rectangle) of an early fallow deer (Dama nestii vallonnetensis) on the day prior to the theft. Photo: T. Korn, Senckenberg Weimar. Bottom (b) – Vandalism caused by illegal excavation: The lower part of the rare deer bone was broken off and stolen (rectangle). Photos: J.-A. Keiler, R.-D. Kahlke, Senckenberg Weimar
In a newly published study in the “Journal of Paleolithic Archaeology,” Senckenberg scientist Professor Dr. Ralf-Dietrich Kahlke, in conjunction with an international team of renowned Stone Age experts, refutes a recent publication regarding the dispersal of humans in Europe. This publication postulates that the first humans occurred in Northern and Central Europe as early as about one million years ago – more than 200,000 years earlier than previously documented. Moreover, the team of scientists around the Ice Age researcher from Weimar was able to show that the specimens of the archeological study were presumably stolen from the research excavation in Untermassfeld. Saber- and dirk-toothed cats, giant hyenas, hippopotamuses and elephants – the Untermassfeld fossil site in the Thuringian Werra Valley offers a unique representation of the time period around one million years ago. “Each recovered fossil helps us to understand the ecosystem at that time and offers a detailed view into the life history on earth,” explains Professor Dr. Ralf-Dietrich Kahlke of the Senckenberg Research Station for Quaternary Paleontology in Weimar, and he continues, “The diversity of the more than 17,000 specimens retrieved to date ranges from a tiny frog skeleton to the largest known cheetahs in geological history."
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