Molluschi di singolari ecosistemi

Carlo Smriglio e Paolo Mariottini 17 Feb 2006

Da diversi anni i geologi di tutto il mondo compiono studi e ricerche sulla natura dei fondali marini, mentre i biologi si interessano alla composizione faunistica del benthos; ad iniziare dagli anni ’70, per cui piuttosto recentemente, si è creata una sinergia fra i due flussi di ricerca per studiare dei nuovi sorprendenti ecosistemi, le “hydrotermal vents” e le “cold seeps”, molto diversi da quelli finora conosciuti e che possono essere considerati i due più grandi ecosistemi scoperti nel XX secolo.

Questi singolari ambienti sono solitamente situati a grande profondità, generalmente nei pressi delle dorsali oceaniche, e interessano delle aree nelle quali si svolgono fenomeni di vulcanismo attivo. In questi particolari siti si sono sviluppate forme di vita molto diverse da quelle attualmente conosciute e reperibili sui fondali oceanici, infatti dai campionamenti effettuati in queste zone sono emerse una moltitudine di animali sconosciuti alla scienza attuale.

Sono state quindi descritte nuove specie appartenenti ai vari phyla, quali crostacei, anthozoa, molluschi, vermi, echinidi, ecc. La particolarità di questi ambienti risiede nel fatto che essendo soggetti a persistenti episodi di attività vulcanica, evidenziano delle caratteristiche chimico-fisiche diverse da quelle solitamente conosciute per i fondali marini. Per una maggiore comprensione di questi ambienti è necessario dividerli in due tipologie: fondali interessati da emissioni fredde o “cold seeps” e fondali ospitanti sorgenti termali calde o “hydrotermal vents”.

 

Lurifax vitreus Warèn & Bouchet, 2001 – mm 2.0 (H) x 3.3 (D). Tirreno Centrale, coste laziali, 450/600 m. Collezione Smriglio/Mariottini (Rome, Italy).

 

Con il primo appellativo si definiscono quei fondali dai quali si sprigionano emissioni di gas metano, di consistenza più o meno intensa, senza incremento termico dell’acqua che rimane quindi fredda. La disponibilità di questo gas fornisce energia ad una ricca comunità bentonica che include una fauna simbionte chemiosintetica; crostoni carbonatici, come pure gas idrati possono formarsi in queste circostanze (Lykousis et al, 2004).


Un’area che presenta queste caratteristiche è stata individuata e ben documentata per il Mediterraneo, nel bacino levantino, in prossimità del margine continentale della Turchia. Infatti, nell’Arco Ellenico, posizionata fra il gruppo di montagne sottomarine “Anaximander” e “Anaxagoras”. Questa area è composta da fondali molli nei quali sono presenti anche alcuni vulcani fangosi, che emettono metano e gas idrati, intorno ai quali dimora una densa comunità di vermi e molluschi.

Questi ultimi sono rappresentati da poche specie raggruppate in dense popolazioni. Fra gli organismi raccolti, le specie più abbondanti sono risultate essere i seguenti bivalvi: i) Myrtea sp., di grandi dimensioni per il genere; ii) Lucinoma kazani Salas & Woodside, 2002, specie nuova è legata per il momento solo a questa biocenosi; iii) Isorropodon perplexum Sturany, 1896, piccolo e raro vesicomyidae; iv) Idas modiolaeformis (Sturany, 1896), mytilide trovato aderente ai crostoni carbonatici.

Tutte queste specie di molluschi riescono a svolgere il proprio ciclo vitale in condizioni così ambientali così particolari grazie all’aiuto di batteri specializzati nel trasformare le sostanze chimiche presenti nell’ambiente, rendendole così fruibili e idonee per la vita di questi organismi.

Per cui tali specie di molluschi possono essere considerati esclusive delle “cold seeps”, in quanto specializzate ed effettivamente legate fisiologicamente a questi ambienti. Durante una serie di ricerche effettuate su fondali batiali, situati al largo del Mar Tirreno Centrale, fra le numerose specie di molluschi reperite, è stato ritrovato un esemplare freschissimo, benché privo di parti molli, di Lurifax vitreus Warèn & Bouchet, 2001 Questo piccolo gasteropode con distribuzione atlantica appartiene alla famiglia Orbitestellidae, anch’esso è esclusivo dei fondali con presenza di attività vulcaniche, ed è stato così segnalato per la prima volta per il Mar Mediterraneo (Smriglio & Mariottini, 2002).

Successive analisi del materiale dragato in quell’area hanno dimostrato la presenza anche delle specie L. kazani e Myrtea sp., il che costituirebbe un forte indizio della presenza di “cold seeps” al largo del Tirreno Centrale. Altro dato a conforto di questa ipotesi consiste nel ritrovamento di alcuni grossi frammenti di crostoni carbonatici autogenici da parte di un motopeschereccio che operava a strascico sui fondali batiali delle coste laziali.

Tale materiale, aveva una colorazione grigio-rossastra sulla superficie, mentre nello spessore di 5-7 cm, il colore era bianco, quasi candido, rigato orizzontalmente da venature nere. Spezzando alcuni frammenti da un crostone, era avvertibile un forte odore di idrocarburi. Anche questo ulteriore reperimento costituisce una prova tangibile della presenza di episodi di vulcanismo sui fondali batiali del Mare Tirreno centrale.

 

BIBLIOGRAFIA

Lykousis V., Alexandri S., Woodside J., Nomikou P., Perissoratis C., Sakellariuo D., de Lange G., Dahlmann A., Casa D., Rousakis G., Ballas D., Loakim Chr., 2004 - New evidence of estensive active mud volcanism in the Anaximander mountains (Eastern Mediterranean): The “ATHINA” mud volcano. Environmental Geology, 46: 1030-1037.

Smriglio C. & Mariottini P., 2002 - Lurifax vitreus Warèn & Bouchet, 2001 (Gastropoda, Orbitestellidae), first report from Mediterranean Sea. Bollettino Malacologico, 38: 45-47.

Waren A. & Bouchet P., 2001 - Gastropoda and Monoplacophora from Hydrothermal Vents and Seeps; New Taxa and Records, The Veliger, 44(2): 116-231.

Autore: Carlo Smriglio & Paolo Mariottini
Ultima modifica il Mercoledì, 05 Settembre 2012 13:55
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