Novembre 2023


Tre importanti indagini pubblicate da Nature e promosse dagli studiosi della Global Forest Biodiversity Initiative fanno luce sul ruolo e il funzionamento delle foreste a livello globale, tra invasioni di specie aliene, capacità di assorbimento dell'anidride carbonica e possibili impatti del cambiamento climatico.
Il lavoro congiunto di oltre 150 scienziati, unito all'enorme potenza di calcolo garantita dall'intelligenza artificiale, al servizio delle nostre foreste: per conoscerle meglio, scoprire come stanno cambiando e capire come proteggerle. I risultati di questo imponente impegno – promosso dagli studiosi della Global Forest Biodiversity Initiative – sono stati pubblicati in tre articoli scientifici, due dei quali usciti su Nature e uno su Nature Plants.
"Grazie al contributo combinato di centinaia di ricercatori e dell'intelligenza artificiale è stato possibile far fare alla scienza un grande salto in avanti nella comprensione dell’ecologia delle foreste del mondo ed evidenziare così ulteriormente la necessità della loro protezione", dice Roberto Cazzolla Gatti, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna e coautore dei tre studi. "Senza la capacità di calcolo dei supercomputer e dell’intelligenza artificiale avremmo avuto bisogno di decine di anni e migliaia di persone dedicate, senza nemmeno la certezza di ottenere delle stime e delle previsioni attendibili".

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Sabato 2 dicembre in piazza per ribadire "Lo stretto non si tocca"



L’Italia rischia sul ponte sullo Stretto di Messina due procedure d’infrazione comunitarie. Una per violazione della Direttiva Appalti (Dir, 2014/24/UE), per aver assegnato senza gara un’opera il cui costo eccede di più del 50% del valore del contratto iniziale. L’altra per violazione della Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) e Uccelli (Dir 2009/147/CE, ex 79/409/CEE) per l’incidenza negativa che il progetto avrebbe su una delle aree più importanti per la sosta e il transito degli uccelli migratori. Lo Stretto di Messina infatti ospita due Zone di Protezione Speciale (ZPS) tutelate dall’Europa: la Costa Viola (Calabria), i Monti Peloritani-Dorsale Curcuraci-Antennamare (Sicilia) e Area Marina dello Stretto. È il monito lanciato dal WWF a pochi giorni dalla manifestazione nazionale “Lo Stretto Non si Tocca” che si svolgerà a Messina sabato 2 dicembre (appuntamento alle 15.30 piazza Cairoli) indetta da associazioni e comitati locali alla quale hanno già aderito più di 60 tra associazioni, comitati, sindacati, soggetti collettivi nazionali e locali tra cui lo stesso WWF.

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Il clima sta cambiando rapidamente su scala globale: aumentano le temperature medie e i fenomeni meteorologici estremi, come le ondate di calore, la siccità e l’aridità. A formulare un’ipotesi sulla possibile relazione tra clima arido e incidenza dell’asma in Italia è un team del Consiglio nazionale delle ricerche, che riunisce ricercatori dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Cnr-Igag), Istituto di farmacologia traslazionale (Cnr-Ift) e Istituto di fisiologia clinica (Cnr-Ifc), in collaborazione con pneumologi, biostatistici ed epidemiologi di diverse università italiane (Verona, Ancona, Ferrara, Palermo, Pavia, Torino e Sassari). La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.

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Perché il Mediterraneo è “inclinato”? Verso le coste africane il livello è più alto di circa 20 centimetri rispetto a quelle settentrionali. Il fenomeno è ben noto, ma a fornire una prima spiegazione di questa inclinazione e della variabilità intrinseca del Mediterraneo è uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Marine Science and Engineering da scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia, dell’Università Parthenope di Napoli e dell’Alfred Wegener Institute di Bremerhaven (Germania).

Il gruppo di fisici ed oceanografi coordinato da Angelo Rubino, professore di Oceanografia e fisica dell’atmosfera a Ca’ Foscari, ha studiato il comportamento del Mar Mediterraneo escludendo le interazioni tra mare ed atmosfera, quindi gli effetti dei venti, l’evaporazione, i fiumi, per citarne alcune.

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Il trapianto di cellule staminali cerebrali in pazienti affetti da Sclerosi Multipla Secondaria Progressiva è sicuro, molto ben tollerato e con possibili effetti duraturi e protettivi da ulteriori danni al cervello dei pazienti.

È questo quanto emerge dallo studio coordinato dall’Ospedale IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza (CSS) di San Giovanni Rotondo e ideato dal Prof. Angelo Vescovi dell’Università di Milano - Bicocca, Direttore Scientifico dello stesso IRCCS, in collaborazione con il Prof. Stefano Pluchino dell’Università di Cambridge (UK).

I risultati di questa sperimentazione clinica di fase 1, pubblicati sull’autorevole rivista Cell Stem Cell – che gli dedica l’onore della copertina-aprono finalmente la via agli studi clinici di fase 2 in questa devastante malattia.

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Bocciata la proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno 2022 per dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030


UN VOTO PESANTEMENTE CONDIZIONATO DAGLI INTERESSI DI AGROINDUSTRIA
Con 299 voti contrari, 207 a favore e 121 astenuti, gli Eurodeputati hanno respinto la relazione Wiener che avrebbe rappresentato il mandato per i negoziati con Consiglio e Commissione. A rischio gli obiettivi fondamentali del Green Deal, delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030. Ora la strada della transizione ecologica dell’agricoltura è tutta in salita.

Se l’attuale legislatura europea doveva essere ricordata per l’adozione di un’Agenda Verde ambiziosa, il voto contro il Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) espresso dal Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo rappresenta un’importante battuta d’arresto per le ambizioni contenute nel Green Deal europeo. Un voto pesantemente condizionato dagli interessi privatistici di una parte dell’agroindustria.
La proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno 2022 per dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e limitarne fortemente l’utilizzo nelle aree sensibili urbane e ai siti Natura2000, ad eccezione di quelli autorizzati per l’agricoltura biologica e il controllo biologico, rappresentava una pietra miliare delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, già fortemente indebolite dal rinvio dell’adozione del Quadro legislativo sui sistemi alimentari sostenibili.

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 Carbon capture is essential to reduce the impact of human carbon dioxide emissions on our climate. Researchers at the University of Tokyo and Nagoya University in Japan have developed a method to confirm whether carbon in concrete originates from the raw materials, or from carbon in the air which has been trapped when it reacts with the concrete to form the mineral calcium carbonate. By measuring the ratio of certain carbon isotopes in concrete that had been exposed to the air and concrete that hadn’t, the team could successfully verify that direct air carbon capture had occurred. This method could be useful for the industrial sector and countries looking to offset their carbon emissions.

2023 is on the way to becoming the hottest year on record. Rice crops wilted in Japan and roads melted in the U.S. Despite international agreements and calls to action, greenhouse gas emissions from fossil fuels have continued to increase. If we are to prevent the planet from tipping over the critical threshold of a 2-degree-Celsius temperature rise by 2100 (compared to preindustrial levels), we need to do more. According to the United Nations’ Intergovernmental Panel on Climate Change, reducing and preventing further emissions alone is not enough. We must also remove carbon dioxide from the atmosphere if we are to hit our target.

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As the planet gets hotter, animal and plant species around the world will be faced with new, potentially unpredictable living conditions, which could alter ecosystems in unprecedented ways. A new study from McGill University researchers, in collaboration with researchers in Spain, Mexico, Portugal, Denmark, Australia, South Africa and other universities in Canada, investigates the importance of temperature in determining where animal species are currently found to better understand how a warming climate might impact where they might live in the future.

To find out, the researchers tested the role of temperature as a factor that could limit a species’ potential habitat range. They compared the temperatures and areas where 460 cold-blooded animal species currently live to the temperatures and areas where they could live based on their tolerance to temperatures.

Pubblicato in Scienceonline


Dallo studio dell’Università di Padova pubblicato su «Science Advances» si evince che il cervello del neonato sembra essere strutturato per ricordare e rispondere in modo diverso alla
lingua che ha ascoltato già prima della nascita. Questa risposta “forte” indica una sorta di "privilegio" linguistico che modella le prime fasi dell'apprendimento del linguaggio.


Sappiamo per esperienza che è molto più facile imparare una lingua da bambini che da adulti e lo studio delle cosiddette “finestre di opportunità” dimostra che i primi mesi e anni di sviluppo sono fondamentali per l’acquisizione del linguaggio. Imparare una seconda lingua da adulti è molto più difficile, inoltre l’acquisizione del linguaggio inizia già durante il periodo di gravidanza durante il quale il feto può sentire il suono che si propaga - benché distorto - all’ interno del grembo materno. I bambini, quindi, hanno già avuto una certa esposizione alla lingua parlata dalla loro mamma anche prima di nascere.
Nello studio dal titolo “Prenatal experience with language shapes the brain” pubblicato su «Science Advances» i ricercatori hanno indagato quanto il cervello dei neonati sia influenzato da questa precedente esposizione al linguaggio.

Pubblicato in Medicina
Venerdì, 24 Novembre 2023 12:18

I dati sulla violenza di genere in Italia

 

Attraverso lo studio IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs), l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche ha rilevato quanto siano diffuse nel nostro Paese esperienze legate ad episodi di violenza nella popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni. Sono oltre 12 milioni le donne che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica: di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto.

Pubblicato in Etica
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