Si è tenuta dal 16 al 18 maggio, la quarta edizione del Festival del Verde e del Paesaggio all’ Auditorium Parco della Musica. Il Festival presenta le varie sfaccettature del tema spaziando dall’architettura del paesaggio, al piacere del giardinaggio, alla conoscenza delle piante, al design da esterni. Oggi è una manifestazione di rilevanza a livello internazionale, con un’area espositiva di oltre 25.000 mq tra le cupole dell’Auditorium di Renzo Piano, con 200 espositori presenti, il 35% in più dello scorso anno. Questi risultati sono la dimostrazione che questo settore meno di altri soffre la crisi. La cosa che mi ha colpito è la moltitudine di attività proposte che spaziano dalla sperimentazione paesaggistica, alla produzione vivaistica d’eccellenza, dalla progettazione di balconi e giardini, alla creatività artistica, artigianale e musicale, dal verde verticale alla valorizzazione degli spazi urbani, dai corsi di giardinaggio ai laboratori didattici per bambini. Tra le curiosità di questa edizione possiamo trovare la mostra “Follie d’Autore”, curata da Franco Zagari, in cui i progettisti sono chiamati a ideare e realizzare installazioni di paesaggio in piena libertà creativa. In questi anni si è confermata come l’appuntamento più importante in Italia sulla sperimentazione del giardino, raccogliendo consensi in tutta la comunità scientifica e presso il pubblico del Festival.
Come di consueto, in parallelo, si sono svolti due concorsi di paesaggio: “Avventure Creative”, destinato ad architetti paesaggisti per l’allestimento di giardini temporanei. E “Balconi per Roma”, concorso nazionale destinato agli under 30, per la selezione di nove proposte sperimentali di balconi in città. Un progetto di sicuro interesse è quello sulla frutta urbana, il primo in Italia sulla mappatura, la raccolta e la distribuzione della frutta che cresce nei parchi e nei giardini urbani. L’obiettivo è quello di promuovere e incentivare la presenza e il consumo della frutta che cresce in città e che inesorabilmente viene sprecata e non consumata. Girando per gli stand mi sono imbattuto in quella che aveva le sembianze di una mini auto di Batman, con la carrozzeria al carbonio nera lucente, muso aereodinamico e ruote fuoriserie. In realtà si trattata di un tagliaerba automatico e ipertecnologico che in autonomia e in qualsiasi condizione atmosferica svolge il suo lavoro di silenzioso operaio sobbarcandosi la più fastidiosa delle incombenze, il taglio del prato. Attraverso i sensori tridimensionali utilizzando un magnetometro, un giroscopio e un accelerometro, il tagliaerba è completamente autonomo ed eliminando anche il fastidio della raccolta e smaltimento dell’erba tagliata che grazie alla particolare lama rimane sul prato sminuzzata in maniera non lesiva per il prato. Tradizione e tecnologia si fondono in questo utilissimo tagliarba. Agli amanti del relax non può essere sfuggita l’idea delle hobby farm. Appezzamenti da un ettaro nella Maremma di Grosseto, tra il mare e le colline, dove ci si potrà rilassare in un piccolo oliveto, attrezzato con una serra, un piccolo giardino, alcuni alberi di fico e piante di carciofo. Uno spazio verde che si gestisce con estrema facilità e che può dare soddisfazione a chi vuole passare un week end nella natura. Nonostante i numerosi spunti e le attività proposte, le regine del festival restano le piante e i fiori. Numerosi vivai esponevano piante comuni e rare, erbe mediche e fiori di ogni tipo, capaci di suggestionare anche i più pretenziosi collezionisti. Tra i vari vivaisti ho incontrato Sivia Agostini del vivaio Ladri di piante.
“La tecnologia, ha cambiato i metodi di produzione?”
“Oggi le tecniche di produzione nel settore vivaistico sono per lo più le medesime a quelle di 50 anni fa (innesti, taleggi, semine ecc); una delle tecniche più moderne però è la micropropagazione. Si tratta di un metodo di propagazione agamica ottenendo piante "cloni", identiche alla pianta madre di partenza. I pregi di questa tecnica e' la capacità di avere in poco tempo tante giovani piantine esenti da virus”.
“La crisi sembra non aver toccato questo settore di attività, qui sembra tutto positivo, ma è proprio cosi?”
“Anche le aziende vivaisti che stanno subendo, da qualche anno la crisi; ma non a causa del loro lavoro che rimane molto serio, quanto dalla diminuzione della domanda soprattutto estera. Paesi come la Spagna o la Turchia, che una volta erano importanti acquirenti dell'Italia, sono ad oggi praticamente sparite, per non parlare della Germania che non è più il mercato forte di una volta. I prezzi delle piante sono calati e le riscossioni sono sempre incerte e ciò impedisce la possibilità di investire e migliorare la propria azienda”.
“Quali sono le piante più amate dalle persone che acquistano nel vostro vivaio”
“Le piante più amate da chi compra sono varie. In genere si richiedono tipologie di piante che hanno una bella fioritura e più che altro prolungata nella stagione primaverile estiva, il momento in cui ognuno di noi si gode di più la propria terrazza o giardino, e anche piante resistenti al freddo soprattutto alle basse temperature invernali dei paesi del nord Italia ed Europa. Tra i cespugli naturalmente le più amate rimangono le rose ma anche le tante varietà di ortensie e sono molto ricercate piante rampicanti con tutte le caratteristiche sopra citate.”