“Grazie a tutti, stiamo tutti bene qui nel segmento russo e siamo al sicuro”, con questo tweet Samantha Cristoforetti ha rassicurato tutti noi quaggiù sulla Terra, dopo i timori che si erano diffusi per un presunta perdita di ammoniaca nella Stazione Spaziale Internazionale.
Già ieri la NASA ha detto che il pericolo in realtà non sarebbe mai esistito, e che si sarebbe trattato solo di un falso allarme, riconducibile ad errori di lettura di un computer.
L’allarme è scattato nella parte statunitense della Stazione intorno alle 10 (ora italiana) di mercoledì scorso, e subito i sei abitanti della ISS si sono ritirati nel segmento russo per precauzione. Al Johnson Space Center di Houston i tecnici hanno registrato un aumento di pressione nel circuito dell’acqua per il controllo termico del sistema B, seguito da un aumento della pressione in cabina: questi sono segnali che potrebbero indicare una fuga di ammoniaca, altamente tossica, utilizzata a bordo nei sistemi di raffreddamento. Gli astronauti, allora, hanno subito indossato le maschere, si sono ritirate nel segmento russo della stazione (qui non ci sono condutture dell’ammoniaca) e hanno spento le strumentazioni non necessarie nel segmento statunitense.
La gestione della possibile emergenza è andata avanti con le analisi e la messa in sicurezza del modulo statunitense. I dati acquisiti durante tutta la giornata hanno escluso che ci sia stata una fuoriuscita di ammoniaca. La fine dell'emergenza è stata dichiarata mercoledì alle 21:05 dall'ISS Mission Management di cui fa parte anche l'Agenzia Spaziale Italiana. Il team, che coinvolge i paesi partner della Stazione Spaziale, ha confermato sulla base di tutti i dati e le analisi effettuate che non si è verificata alcuna reale fuga di ammoniaca, ma si è trattato di un falso allarme, generato da uno dei componenti dei computer di stazione, il Multiplexer/Demultiplexer del Nodo 2 (N2-2 MDM). Subito dopo è stato dato il via libera per la riaperura del portello e l’equipaggio è stato autorizzato a rientrare nel segmento USOS della ISS, indossando per precauzione le maschere protettive.