L’anomalia cardiaca si corregge con un catetere miniaturizzato
L’anomalia cardiaca si corregge con un catetere miniaturizzato. Intervento a Niguarda in collaborazione col Policlinico di Milano su un neonato prematuro di 1100 grammi, il più piccolo in Italia mai operato con questa tecnica
L'intervento salvavita mette in luce la collaborazione tra i due centri milanesi per la correzione delle cardiopatie congenite dei neonati prematuri. Grazie alla tecnica transcatetere si è evitato il ricorso ad un intervento a torace aperto
Portata a termine con successo dai cardiologi pediatrici del Niguarda una procedura di chiusura percutanea del dotto arterioso di Botallo sul cuore di un neonato del peso di 1100 grammi, in collaborazione con i neonatologi del Policlinico di Milano. Si tratta del paziente più piccolo per peso mai sottoposto a correzione transcatetere in Italia.
L’intervento è stato portato a termine nelle sale di emodinamica di Niguarda, da un team multidisciplinare composto da cardiologi pediatrici, anestesisti, tecnici di radiologia, neonatologi e infermieri. Gli specialisti hanno utilizzato un nuovo device, che tramite un catetere sottilissimo, del diametro di uno spaghetto, inserito con una puntura dalla vena femorale ha raggiunto l’arteria polmonare e quindi - attraverso il dotto - l’aorta. “Una volta in sede dal catetere è stato rilasciato un dispositivo auto-espandibile che è andato a tappare il dotto arterioso aperto - spiega Giuseppe Annoni, Cardiologo Pediatrico di Niguarda -. Durante la vita fetale, infatti, esiste un “tubicino”, il dotto di Botallo appunto che, mettendo in comunicazione l’arteria polmonare con l’aorta, ottimizza la circolazione fetale. Dopo la nascita il dotto normalmente si chiude ma se questo non avviene possono insorgere complicazioni cardiache”.
Carbon-neutral “biofuel” from lakes
Lakes store huge amounts of methane. In a new study, environmental scientists at the University of Basel offer suggestions for how it can be extracted and used as an energy source in the form of methanol.
Discussion about the current climate crisis usually focuses on carbon dioxide (CO2). The greenhouse gas methane is less well known, but although it is much rarer in the atmosphere, its global warming potential is 80 to 100 times greater per unit.
More than half the methane caused by human activities comes from oil production and agricultural fertilizers. But the gas is also created by the natural decomposition of biomass by microbes, for example in lakes. In their most recent publication, researchers at the University of Basel in Switzerland outline the potential and theoretical possibilities for using methane from lakes and other freshwater bodies for sustainable energy production.
Più neve ad alta quota sulle Alpi Giulie a causa del riscaldamento artico
Pubblicata su Atmosphere una ricerca che chiarisce l’anomalia dei piccoli ghiacciai delle Alpi Giulie a bassa quota che, invece di scomparire a causa del riscaldamento globale, come nel resto delle Alpi, sono resilienti e stabili da circa 15 anni. Un team internazionale di ricerca coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr ha individuato due possibili cause: il maggiore riscaldamento dell’Artico e l’aumento della temperatura della superficie del Mare Adriatico
Tanta neve in un inverno non significa freddo. Tendenzialmente infatti si stanno registrando inverni sempre più miti rispetto al passato quando le estati, più fresche, facevano fondere meno neve sulle Alpi e i ghiacciai restavano in equilibrio. Un team internazionale composto da ricercatori di Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), Aberystwyth University in Galles (Uk), International Center for Theoretical Physics (Ictp), Università di Trieste, Università di Udine, Eotvos Lorànd University di Budapest (Hu) ha pubblicato sulla rivista Atmosphere una ricerca che giustifica con l’aumento degli estremi nevosi nel settore alpino orientale le cause alla base della resilienza dei piccoli ghiacciai delle Alpi Giulie.
LEGGERE È VIVERE DISTURBI COGNITIVI DI LETTURA IN PAZIENTE POST COVID-19
Professor Konstantinos Priftis
Pubblicato dal team di ricerca guidato dal Professor Konstantinos Priftis del Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università di Padova il primo caso al mondo di paziente post Covid-19 affetto da totale incapacità nel leggere in seguito a ictus. Fondamentale per il suo completo recupero un servizio di neuropsicologia per diagnosticare e riabilitare i deficit mentali conseguenti a lesioni cerebrali.
Lo studio dal titolo “Alexia without agraphia in a post COVID-19 patient with left-hemisphere ischemic stroke” pubblicato su «Neurological Sciences» dal team di ricerca guidato dal Professor Konstantinos Priftis del Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università di Padova in cui si documenta il caso di un paziente affetto da COVID-19 che a tre giorni dalla negativizzazione ha accusato un ictus ischemico a carico della parte posteriore dell’emisfero cerebrale sinistro con perdita totale della capacità di leggere.
Il servizio di neuropsicologia presente in ospedale ha diagnosticato e riabilitato il deficit mentale conseguente la lesione cerebrale recuperando perfettamente la sua abilità di lettura. Il caso riportato da «Neurological Sciences», frutto di collaborazione del Prof. Priftis e di un gruppo di neuropsicologi (Dott. Massimo Prior, Dott.ssa Teresa Mercogliano) e medici (Dott. Leonardo Meneghetti, Dott. Matteo Bendini) dell’Ospedale di Treviso, mette in luce l’importanza di un servizio di neuropsicologia in qualsiasi reparto e con particolare riferimento ai reparti di neurologia, di riabilitazione e delle Stroke unit. Soprattutto la neuropsicologia è adesso necessaria in reparti COVID-19 e in tutti i reparti in cui il paziente con COVID-19 viene ricoverato successivamente.
Un mini laser scova i melanomi grazie all’analisi dei suoni
Piccola quanto una penna e capace di “ascoltare” il suono generato dai nei per individuare precocemente i melanomi. Si chiama “paMELA”, la sonda low cost per lo studio e la diagnosi dei melanomi cutanei che potrà diventare realtà con la campagna di crowdfunding dell’Università di Milano-Bicocca al via da oggi su Produzioni dal Basso, la prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation.
Il progetto di ricerca, guidato da Elia Arturo Vallicelli, ricercatore del dipartimento di Fisica “G.Occhialini” dell’Ateneo, è stato selezionato nell'ambito della terza edizione di Biunicrowd, il programma di finanza alternativa dell'Università di Milano-Bicocca, promosso per consentire a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori e dipendenti dell'Ateneo di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali attraverso campagne di raccolta fondi.
L’obiettivo economico di “paMELA” (Photoacoustic Melanoma Detector) è di 8mila euro. Risorse che il team impiegherà per mettere a punto il prototipo di una sonda fotoacustica ottimizzata per la diagnosi dei melanomi, rendendo il processo di screening rapido, indolore e a basso costo.
Pur rappresentando una piccola percentuale dei tumori cutanei (meno di uno su dieci), il melanoma è responsabile del 75 per cento dei decessi di tutta la categoria e colpisce in giovane età: in Italia è il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni.
Un cristallo che ospita un effetto domino tridimensionale
Un team di ricercatori del Dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza e del Dipartimento di Fisica Applicata della Hebrew University of Jerusalem ha ripreso stereoscopicamente in tempo reale la percolazione frattale in un cristallo. La scoperta, pubblicata su Physical Review Letters, aiuta a comprendere il comportamento di materiali innovativi per l'immagazzinamento di informazioni ed energia
La percolazione è alla base della comprensione di una vasta gamma di fenomeni di importanza critica e molto diversi tra di loro, come ad esempio il modo in cui si espandono gli incendi, la desertificazione, la diffusione di un'infezione, oppure la propagazione dell'attività cerebrale.
Questo modello permette non solo di comprendere diversi fenomeni (come sistemi) in modo qualitativo, ma anche di fare delle predizioni quantitative. Permette infatti di descrivere in modo statistico le connessioni a lunga distanza tra sistemi contenenti numerosi oggetti (collegati tra loro da relazioni aleatorie a corta distanza) e di definirne il comportamento.
Nei solidi, come i cristalli, si pensa che la percolazione sia il meccanismo di base che regola il passaggio da uno stato macroscopico a un altro, come una sorta di effetto domino. Finora questa è stata osservata in modo diretto in sistemi planari, ma mai all'interno di un mezzo tridimensionale.