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Angolo UE giugno 2009

Roberto Bucci 30 Giu 2009

NOTIZIE FONTE SANCO

 

Il Consiglio adotta la raccomandazione sulle malattie rare

Scopo della raccomandazione è rendere più efficace ed esauriente l’azione dei paesi dell’UE nel campo delle malattie rare.

Link: http://ec.europa.eu/health/ph_threats/non_com/rare_10_en.htm

 

Raccomandazione del Consiglio sulla sicurezza dei pazienti
La raccomandazione intende creare un quadro per stimolare lo sviluppo, da parte dei paesi membri e in collaborazione reciproca, di politiche e azioni per affrontare i problemi chiave della sicurezza dei pazienti, comprese la prevenzione e il controllo delle infezioni associate all'assistenza sanitaria.
Link: http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/09/st10/st10120.it09.pdf

 

 

Bandi di gara 2009 dell’EAHC
L’Agenzia esecutiva per la salute e i consumatori pubblica alcuni bandi di gara nei seguenti settori: allergie cutanee, ambiente e salute, sviluppo delle capacità della sanità pubblica e scambio di organi tra paesi dell’UE.

Link: http://ec.europa.eu/eahc/health/tenders.html

 

Invito a presentare informazioni sugli sfigmomanometri a mercurio  nell’assistenza sanitaria e sulla possibilità di alternative

Termine per la presentazione di informazioni: 24 giugno 2009.

Link: http://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/scenihr_call_info_06_en.htm

 

 

Eventi

 

1) Congresso dei Balcani sulle malattie rare (26-27 giugno 2009)

Verranno trattati i problemi della diagnosi e della gestione delle malattie rare nella regione ed esplorate le possibilità di accrescere la cooperazione europea.

Link: http://www.orpha.net/actor/EuropaNews/2009/doc/cluj.pdf

 

2) Riunione congiunta CE, ECDC, OMS Europa sulla tubercolosi (30 giugno–1° luglio 2009)

Si tratta della prima riunione per fare il punto sulla messa in opera della dichiarazione di Berlino sulla TBC.

Link: http://ec.europa.eu/health/ph_threats/com/tuberculosis/ev_20090630_en.htm

 

 

NOTIZIE FONTE CORDIS

 

3) Nuovo modello di Danio rerio consente di ampliare le conoscenze sul melanoma

[Data: 2009-06-18]

Nel Regno Unito e in Svizzera alcuni scienziati sono riusciti a identificare un percorso di segnalazione - ovvero PI3K (fosfoinositide 3-chinasi) - che potrebbe rappresentare un target ottimale per la cura del melanoma aggressivo. I risultati, ottenuti sulla base di uno studio condotto sul Danio rerio trasparente, sono stati pubblicati sulla rivista Disease Models and Mechanisms.

Il melanoma cutaneo è un tumore aggressivo della cute che colpisce un numero sempre crescente di persone in Europa settentrionale, in America settentrionale e in Australia. L'incidenza di questo tipo di tumore presenta, infatti, valori di crescita maggiori rispetto a quelli di qualsiasi altra neoplasia. Solitamente, per "curare" questo tipo di tumore è necessario asportarlo chirurgicamente. Tuttavia, quando il tumore si diffonde ad altri organi, come accade nel 20% dei casi, l'aspettativa di vita dei pazienti colpiti si riduce a circa 6 mesi. Secondo i ricercatori "vi è la pressante necessità di comprendere la base molecolare della patologia, in modo da poter sviluppare cure più efficaci".

Un complesso gruppo di segnali, che si sviluppano lungo numerosi percorsi, indirizzano la cellula a scindersi, a migrare oppure a morire. I tumori derivano frequentemente da una mutazione di questi segnali e dalla conseguente cessazione delle loro normali funzioni.

Il team di ricerca, composto da scienziati dell'università di Manchester (Regno Unito) e dall'ospedale universitario di Zurigo (Svizzera) hanno esaminato due molecole di segnalazione nel Danio rerio (conosciuto anche come Pesce zebra), ovvero la molecola Raf, che è attivata pressoché nella totalità dei tumori benigni e maligni che coinvolgono i melanociti (cellule responsabili della pigmentazione), e PI3K, attivata nella maggior parte dei melanomi. Entrambe queste molecole sono collegate al percorso di segnalazione Ras. L'obiettivo perseguito dai ricercatori era di definire il ruolo svolto da Raf e PI3K in due percorsi di segnalazione Ras "deregolamentati" legati allo sviluppo della neoformazione pre-tumorale.

I ricercatori ritengono che i melanociti dei pesci presentino diverse analogie con i melanociti degli esseri umani e che le variazioni che interessano le cellule del melanoma del Xiphophorus (una specie di pesce tropicale d'acqua dolce) siano molto simili alle cellule del melanoma che colpisce gli esseri umani. È importante notare che negli esperimenti condotti in passato sul Danio rerio (un'altra specie di pesce d'acqua dolce) è stato dimostrato che la presenza di un percorso di segnalazione collegato alla molecola Raf è sufficiente per avviare una formazione neoplastica all'interno dei melanociti.

Per ampliare la comprensione di questi due percorsi deregolamentati i ricercatori hanno messo a punto diversi modelli di Danio rerio in modo da analizzare il tipo di melanoma il cui percorso di segnalazione Ras erano disturbati da vari fattori. I ricercatori hanno scoperto che puntare un Ras cancerogeno (HRAS G12V) sui melanociti dei pesci è sufficiente a causare la formazione di una neoplasia maligna. Gli stessi hanno successivamente analizzato a quali percorsi di segnalazione Ras era imputabile l'avvio del processo di formazione neoplastica e a quali era invece imputabile lo sviluppo della malignità di quest'ultima. Questo studio ha evidenziato che il percorso Raf-Mek-Erk può innescare la neoplasia a carico dei melanociti, mentre è necessario PI3K per favorire lo sviluppo della malignità in questo tipo di cellule.

Il Danio rerio utilizzato negli esperimenti ha reagito alle variazioni di segnalazione in modo molto analogo a quello degli esseri umani. È interessante notare che nella discendenza dei pesci mutanti è stata osservata una crescita abnorme dei melanociti, simile a quella riscontrata nella sindrome FAMM (familial atypical mole and melanoma) che affligge gli esseri umani. Mediante la produzione di altre molecole di segnalazione nel Danio rerio, i ricercatori sono riusciti a identificare il percorso che riduce gli effetti delle mutazioni Ras sullo sviluppo del tumore.

Il nuovo modello di Danio rerio rappresenta uno strumento molto vantaggioso per lo studio della tumorigenesi nelle creature viventi. Oltre ad altri vantaggi caratteristici offerti dal Danio rerio (che è un pesce di piccole dimensioni, trasparente, facile da far riprodurre e da allevare) il modello potrebbe rivelarsi un mezzo di grande utilità per ampliare le conoscenze sui meccanismi alla base del melanoma cutaneo e per lo sviluppo - si auspica - di nuovi farmaci.

Per maggiori informazioni, visitare:

Disease Models and Mechanisms:
http://dmm.biologists.org

Company of Biologists:
http://www.biologists.com

4) Studio finanziato dall'UE dimostra che la cannabis può avere un effetto nocivo sul DNA

[Data: 2009-06-17]

Nel Regno Unito alcuni ricercatori hanno provato che fumare cannabis può avere un effetto nocivo sul DNA. Questo effetto potrebbe potenzialmente incrementare la possibilità di sviluppare il cancro. I risultati, pubblicati nella rivista Chemical Research in Toxicology, sono l'esito della Rete d'eccellenza ECNIS ("Environmental cancer risk, nutrition and individual susceptibility") che ha ricevuto un finanziamento pari a 11 milioni di euro in riferimento all'area tematica "Qualità e sicurezza alimentare" del Sesto programma quadro (6° PQ) al fine di analizzare in che modo l'alimentazione e i fattori ereditari possano influire sul rischio tumorale legato all'ambiente.

Per analizzare la formazione dei composti cancerogeni nel DNA naturale (Calf thymus DNA) esposto al fumo di una sigaretta di cannabis in vitro, lo studio ha utilizzato una nuova tecnica: una cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa tandem ad elevata sensibilità. I risultati evidenziano che la cannabis, in laboratorio, danneggia il DNA.

Da decenni i dibattiti sugli effetti positivi e negativi dell'uso della cannabis sono caratterizzati da toni molto partecipati. Il consumo di sigarette di cannabis - diffuso in tutto il mondo per rilassarsi e impiegato nella medicina tradizionale cinese e indiana - ha alle spalle una storia centenaria ed è legato a molte antiche culture.

"Alcune parti della canapa, conosciute anche come marijuana, ganja e con vari altri nomi, vengono fumate comunemente come droga 'ricreativa', sebbene il suo consumo sia illegale in diversi paesi," ha spiegato il dottor Rajinder Singh dell'università di Leicester, che ha diretto lo studio.

"Sono stati condotti numerosi studi sulla tossicità del fumo di tabacco" - ha aggiunto - "e sappiamo che lo stesso contiene 4.000 sostanze chimiche, di cui 60 sono state classificate come cancerogene. La cannabis, al contrario, non è stata oggetto di studi tanto approfonditi. La cannabis presenta una combustibilità inferiore a quella del tabacco, con cui spesso è utilizzata. Il suo fumo contiene 400 composti, tra i quali ve ne sono 60 cancerogeni. Tuttavia, poiché ha una combustibilità inferiore, contiene il 50% di idrocarburi policiclici aromatici cancerogeni in più rispetto al fumo di tabacco e tra questi vi sono naftalene, benzoantracene e benzopirene".

È noto che le sostanze tossiche contenute nel tabacco possono favorire lo sviluppo di tumori ai polmoni e di altre neoplasie, oltre a danneggiare il DNA, ma non era chiaro quale fosse il collegamento con il fumo di cannabis. Lo studio ha prestato particolare attenzione all'acetaldeide, una sostanza tossica presente sia nel fumo di tabacco che in quello di cannabis.

Gli effetti nocivi del fumo di cannabis sul DNA hanno gravi implicazioni per la salute umana. Vi è inoltre preoccupazione rispetto al fatto che molti consumatori di cannabis tendono a inalare maggiormente il fumo rispetto ai normali fumatori, aumentando pertanto il sovraccarico tossico all'interno del sistema respiratorio. "Il fumo di tre sigarette di cannabis al giorno provoca lo stesso effetto sulle membrane mucose bronchiali di 20 o più sigarette di tabacco," hanno affermato i ricercatori.

"Questi risultati evidenziano il potenziale nocivo del fumo di cannabis sul DNA, implicando che il consumo di sigarette di cannabis potrebbe essere dannoso per la salute e potrebbe favorire lo sviluppo di tumori," si legge nello studio. "I dati ottenuti dallo studio in relazione al potenziale nocivo del fumo di cannabis sul DNA mette in evidenza la necessità di normative più rigorose sul consumo di spinelli, limitando pertanto lo sviluppo di conseguenze nocive per la salute come i tumori," concludono gli autori.

Lo studio è anche il risultato del progetto NewGeneris ("Development and application of biomarkers of dietary exposure to genotoxic and immunotoxic chemicals and of biomarkers of early effects, using mother-child birth cohorts and biobanks"), che ha ricevuto finanziamenti nell'ordine di 13,6 milioni di euro nell'ambito del 6° PQ per analizzare gli effetti dell'esposizione materna a composti alimentari con proprietà cancerogene e immunotossiche nel corso della gravidanza, in relazione al rischio per il feto di sviluppare tumori o altre patologie.

Per maggiori informazioni, visitare:

University of Leicester:
http://www.le.ac.uk/external

Chemical Research in Toxicology:
http://pubs.acs.org/journal/crtoec

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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