In occasione della presentazione alla Microsoft House del progetto italiano finalista del Solar Decathlon Middle East 2018 di Dubai, Microsoft Italia e Sapienza Università di Roma hanno annunciato l’ampliamento della consolidata partnership, che vede i due soggetti collaborare da anni per sperimentare modalità di formazione innovative e che ora si arricchisce di un ulteriore contributo alle attività di ricerca: grazie al programma Microsoft Azure for Research, la Sapienza può infatti far leva gratuitamente sul Cloud Computing di Microsoft. Un’opportunità di cui ha già beneficiato il team di oltre 50 studenti e dottorandi che sta realizzando il prototipo di casa del futuro ReStart4Smart in gara nelle Olimpiadi universitarie dell’architettura sostenibile.
Medical Innovations for Africa
Ebola, malaria, tuberculosis: These are the three best known poverty-related diseases affecting millions of people. They are predominantly encountered in poor countries due to the inadequate medical care there. Another reason is that the development of the corresponding drugs in industrialized countries is far from being economically attractive. New, non-profit types of cooperation for drug development, open innovation processes, and the expansion of clinical centers and regulatory bodies in the regions affected can strengthen research and product development. These options are the result of a study made by the Office of Technology Assessment with the German Bundestag (TAB) operated by Karlsruhe Institute of Technology (KIT).
Developing a new vaccination strategy against AIDS
Replication cycle of HIV/SIV. The virus replicates in the body's own CD4+ T helper cells. In doing so, it introduces its own genetic information into the DNA of the host cell. Next, new viral RNA is synthesized followed by production of viral proteins. Those will then mature into infectious HIV/SIV. Figure: Luzie J. Almenräder
According to the WHO, there are currently more than 36 million people infected with the human immunodeficiency virus (HIV) and a further 2.4 million become infected every year. Despite all the medical treatment success against the virus, an efficacious vaccine is of utmost importance. Infection researchers from the German Primate Center (DPZ) - Leibniz Institute for Primate Research have in cooperation with international colleagues tested a new vaccination strategy against the HIV-related simian immunodeficiency virus (SIV) in rhesus monkeys. For this, the researchers used a vaccine that consisted of two components. The monkeys were immunized subcutaneously, orally and intramuscularly with a time delay and in alternating order. The scientists were able to show that the type of booster vaccine, orally and intramuscularly, as well as the order of the vaccine components, influenced the activation of the immune system. These represent vital factors in the long-term prevention of a SIV infection. Since SIV and HIV mainly replicate in the body’s own activated CD4+ T helper cells that are critical for the immune defense, it is crucial that their level remains relatively low even after vaccination. In order to achieve sustained protective immunity against AIDS, a vaccination strategy inducing a balanced immune response without an increase of CD4+ T helper cells must be developed (Journal of Virology).
Gli antibiotici: ci salvano la vita, ma usiamoli bene
In occasione della settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici, educazione, conoscenza e aderenza al tema per per sensibilizzare tutta la popolazione sulle resistenze dei batteri quale nuova emergenza sanitaria
“Il rischio è che i risultati di ricerche di molti anni svaniscano in pochi mesi” rileva Marco Tinelli, Direzione Nazionale della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. “Per affrontare il problema è assolutamente indispensabile fare rete”. Gli specialisti, con l'ISS e il Ministero Salute sono già al lavoro per favorire queste sinergie.
Dal 13 al 19 Novembre è in corso la Settimana Mondiale dell'antimicrobico-resistenza: un’iniziativa per sensibilizzare la popolazione su un problema medico-scientifico che sta coinvolgendo sempre più la popolazione, in Italia e non solo. Ogni anno, infatti, nel mondo circa 700mila decessi sono causati dall’antibiotico-resistenza; l’uso smodato di antibiotici infatti ha vanificato i loro effetti e reso i batteri più resistenti, con trend in continua crescita e costi sempre più elevati. Serve un uso prudente degli antibiotici, che restano uno degli strumenti principali a nostra disposizione per combattere gravi infezioni. Le loro capacità di guarigione hanno sicuramente garantito un miglioramento dell’aspettativa di vita, ma le ampie fasce di popolazione che vivono per lungo tempo con un sistema immunitario non ottimale vedono aumentato il rischio infettivo .
Archaeology: Medieval treasure unearthed at the Abbey of Cluny
In mid-September, a large treasure was unearthed during a dig at the Abbey of Cluny, in the French department of Saône-et-Loire: 2,200 silver deniers and oboles, 21 Islamic gold dinars, a signet ring,1 and other objects made of gold. Never before has such a large cache of silver deniers been discovered. Nor have gold coins from Arab lands, silver deniers, and a signet ring ever been found hoarded together within a single, enclosed complex. Anne Baud, an academic at the Université Lumière Lyon 2, and Anne Flammin, a CNRS engineer—both from the Laboratoire Archéologie et Archéométrie (CNRS / Université Lumière Lyon 2 / Claude Bernard Lyon 1 University)—led the archaeological investigation, in collaboration with a team of 9 students from the Université Lumière Lyon 2 and researchers from the Maison de l’Orient et de la Méditerranée Jean Pouilloux (CNRS / Université Lumière Lyon 2). The excavation campaign, authorized by the Bourgogne–Franche-Comté Regional Department of Cultural Affairs (DRAC), began in mid-September and ended in late October. It is part of a vast research program focused on the Abbey of Cluny. Students in the Master of Archaeology and Archaeological Science program at the Université Lumière Lyon 2 have been participating in archaeological digs at the Abbey of Cluny since 2015. This experience in the field complements their academic training and gives them an insight into professional archaeology.
Sapienza e Microsoft Italia insieme per la casa del futuro
Il prossimo 15 novembre apre al pubblico, a Bologna, FICO Eataly World, il parco dell'agroalimentare più grande del mondo
I veleni nel piatto
Fotorivelatori innovativi grazie a silicio e grafene
Riproduzione grafica (a) e immagine al microscopio ottico (b) del fotorivelatore grafene/silicio realizzato dall’Imm-Cnr in collaborazione con il Cambridge Graphene Centre
Un recente studio dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Cnr, in collaborazione con il Graphene Centre dell’Università di Cambridge, ha trovato il modo di convertire la luce infrarossa in corrente integrando silicio e grafene, avvicinando così l’ipotesi di fabbricare fotorivelatori in silicio funzionanti nel vicino infrarosso. La ricerca è pubblicata su ACSNano
I fotorivelatori sono dispositivi in grado di convertire luce in corrente. Alle lunghezze d’onda del vicino infrarosso tale conversione viene in genere realizzata con materiali quali l’Arseniuro di Gallio e Indio, particolarmente costoso da lavorare, oppure il Germanio, difficilmente integrabile con una circuiteria microelettronica preesistente. Il più economico silicio, invece, sebbene sia ampiamento utilizzato per la conversione di luce a lunghezze d’onda del visibile (380-750nm), non può essere utilizzato nel vicino infrarosso (750-2500nm) a causa di alcuni limiti intrinseci del materiale. Un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi dell’unità di Napoli del Consiglio nazionale delle ricerche (Imm-Cnr), in collaborazione con il Graphene Centre dell’Università di Cambridge, ha trovato il modo di convertire la luce infrarossa in corrente, integrando il silicio - materiale ormai maturo come tecnologia di fabbricazione di dispositivi grazie agli investimenti messi in campo dalla microelettronica - con un materiale emergente come il grafene, consentendo così di avvicinare l’ipotesi di fabbricare fotorivelatori in silicio funzionanti nel vicino infrarosso. La ricerca è pubblicata sulla rivista ACSNano.
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