Cucina Garibaldina

Fabrizio Giangrande 15 Nov 2011

L'Italia unita dal gusto e dal sapore. Questa l'idea del grande Chef di fama internazionale Igles Corelli che, nell'anno commemorativo dei 150 anni dell'Unità d'Italia, ha voluto celebrare l'evento con la pubblicazione di un libro, edito da Gribaudo, intitolato “La mia Cucina Garibaldina” che, fin dal titolo, pervaso di sottile ironia, intende proporre la speciale riunificazione culinaria d'Italia.
Il volume, alla cui stesura hanno collaborato anche giovani cuochi come l'emergente e virtuoso Marco Cahssai, intende ripercorrere la storia della tradizione culinaria del Belpaese nella convinzione che la cucina italiana rappresenti, per la varietà delle pietanze e per la qualità dei prodotti d'origine, una unicità nel panorama gastronomico internazionale.

 

In un periodo in cui sempre più spesso cucina e chimica si sposano a tavola, in cui la ricerca della novità e degli effetti speciali sembrano dominare nei piatti dei grandi Chef ed in cui la globalizzazione ha reso disponibile, in ogni angolo del pianeta, qualsiasi ingrediente, Igles Corelli rivendica la centralità di concetti come tradizione, territorialità e stagionalità dei prodotti.
Lo Chef Corelli compie nel suo volume un viaggio nella Penisola volto alla riscoperta dei sapori più antichi e delle tradizioni locali valorizzando la semplicità ed al tempo stesso la genialità e la ricchezza della nostra cucina.
Un amore, quello per la buona tavola, che accomuna ogni parte d'Italia, e che forse rappresenta come in nessun altro paese al mondo, un tratto distintivo di un popolo. Dalle pendici delle Alpi fino al Meridione il cibo non rappresenta e forse non ha mai rappresentato solo un mezzo di sopravvivenza ma uno stile di vita ed una cultura che molto ha a che fare con lo spirito, la convivialità e la passione degli italiani.
A questa visione trasversale e comune della cucina in tutta la Penisola, lo Chef Corelli propone di riconoscere alla cucina stessa una dimensione di natura sociale.
Tale dimensione si concretizza nell'assunto che la qualità del cibo non rappresenta un lusso, ma è un diritto e come tale deve essere garantito a tutti.
La “ricetta” che lo Chef propone per il raggiungimento di tale fine è appunto la Cucina Garibaldina intesa non solo come ricerca della tradizione culinaria nella preparazione del piatto ma anche come stile nell'acquisto dei prodotti che portiamo sulle nostre tavole.
Ecco dunque che un concetto come Slow Food ,che garantisce ai prodotti agricoli e non solo, una crescita ed una maturazione in linea con le esigenze biologiche del prodotto stesso senza l'utilizzo degli OGM, diventa centrale nell'alimentazione.
Allo stesso modo lo Chef suggerisce di rivolgersi, per quanto possibile, direttamente ai produttori per l'acquisto di un determinato alimento, in modo da garantire non solo un risparmio in termini economici ma anche una qualità superiore del prodotto attraverso il controllo e la rintracciabilità nella filiera alimentare.
Certo si tratta di un cambiamento forte rispetto alle abitudini di molti di noi che per necessità legate alla frenesia dei nostri stili di vita si affidano esclusivamente alla grande distribuzione per l'acquisto degli alimenti, ma un cambiamento che forse almeno vale la pena di tentare, tenendo in considerazione l'accertata importanza di una sana alimentazione per il generale benessere psico-fisico.
La proposta di Igles Corelli suggerisce il modo migliore per far ripartire la cucina dalla semplicità, dal territorio e soprattutto dall'individuo.

Fabrizio Giangrande

 

Ultima modifica il Martedì, 06 Marzo 2012 14:42
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