Con circa 560.000 nuove fratture verificatesi in Italia nel 2017, le fratture da fragilita' rappresentano un grave ostacolo all'invecchiamento in buona salute, con ripercussioni sull'indipendenza e la qualita' della vita degli italiani che convivono con l'osteoporosi. Questo numero dovrebbe aumentare di un ulteriore 22,6% entro il 2030, comportando un incremento dei costi correlati che, nello stesso periodo, si stima raggiungeranno gli 11,9 miliardi di euro. L'incidenza delle fratture da fragilita' in Italia supera gia' quella della broncopneumopatia cronica ostruttiva [Bpco] e dell'ictus ischemico, e se andiamo a vedere con quale percentuale il costo relativo alla cura delle fratture da fragilita' incide sull'ammontare dell'intera spesa del Sistema Sanitario Nazionale, scopriamo che in Italia questa percentuale e' la piu' alta rispetto a tutti gli altri Paesi dell'UE6 considerati nel Report.Oltre ai costi, non dobbiamo inoltre dimenticare le conseguenze fisiche e personali, come spiega il Prof. John Kanis, Presidente onorario Iof: "In Italia, 4 milioni di persone sono affette da osteoporosi. In tutto il mondo, le fratture da fragilita' colpiscono una donna su tre e un uomo su cinque di eta' pari o superiore a 50 anni. Le conseguenze delle fratture possono causare disabilita' significative, rendendo spesso difficili le attivita' quotidiane, come mangiare, vestirsi, lavarsi o fare la spesa. Per coloro che subiscono di una frattura dell'anca, c'e' una probabilita' del 40% di non poter piu' camminare indipendentemente. L'impatto fisico e psicologico e' dunque enorme".
Il Report dimostra che circa il 75% dei pazienti anziani viene dimesso dagli ospedali italiani a seguito di una frattura dell'anca senza alcun trattamento farmacologico per l'osteoporosi. "Dopo una frattura da fragilita', i pazienti hanno cinque volte piu' probabilita' di subire una seconda frattura entro i due anni successivi, tuttavia la maggior parte dei pazienti non riceve un trattamento che potrebbe impedire la nuova frattura- commenta il Prof. Stefano Gonnelli, Presidente Siomms- Inoltre, l'Italia ha il piu' alto numero di badanti di tutti i Paesi presi in esame nel Report- Francia, Spagna, Regno Unito, Svezia, Germania e Italia- con una media di 882 ore l'anno occupate a prendersi cura di pazienti con fratture dell'anca ogni 1.000 persone: quasi il doppio della media dei 6 Paesi (443 ore l'anno ogni 1.000 persone)".
Oltre a fornire lo stato attuale della cura delle fratture da fragilita', il Report funge anche da piano di azione per il futuro, includendo raccomandazioni per la classe politica che possono aiutare i responsabili decisionali a offrire la migliore assistenza possibile ai cittadini italiani, al fine di ridurre il numero di fratture e il loro impatto su pazienti e il sistema sanitario italiano. Le decisioni politiche svolgono un ruolo cruciale nel concretizzare il finanziamento di servizi diagnostici e di interventi economicamente vantaggiosi come il trattamento farmacologico, i programmi di prevenzione delle cadute e i modelli coordinati di assistenza, oltre a rafforzare gli standard necessari per gli operatori sanitari e le istituzioni. "Questo Report invita i responsabili politici a dare la priorita' alle decisioni che possono fare la differenza per i pazienti con fratture da fragilita', concentrandosi in particolare sul miglioramento del servizio locale, sul rafforzamento della politica nazionale e sulla sensibilizzazione nei confronti del cambiamento dello stile di vita", aggiunge il Prof. Giuseppe Sessa di Siot.
"Con il crescere del carico di fratture da fragilita' che gravano sull'Italia, e' nostra ambizione che questo Report possa aiutare le parti interessate a intraprendere le azioni necessarie per ridurre i costi associati e impedire alle ossa spezzate di 'spezzare anche le vite'. Il carico economico delle fratture da fragilita' si fa sempre piu' pesante nei sistemi sanitari, ed e' quindi giunto il momento di agire e rispondere con forza a questa minaccia silenziosa", commenta il Prof. Cyrus Cooper, Presidente Iof- Chiediamo alle autorita' sanitarie di intervenire dando la priorita' agli standard di cura e ai finanziamenti per sostenere una gestione efficace delle fratture da fragilita', evitando cosi' l'escalation dei costi correlati. In tempi di restrizioni alla spesa sanitaria, non possiamo piu' permetterci di ignorare la prevenzione e la gestione delle fratture da fragilita'". Accanto al Report italiano, sono resi disponibili anche report dettagliati su Francia, Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito. È inoltre disponibile una relazione aggiuntiva, che riassume il piu' largo impatto delle fratture da fragilita' nei sistemi sanitari in questi sei Paesi europei.