“Bruciore, dolore, stimolo frequente ad urinare sono i principali sintomi di questa infezione della vescica – ricorda Cindolo -. Talvolta può esserci presenza di sangue nelle urine o un senso di peso perineale. È importante ricordare che ciascuno dei sintomi elencati può comparire da solo o accompagnato da altri e che la cistite acuta non complicata nella donna viene diagnosticata su parametri clinici e senza esami invasivi. Per quanto riguarda poi la frequenza di recidive della patologia, è fondamentale creare cultura sul fatto che una donna su quattro, se alle prese con un episodio di cistite, ne sviluppa un altro entro i sei mesi successivi e che una su cinque evolve verso una forma cronica ricorrente con più di tre episodi l’anno”.
L’antibiotico-resistenza è ormai un problema di salute pubblica. In Italia, nelle cure ospedaliere in acuto, dal 20% al 50% degli antibiotici prescritti sono non necessari o inappropriati. Secondo i dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) contro l’Escherichia coli l’inefficacia è arrivata al 64,5% per le aminopenicilline, al 41% per i fluorochinoloni e al 28,7% per le cefalosporine di terza generazione. Proprio questo batterio, l’Escherichia coli, è il principale responsabile della cistite. Allora come intervenire risparmiando ove possibile il ricorso agli antibiotici, e al contempo curando ed evitando le recidive? “Vi sono diverse sostanze naturali che possono essere d’aiuto come il Cranberry (mirtillo rosso) e molte altre. Tra queste in modo particolare c’è il D-mannosio. Gli ultimi studi– rivela Filippo Annino, Presidente del Gruppo AGILE e Responsabile Unità operativa di Urologia Robotica Ospedale San Donato di Arezzo – ci dicono che la somministrazione di D-mannosio a dosaggi elevati può essere un buon modo per affrontare il problema. Anche le linee guida dell’European Association of Urology citano il D-mannosio come molecola molto promettente”.
“Il D-mannosio è uno zucchero, un monosaccaride a basso peso molecolare – spiega Antonello Mirone, Presidente dell’Associazione Nazionale delle Società di Servizi per le farmacie – in gran parte eliminato nelle urine. La sua azione si esprime impedendo all’Escherichia coli di aderire alle cellule uroteliali e favorendone il distacco e lo smaltimento con il flusso urinario. Ormai le evidenze scientifiche sono numerose: le revisioni sistematiche della letteratura dimostrano che il D-mannosio ad alte dosi ha un ruolo protettivo nelle donne adulte, nelle infezioni del tratto urinario, ricorrenti e acute. Come già accaduto in circostanze analoghe, Federfarma Servizi è lieta di collaborare a questo progetto di formazione e informazione, volto a valorizzare il ruolo di divulgazione che da sempre le Farmacie sul territorio svolgono in favore dei loro utenti-pazienti. Giugno per la cistite sarà il mese della prevenzione: in tutte le Farmacie aderenti all’iniziativa promuoveremo una campagna di awareness con le regole per evitare e trattare la patologia che in Italia compromette la qualità di vita di 9 milioni di persone e colpisce soprattutto nella stagione più calda”.
Sull’importanza crescente e strategica del microbiota intestinale, anche nel contrasto alla cistite, interviene Fabio Pace, Direttore dell’Unità di Gastroenterologia dell’Ospedale “Bolognini” di Seriate (Bergamo) e già afferente al Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Sacco”- Università di Milano: “Si tratta di un vero e proprio organo impegnato in importanti processi come lo sviluppo e la formazione del sistema immunitario, la modulazione della densità ossea, la promozione dell’angiogenesi, la biosintesi di vitamine e amminoacidi, la protezione contro il danno epiteliale, la resistenza ai patogeni, la degradazione dei composti alimentari, fino alla modificazione del sistema nervoso e al metabolismo dei farmaci. La disbiosi del microbiota intestinale, cioè il suo squilibrio nella composizione e funzionalità, si associa a svariate malattie, che comprendono patologie gastroenterologiche, neurologiche, respiratorie, metaboliche, epatiche e cardiovascolari. Gli antibiotici modificano la composizione del microbiota intestinale in modo acuto e talvolta persistente, con una riduzione della diversità batterica anche urinaria, importante fattore di rischio per le infezioni urinarie ricorrenti. In tal senso è dimostrata e indicata, per il mantenimento o il ripristino di un corretto equilibrio, un’integrazione di lattobacilli o altri probiotici così come di prebiotici”.
“Alle donne italiane che guardano all’estate già con preoccupazione – conclude Luca Cindolo – pensando a tutte le volte in cui dovranno assecondare il bisogno di scappare in bagno, diciamo: smettete di contare le volte in cui andate al bagno. Contate piuttosto su stili di vita sani: non trascurate l’idratazione, un’alimentazione ricca di fibre e l’integrazione di D-mannosio ad alte dosi, ricordatevi, anche durante il ciclo mestruale, di usare detergenti con pH simile a quello presente in vagina e urinate dopo il rapporto sessuale”.