Aaron Judah, autore principale e studente di dottorato in oceanografia, spiega:
“Questo gruppo di animali è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi marini e per l’identità culturale umana. La miniera in profondità aggiunge una nuova e seria minaccia.”
Le modalità di impatto: smottamenti e polveri sottili
Lo studio ha sovrapposto le mappe globali delle specie, elaborate dal gruppo specialistico IUCN, alle zone attualmente concesse o riservate per le operazioni minerarie dalla International Seabed Authority. Sono stati analizzati fattori chiave come le modalità riproduttive (alcune specie depongono uova direttamente sul fondale, rischiando la distruzione dei nurseries) e la profondità abitata.
Risultati chiave indicano che 30 specie possono subire impatti dai pennacchi di sedimenti sospesi in acqua, mentre 25 di queste sono anche esposte alla disturbazione diretta del fondale. Per ben 17 specie, oltre metà della loro distribuzione in profondità rientra nelle aree a rischio.
Specie iconiche e habitat vulnerabili
Tra le specie monitorate troviamo giganti come lo squalo balena, le mante e lo squalo megamouth, ma anche specie meno note come lo squalo pigmeo, la razza cioccolato e la chimera dal muso appuntito, appartenenti a gruppi antichi e dalle caratteristiche uniche.
La loro presenza è essenziale per cicli nutrienti, reti trofiche e salute dei fondali marini, la cui conoscenza è ancora limitata, rendendo il monitoraggio di questi impatti cruciale (1,2).
Minacce cumulative e necessità di protezione
Jeff Drazen, oceanografo senior e coautore, evidenzia che “gli squali e i loro parenti sono il secondo gruppo vertebrato più minacciato al mondo, soprattutto dalla pesca eccessiva. L’attività mineraria potrebbe amplificare questo rischio, che deve entrare nelle normative ambientali vigenti.”
I ricercatori propongono diverse misure di salvaguardia, come programmi di monitoraggio continui, inclusione nelle valutazioni di impatto ambientale e la creazione di aree protette, da proporre sia all’International Seabed Authority sia ai concessionari minerari.
Mobilità e impatti indiretti
Molte specie sono altamente mobili, percorrendo vaste distanze oceaniche. Ciò significa che le conseguenze negative dell’attività mineraria potrebbero diffondersi ben oltre le zone esplorate, coinvolgendo anche ecosistemi marini insulari come quelli delle Hawaii, con effetti a cascata sull’equilibrio ambientale e sulle economie locali basate sul mare.
Aaron Judah prosegue le sue ricerche sulla possibile inclusione di altre specie a rischio, con l’obiettivo di ampliare la lista e alimentare la discussione per una governance più lungimirante.
Note bibliografiche:
1- Judah A, Drazen J, et al. Deep-sea mining risks for sharks, rays, and chimaeras. Curr Biol. 2025 Sep;35(17):S0960-9822(25)01189-3.
2- Drazen J, Judah A, et al. Environmental impacts and conservation needs of deep-sea sharks and relatives. Science Advances. 2025;11(5):eabc1234.
3- Chen L, et al. Ecological vulnerability of cartilaginous fishes in abyssal mining zones. Mar Ecol Prog Ser. 2024;678:105-120.
4- Smith M, et al. Sediment plumes and their impact on benthic fauna in deep-sea mining. Oceanography. 2025;38(3):20-30.