Un nuovo e rivoluzionario studio scientifico pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature sta cambiando il nostro modo di concepire i materiali biologici comuni, come il legno, i batteri e i funghi. La ricerca introduce una categoria di materia appena identificata, i "solidi di idratazione", suggerendo che la loro natura e le loro proprietà dipendono in modo cruciale dall'acqua che li attraversa.

Fino ad oggi, la scienza ha sempre pensato che lo scheletro strutturale di queste sostanze — composto principalmente da zuccheri e proteine — fosse il solo responsabile delle loro caratteristiche. L'acqua, di conseguenza, era considerata un semplice riempitivo inerte, un fluido che occupava gli spazi vuoti. Questa nuova prospettiva, invece, ribalta completamente il punto di vista: l'acqua, pur mantenendo le sue caratteristiche liquide, è la forza fondamentale che conferisce e definisce il carattere solido del materiale.

 

La ricerca condotta da oceanografi dell’Università di Hawai‘i a Mānoa ha rivelato come i temibili progetti di estrazione mineraria in fondali marini profondi – in particolare nella vasta Clarion-Clipperton Zone nel Pacifico orientale – sovrappongano l’habitat di almeno 30 specie di squali, razze e chimere, chiamate anche “squali fantasma”. La maggioranza di queste specie è già classificata come minacciata dall’estinzione, soprattutto a causa della pesca intensiva e dei cambiamenti ambientali.


"Non puoi evitare di trascorrere un solo giorno senza avere un impatto sul mondo intorno a te."



Si è spenta il 1° ottobre 2025, all'età di 91 anni, Jane Goodall, una delle figure più influenti del XX e XXI secolo. Primatologa, etologa, antropologa e instancabile attivista, Goodall ha rivoluzionato non solo il nostro modo di comprendere gli scimpanzé, ma anche di vedere noi stessi e il nostro posto nel mondo. La sua vita è stata un viaggio incredibile, segnato da scoperte rivoluzionarie e un impegno incrollabile per la conservazione e l'empatia.

La Venus flytrap (Dionaea muscipula) incanta scienziati e curiosi da generazioni per la sua capacità unica: percepire il tocco di una preda nonostante la totale assenza di sistema nervoso. Fino a oggi, la componente molecolare che media questa sensibilità straordinaria era rimasta un mistero.

Il canale DmMSL10: la molecola sentinella del tocco

Grazie agli studi dell’equipe del Prof. Masatsugu Toyota e del Dr. Hiraku Suda presso la Saitama University, in collaborazione con il gruppo del Prof. Mitsuyasu Hasebe al NIBB, è stato scoperto che il canale ionico DmMSL10, concentrato alla base dei peli sensoriali, agisce come un sofisticato meccanorecettore.
“Questa ricerca ci ha permesso di visualizzare il momento preciso in cui uno stimolo fisico si trasforma in segnale biologico nella pianta vivente,” sottolinea Suda.

Dalla cellula all’azione: come nasce il segnale

Utilizzando piante di Venus flytrap geneticamente modificate per esprimere la proteina fluorescente GCaMP6f, il team ha impiegato la microscopia a due fotoni ed elettrofisiologia cellulare. Un lieve piegamento del pelo sensoriale provoca un innalzamento locale di Ca2+ e una variazione elettrica minima (potenziale recettore); uno stimolo più intenso genera invece un vero e proprio picco elettrico (potenziale d’azione) e una “onda di calcio” che si propaga dalla base del pelo alla lamina fogliare, innescando la chiusura.

 


Il satellite russo BiON-M n. 2 (anche noto come Bion-M No. 2) è una missione scientifica fondamentale per l'esplorazione spaziale. Fa parte del programma BiON, un'iniziativa storica dell'agenzia spaziale russa Roscosmos dedicata alla ricerca di biologia spaziale. La sua missione principale è studiare gli effetti a lungo termine dei fattori dello spazio profondo, come la microgravità e l'esposizione alle radiazioni cosmiche, sugli organismi viventi.

 

Un'area di ricerca emergente e di grande interesse è lo studio dell'acqua confinata a interfacce (la superficie di contatto tra due sostanze), dove le sue proprietà molecolari possono differire drasticamente da quelle dell'acqua "in massa" (bulk water). L'acqua confinata all'interno di nanostrutture o a contatto con le superfici dei materiali mostra una mobilità ridotta e un'organizzazione molecolare unica.

Nuove tecnologie come la microscopia a scansione e la spettroscopia a raggi X stanno permettendo agli scienziati di "vedere" le singole molecole d'acqua e di misurare le sottili interazioni con le superfici dei materiali. Questo ha portato a scoperte rivoluzionarie, come la capacità dell'acqua di fluire a una velocità centinaia di volte superiore attraverso nanotubi idrofobici (repellenti all'acqua) rispetto ai canali convenzionali.


Per la prima volta, i ricercatori dell'Università di Umeå hanno documentato nelle microalghe lo stesso tipo di morte cellulare programmata (PCD) osservato negli esseri umani. Questa scoperta, pubblicata su Nature Communications, suggerisce che tale processo biologico fondamentale sia molto più antico di quanto si credesse in precedenza.

L'Apoptosi non è Esclusiva degli Animali
La professoressa Christiane Funk del Dipartimento di Chimica, Università di Umeå, spiega: "Questo è il primo organismo fotosintetico e il primo organismo unicellulare di cui si dimostra la produzione dei cosiddetti corpi apoptotici durante la morte cellulare. Ciò prova che l'apoptosi, una via di morte cellulare programmata ritenuta unica degli animali, è in realtà più antica e diffusa."

La PCD è un meccanismo biologico centrale in cui un organismo innesca attivamente la morte di alcune cellule, sia per invecchiamento o malattia che per necessità funzionali. Questo sistema è essenziale per lo sviluppo (ad esempio, la formazione delle dita nell'embrione umano) e per la regolazione del numero di cellule o l'eliminazione di quelle non funzionali.


 

La clessidra biologica nascosta nel nostro DNA

All'estremità di ogni cromosoma, come i cappucci di plastica alle estremità di un laccio da scarpe, si trovano i telomeri: sequenze ripetitive di DNA con una funzione protettiva fondamentale. Ogni volta che una cellula si divide per rigenerare i nostri tessuti, questi cappucci si accorciano un po'. È un processo inevitabile, una sorta di "tassa" sulla replicazione. Quando, dopo molte divisioni, i telomeri diventano troppo corti, la cellula riceve un segnale di stop: smette di dividersi ed entra in uno stato di senescenza, oppure innesca la morte programmata (apoptosi). Questo processo, che a livello individuale protegge dal cancro, su scala dell'intero organismo contribuisce in modo determinante all'invecchiamento e all'insorgere delle malattie legate all'età. Comprendere questo meccanismo ha trasformato i telomeri da semplice curiosità molecolare a bersaglio primario per una nuova generazione di farmaci anti-età.


L'accesso all'acqua potabile è un diritto umano fondamentale, eppure miliardi di persone nel mondo ne sono ancora prive. Le soluzioni tradizionali per la purificazione, come l'osmosi inversa o la disinfezione chimica, sono spesso energivore, costose e richiedono infrastrutture complesse, rendendole inaccessibili per le comunità rurali o inadatte in situazioni di emergenza. La ricerca scientifica si sta quindi concentrando su tecnologie innovative che siano non solo efficaci, ma anche sostenibili, economiche e decentralizzate. In questo contesto, un team di scienziati cinesi e americani ha sviluppato una soluzione tanto semplice quanto geniale, traendo ispirazione direttamente dalla natura.

La loro invenzione, descritta come una sorta di "foglia artificiale", è un dispositivo di filtrazione che non richiede elettricità e utilizza materiali a basso costo e biodegradabili. Il sistema si basa su un principio fisico fondamentale: la capillarità, lo stesso fenomeno che permette alle piante di trasportare l'acqua dalle radici alle foglie contro la forza di gravità. Il dispositivo imita la struttura interna di una foglia, con una rete di microcanali che guidano l'acqua attraverso un processo di evaporazione solare e filtrazione simultanea.


I coralli non hanno occhi, ma sono tutt'altro che ciechi. Questi delicati animali marini riescono a percepire la luce in modi che continuano a sorprendere la comunità scientifica.

Un gruppo di ricercatori dell'Università Metropolitana di Osaka ha scoperto un meccanismo unico di percezione della luce nei coralli che costruiscono le barriere coralline. Hanno scoperto che alcune proteine sensibili alla luce, chiamate opsine, usano gli ioni cloruro per passare dalla sensibilità alla luce UV a quella visibile a seconda del pH dell'ambiente circostante. Questa scoperta espande notevolmente la nostra comprensione di come funziona la visione nel regno animale.

La visione animale si basa sulle opsine, proteine che rilevano la luce grazie a una piccola molecola chiamata retinale. Il retinale da solo assorbe solo la luce UV. Per poter "vedere" anche la luce visibile, che ha una lunghezza d'onda maggiore, il retinale si lega all'opsina attraverso un legame chimico speciale chiamato base di Schiff. Questo legame ha una carica positiva che di solito viene stabilizzata da un aminoacido vicino con carica negativa.

 

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