Mercoledì, 08 Settembre 2021

 

Oltre seimila partecipanti appartenenti a 176 diversi Popoli Indigeni del Brasile sono riuniti dalla scorsa settimana a Brasilia, capitale dello Stato sudamericano, per lo “StruggleForLife Camp”. Attendono il giudizio della Corte suprema federale brasiliana sul futuro delle terre indigene protette, e in particolare su una norma chiamata “Marco Temporal”. Questa norma permetterebbe alle lobby dell’agribusiness e delle attività estrattive di intensificare l’accaparramento delle terre, sottraendole alla foresta e a chi la abita e difende da generazioni, cioè i Popoli Indigeni. 

«Se il “Marco Temporal” sarà giudicato incostituzionale, i Popoli Indigeni avranno finalmente la possibilità di difendere i loro territori e rivendicare legalmente l’assegnazione delle loro terre ancestrali. In caso contrario, aumenterebbero i conflitti legati alle invasioni e allo sfruttamento delle terre abitate dai Popoli Indigeni. Non possiamo permettere che ciò accada», dichiara Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia. 

Il 24 agosto, migliaia di indigeni hanno marciato davanti al Congresso brasiliano per demarcare simbolicamente Brasilia con 1.296 cartelli, uno per ogni territorio indigeno rivendicato dai popoli originari del Brasile. Due giorni dopo hanno sfilato con una bara di dieci metri per simboleggiare il triste destino al quale stanno andando incontro. 

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Un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha mostrato per la prima volta che alcune Nane Bianche sono in grado di trattenere un sottilissimo strato di idrogeno che consente loro di continuare a produrre energia, rallentando così la fase finale della loro esistenza.


Non tutte le stelle invecchiano allo stesso modo: alcune, nella fase finale della loro vita, conservano una piccola riserva di energia che permette loro di apparire più giovani. Lo ha scoperto un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) confrontando la popolazione di Nane Bianche in due sistemi stellari gemelli, grazie ad osservazioni ottenute con il telescopio spaziale Hubble. Quello di “Nana Bianca” è lo stadio finale a cui va incontro la stragrande maggioranza delle stelle nell’Universo (circa il 98%), incluso il nostro Sole. In questa fase, resta solo il nucleo “nudo” della stella che, dopo aver perso gli strati esterni, non è più in grado di produrre alcuna forma di energia e si spegne lentamente, con un progressivo calo sia della luminosità che della temperatura. Fino ad oggi si era sempre ritenuto che tutte le Nane Bianche invecchiassero allo stesso modo e con la stessa velocità. Il nuovo studio – pubblicato su Nature Astronomy – mostra invece per la prima volta che alcune Nane Bianche invecchiano più lentamente di altre perché in grado di trattenere un sottilissimo strato di idrogeno che consente loro di continuare a produrre energia attraverso reazioni termonucleari.

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L’Università Statale di Milano, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Bologna, l’University of Adelaide – Australia e il KTH Royal Institute of Technology Svezia, descrive le molecole organiche utilizzabili come alternative ai fungicidi tradizionali. I risultati sono stati pubblicati su Trends in Biotechnology.


Piccole molecole organiche (piccoli peptidi e RNA a doppio filamento) possono rappresentare una valida alternativa all’utilizzo di fungicidi convenzionali utilizzati in agricoltura: ecco i risultati di una ricerca coordinata dalla Statale di Milano, pubblicata di recente su Trends in Biotechnology, rivista del gruppo Cell.
Il lavoro è stato condotto dai gruppi di ricerca di Simona Masiero, docente di Botanica, e di Paolo Pesaresi docente di Genetica, entrambi del Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi
di Milano, in collaborazione con Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche, Elena Baraldi dell’Università di Bologna e Vincent Bulone dell’University of Adelaide – Australia and KTH Royal Institute of Technology - Svezia. La moderna agricoltura intensiva necessita dell’impiego di grandi quantità di pesticidi per garantire produzioni elevate, ma il loro utilizzo è causa di inquinamento ambientale e di tossicità sia per gli esseri umani che per gli animali (come le api).

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Possesso e uso di device digitali sempre in aumento e in età più precoce, con conseguente pervasività di questi strumenti nella vita dei bambini in età scolare. Questo i dati di rilievo riscontrati dalla seconda edizione dalla ricerca di Milano-Bicocca, dopo la prima svoltasi a maggio 2020.

Entrambe le edizioni dell’indagine “Bambini e lockdown, la parola ai genitori” sono state condotte dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP Lombardia- Marina Picca, Presidente e coordinatrice scientifica del progetto per i pediatri) con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca (Paolo Ferri e Chiara Bove docenti del Dipartimento di Scienze umane per la formazione) e della spin off dell’Università di Milano-Bicocca “Bambini Bicocca” (Susanna Mantovani, coordinatrice scientifica).

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