Luce fatta sul perché il 90% delle osservazioni astronomiche delle galassie distanti mancano il loro bersaglio
Gli astronomi sanno da sempre che in molte osservazioni dell’Universo più distante una parte consistente della luce emessa dai corpi celesti non viene osservata. Ora, grazie ad un’indagine estremamente approfondita compiuta usando due dei quattro telescopi giganti da 8,2metri che compongono il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO ed un apposito e specifico filtro, gli astronomi hanno determinato che una larga frazione delle galassie la cui luce impiega 10 miliardi di anni a raggiungerci è rimasta a noi sconosciuta. L’indagine ha permesso inoltre di scoprire alcune delle galassie più deboli mai trovate a questo stato iniziale dell’universo.
Gli astronomi usano frequentemente la forte , caratteristica “impronta digitale” della luce emessa dall’idrogeno conosciuta come la riga Lyman –alfa, per determinare il numero di stelle che si sono formate in un Universo molto distante [1]. C’è stato a lungo il sospetto che galassie molto distanti andassero perse in queste indagini. La nuova osservazione del VLT dimostra, per la prima volta, che questo è esattamente quello che sta accadendo. La maggior parte della luce Lyman-alfa resta intrappolata dentro la galassia che la emette, e il 90% delle galassie non si mostra alle indagini condotte in Lyman-alfa.
“Gli astronomi hanno sempre saputo che stavano perdendo qualche frazione delle galassie nelle osservazioni Lyman-alfa” spiega Matthew Hayes, il primo autore delle studio, che esce questa settimana su Nature, “ma per la prima volta ora noi abbiamo una misurazione. Il numero di galassie perse è sostanziale”.
Per riuscire a capire quanto della luminosità totale andasse persa, Hayes e il suo team ha usato la camera FORS al VLT e un apposito filtro in banda stretta [2] per misurare questa luce Lyman-alfa, seguendo la metodologia standard delle osservazioni in Lyman-alfa. Poi, usando la nuova camera HAWK-I, unita ad un altro telescopio del VLT, hanno esaminato la stessa area dello spazio per luce emessa ma a una differente lunghezza d’onda, anche questa emessa dall’idrogeno eccitato, e conosciuta come la riga H-alfa. Hanno specificatamente indirizzato lo sguardo alle galassie la cui luce stava viaggiando da 10 miliardi di anni (redshift 2.2 [3]), in una ben conosciuta area del cielo, chiamata campo GOODS-South.
Biodiversita’
Il Mediterraneo rappresenta soltanto lo 0,8% della superficie marina dell'Oceano mondiale; ma la consistenza della sua biodiversità è paradossalmente relativamente elevata.
Le alterazioni ambientali, di origine sia naturale (cambiamento climatico globale, eventi sismici, dissesto del suolo ecc.) che antropica (eccessivo sfruttamento delle risorse rinnovabili, inquinamento, indiscriminato utilizzo della fascia costiera ecc.) e l’invasione di specie aliene, costituiscono le maggiori minacce per la biodiversità marina. Preservare la biodiversità nei popolamenti marini significa conservare le specie autoctone ed endemiche, mantenendone intatti i patrimoni cromosomici, in modo da garantire alle diverse popolazioni la possibilità di evolversi geneticamente in modo autonomo; la diversificazione all’interno di una stessa specie è garanzia di una maggiore adattabilità alle modificazioni dell’ambiente.
Lo studio della biodiversità marina, sottovalutato per troppo tempo, si è intensificato negli ultimi anni per identificare le problematiche e le priorità di azione per individuare strategie di intervento per la tutela degli habitat e di tutti gli organismi a rischio di estinzione o in condizioni di precario equilibrio. Allo stato attuale i frequenti episodi di depauperamento ambientale provocano spesso la perdita di “particolarità” biologiche, soprattutto a livello di quegli organismi che si trovano ai vertici della piramide alimentare (cetacei, pesci cartilaginei, tartarughe ecc.).Le attività antropiche che insistono lungo le coste meridionali del nostro territorio nazionale sono caratterizzate, per lo più, dalla mancanza di una seria programmazione ecocompatibile. L’eccessivo sfruttamento della fascia costiera provoca una condizione inevitabile di alterazione dell’ecosistema marino soprattutto per quanto riguarda la piattaforma continentale.
Ardi, la nonna di Lucy
Il fatto che Science, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, abbia dedicato un intero fascicolo – con tanto di copertina, seguita da un dettagliato focus sull’argomento, da 11 articoli specialistici consecutivi e da molti altri inserti (http://www.sciencemag.org/content/vol326/issue5949/index.dtl) – a un singolo rinvenimento paleo-antropologico, a un ominide, è certamente un fatto eccezionale.
Da quando il fascicolo di Scienze è stato messo in rete, abbiamo assistito a un turbinio di notizie e commenti che hanno iniziato a rimbalzare dal web, alle televisioni, alla carta stampata di tutto il mondo. In effetti, l'occasione è stata davvero eccezionale: si tratta del rinvenimento del più antico e più completo fra i nostri possibili antenati: uno scheletro frammentario di 4 milioni e mezzo di anni fa circa (4,4 per l'esattezza).
Il rinvenimento risale ai primi anni '90, ma era rimasto segreto fino ad oggi. In realtà, qualcosa era trapelato fra gli addetti ai lavori sin dalla metà di quel decennio, ma col tempo molti avevano iniziato a pensare che potesse trattarsi di una boutade o, quantomeno, di un passo falso dell’équipe interdisciplinare diretta da Tim White, dell'università di Berkeley, California, che da trent'anni lavora nel Middle Awash, in Etiopia. Il Middle Awash, o media valle del fiume Awash, è uno dei più ricchi giacimenti di evidenze fossili relative agli ultimi milioni di anni e, in particolare, di grande interesse per l'evoluzione umana. Da lì provengono australopitecine e uomini estinti di varia antichità: dai più antichi membri della nostra linea evolutiva, risalenti a diversi milioni di anni fa, a evidenze fossili e archeologiche relative a lunghe fasi della preistoria sino ai primi Homo sapiens di quasi 200 mila anni fa.
Quanto CO2 fossile e` presente nella atmosfera?
Riassunto
La concentrazione di CO2 nella atmosfera è aumentata di circa 100 ppm (36%) negli ultimi 250 anni, con una velocità di 1.5 ppm per anno negli anni '90. Si ritiene comunemente che questo aumento e la elevata rapidità di crescita siano dovuti principalmente all'uso di combustibili fossili e alla deforestazione. Essendo il CO2 un gas serra, l'uomo è considerato il principale responsabile del recente riscaldamento globale. In questo lavoro, la frazione di CO2 antropogenico in atmosfera è stata ricavata dalle note misure del rapporto isotopico 13C/12C ottenute con la spettrometria di massa nel periodo 1981-2002. I risultati indicano che la quantità di CO2 di origine umana rimanente in atmosfera, sebbene aumentata con le emissioni, non supera 64 GtC nel 2002, corrispondente ad una concentrazione di 30 ppm, cioè 5 volte inferiore al CO2 finora emesso e 3 volte inferiore all'aumento di CO2 del '900. Usando la concentrazione di CO2 antropogenico rimanente e le note emissioni da combustibili fossili è stato stimato un tempo di permanenza del CO2 in atmosfera di circa 10 anni. Questi risultati sono in contrasto con il quarto rapporto dell'IPCC in cui si sostiene che la concentrazione atmosferica di CO2 antropogenico rimanente è pressoché uguale al suo incremento a partire dall'era pre-industriale, e che il tempo medio di permanenza del CO2 in atmosfera è di 44 anni.
Digitale terrestre, guida all’uso
La Tv digitale è la nuova frontiera tecnologica che ci poterà entro il 12 dicembre 2012 alla completa sostituzione della televisione analogica verso l’era digitale. Tuttavia la Tv digitale è una multipiattaforma, che riesce a trasmettere quello che riceve da tre differenti sistemi: satellitare, digitale terrestre e IPTV (la televisione via internet). Inoltre la Tv digitale può permettere l’accesso ad un palinsesto in “chiaro” e quindi gratuito o “criptato” a pagamento, accessibile acquistando un’apposita una scheda. Tra le offerte a pagamento troviamo le programmazioni di SKY (satellite), Mediaset Premium e Dahalia Tv (digitale terrestre), Alice, Fastweb, Infostrada e Tiscali (internet tv). Le differenze tra i vari sistemi sono evidenti, e al momento il digitale terrestre sembra essere il sistema preferito dagli italiani, infatti ha il vantaggio di essere economico, circa 30 euro il costo di un decoder “zapper” che abilita la ricezione dei canali in “chiaro” e la possibilità di servizi interattivi tra cui il teletext. Il digitale terrestre concede ai telespettatori due opzioni, l’acquisto di un nuovo televisore dotato di un decoder interno o di un decoder esterno da collegare ad un televisore già esistente.
Il procedimento legislativo digitale: vincoli normativi e soluzioni tecniche
Edizioni: STUDIO AD. ES - Il galletto
Anno di pubblicazione: 2009 / Pagine: 134
Codice ISBN: 978-88-904520-0-0
È stato pubblicato "Il procedimento legislativo digitale: vincoli normativi e soluzioni tecniche" di Francesco Romano. Il testo affronta le problematiche inerenti lo sviluppo della pubblica amministrazione digitale, sottolineando tanto le soluzioni già in atto o in fase di adozione quanto gli ostacoli normativi ancora vigenti, attraverso una meticolosa analisi dell'iter legislativo a livello costituzionale, parlamentare, regionale e locale.
Multilinguismo e sistemi di accesso all’informazione giuridica
Milano, Giuffré, 2009; Collana: Informatica e Ordinamento giuridico; 232 pag.; (ISBN: 8814148740); € 24.00
Il volume mostra un quadro esaustivo dei problemi dell’accesso all’informazione giuridica in un contesto multilingue e delle soluzioni che si stanno sperimentando a livello europeo e internazionale. Una attenzione particolare è rivolta all’analisi degli aspetti linguistici e giuridico-comparatistici che devono essere presi in conto nella costruzione di sistemi di recupero multilingue dell’informazione giuridica. L’opera è suddivisa in sei capitoli. I primi tre capitoli si concentrano sul principio del multilinguismo e sugli aspetti metodologici relative all’information retrieval, i successivi due si focalizzano sul linguaggio giuridico, sulle tecniche e sugli strumenti a supporto della traduzione. L’ultimo capitolo riguarda le prospettive future del fenomeno del multilinguismo giuridico applicato ai sistemi di recupero dell’informazione. In allegato, è presentata una lista selezionata di dizionari giuridici unidirezionali da una lingua ad un’altra e pluridirezionali da una o più lingue.
PREFAZIONE
In una società globalizzata, qual è quella nella quale viviamo, l’accesso all’informazione è un’esigenza che sarà tutelata adeguatamente solo quando sarà possibile a ciascun cittadino accedere all’informazione nella molteplicità di lingue in cui si manifesta, e allo stesso tempo ricercarla nella sua lingua preferita. E’ questa un’esigenza imprescindibile con la quale i governi e le istituzioni sovranazionali devono fare i conti sin da ora. Scorciatoie improbabili, quali quelle, che pur sono state proposte, di usare una lingua franca mondiale, quale l’anglo-americano globish, o l’esperanto, se non addirittura il latino, o utopiche posizioni di principio, quale la scelta fatta cinquant’anni fa ed ancora utilizzata – con enorme dispendio di denaro - nell’Unione Europea, di tradurre tutti i documenti ufficiali in tutte le lingue comunitarie, non risolvono certo il problema, ma anzi ne creano altri più gravi. Se questo è vero in generale, ed oggi tende ad esserlo in maniera più pressante a causa dell’espansione del fenomeno migratorio, rispetto al quale la diversità linguistica è spesso il principale ostacolo per l’accesso ai servizi pubblici, il problema presenta aspetti molto più complessi relativamente all’informazione giuridica nelle sue varie componenti (legislazione, giurisprudenza, dottrina).
Scienzaonline Anno 7° n. 73 Febbraio 2010
Scienzaonline Anno 7° n. 73 Febbraio 2010
Scelta la cinquina del premio Galileo 2010
Quella del 2010 sarà la quarta edizione del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica che di anno in anno tende sempre più a radicarsi nel panorama culturale italiano, nell’interesse delle case editrici, nell’attenzione dei lettori, soprattutto giovani, nella considerazione della cittadinanza.
Il Premio Galileo per la divulgazione scientifica 2010 viene assegnato a un’opera di diffusione scientifica, in lingua italiana, pubblicata dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2009, secondo una formula che si ispira a quella già ampiamente sperimentata del Premio Campiello. Una Giuria Scientifica, quest’anno presieduta dal Prof. Paolo Rossi e composta da scienziati, ricercatori, giornalisti e scrittori, seleziona una cinquina di opere che saranno sottoposte al giudizio di una Giuria Popolare composta da una classe di studenti per ciascuna Provincia italiana, scelta fra le quarte classi delle scuole superiori.
L’artista è pazzo?
È detto comune che gli artisti abbiano una vena di pazzia, o meglio che il loro temperamento artistico sia il motivo della loro condotta di vita insolita, sregolata e talvolta eccessiva. Naturalmente le cose non stanno affatto così, ma il fatto è che i certi pensieri o certe sensibilità spiccate dal punto di vista artistico non sono comprese da tutti, e così, ascoltando musiche d’avanguardia oppure osservando certe opere d’arte di non facile comprensione immediata, qualcuno lo afferma ancora.
E chiaro quindi che, nonostante tutto, la persistenza dell’associazione genialità-follia - più spesso declinata come genialità- malinconia – sussiste tuttora, ed è curioso trovarne traccia fin dai tempi antichissimi.
Un primo esempio lo troviamo infatti in alcuni scritti di Aristotele, che disse: “gli eccessi che la bile determina fanno sì che tutti i melanconici si distinguano dagli altri uomini, non a causa di una malattia, ma a causa della loro natura originale” (pertanto malinconia = originalità).
Interesse per l’argomento lo svilupparono anche gli uomini del Rinascimento a proposito di artisti come Raffaello e Michelangelo, il quale affermò “La mia allegrez’è la malinconia”, e poi raccontando a proposito di una cena cui aveva partecipato raccontò “ebbi grandissimo piacere, perché uscì un poco del mio malinconico, ovvero del mio pazzo” (qui invece malinconia = pazzia).
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