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Una nuova ricerca coordinata congiuntamente dall’Università degli studi di Cagliari e dalla Sapienza Università di Roma ha evidenziato una base molecolare comune dell’invecchiamento e di patologie neurodegenerative come la SLA. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell Death and Discovery
L'invecchiamento è l’insieme dei cambiamenti che avvengono nelle cellule e nei tessuti con l'avanzare dell'età aumentando il rischio di malattie e morte. Questi cambiamenti seguono una sequenza programmata comune e sono principalmente caratterizzati dal deterioramento delle funzioni cognitive e dal declino delle capacità locomotorie.

Tali manifestazioni coincidono con i sintomi delle malattie neurodegenerative, come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'Alzheimer e il Parkinson, suggerendo che questo tipo di patologie condividano una base molecolare comune con il processo di invecchiamento.

Pubblicato in Medicina


L’analisi delle acque reflue urbane si dimostra un indicatore per misurare la circolazione degli Enterovirus, fornendo alla sanità pubblica uno strumento in grado di prevedere nuove epidemie, così come evidenziato per il virus SARS-CoV-2. Lo studio dell’Università Statale di Milano pubblicato su Science of the Total Environment.
Una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e con Regione Lombardia,recentemente pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment (STOTEN), ha dimostrato che l’analisi delle acque reflue è uno strumento in grado di captare in anticipo la diffusione nella popolazione degli Enterovirus.

Pubblicato in Medicina


È stato pubblicato su «Nature» con il titolo “Sublithospheric diamond ages and the supercontinent cycle” lo studio del team internazionale di ricercatori - di cui fa parte il Professor
Fabrizio Nestola del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova - che ha studiato l'evoluzione del supercontinente Gondwana, dal Polo Sud al Nordafrica e Sudamerica, attraverso l’analisi di diamanti molto profondi che hanno viaggiato durante la migrazione delle placche tettoniche.


I continenti si spostano sulla superficie terrestre e, in momenti specifici della storia geologica, si uniscono per formare veri e propri "supercontinenti". Tra questi ultimi ricordiamo Rodinia, formatosi 1.3 miliardi di anni fa e disgregatosi 750 milioni di anni fa, Gondwana creatosi circa 600 milioni di anni fa e sfaldato circa 290 milioni di anni fa, infine, il più noto al grande pubblico, il supercontinente Pangea che ha inizio 290 milioni di anni fa e fine 180 milioni di anni fa. Tuttavia il processo descritto è molto dinamico: molti altri supercontinenti si sono formati e disgregati attraverso un ciclo continuo che li porta ad unirsi, separarsi e muoversi per migliaia di chilometri per poi ricomporsi nuovamente.

Pubblicato in Geologia


Il webinar di #CAMBIAMOAGRICOLTURA lunedì 23 ottobre alle 18.00 sulla pagina Facebook

 

Il glifosato è davvero così innocuo come sembrano indicare le autorità europee?
Le risposte a questa domanda nel Webinar organizzato dalla Coalizione #CambiamoAgricoltura, lunedì 23 ottobre alle ore 18.00 in diretta sulla pagina Facebook. L’evento è organizzato con il contributo di Fondazione Cariplo nell’ambito del Progetto #CambiamoAgricoltura: Dal Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 alla Strategia UE “Farm to Fork”. Per maggiori informazioni: www.cambiamoagricoltura.it

Pubblicato in Ambiente


L’Università Statale di Milano ha scoperto in Puglia una varietà di grano selvatico geneticamente simile a una tipologia utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta, il ‘Senatore Cappelli’, abbandonata anni fa perché meno produttiva di altri ibridi commerciali. Grazie allo studio genetico di questo nuovo grano selvatico, viene gettata nuova luce su questa storica variante italiana che, negli ultimi anni, ha attirato l’interesse di coltivatori e produttori di farine. La pubblicazione su PLOS One.

Stessa sequenza genetica, ma diverse altezze e misure delle radici: una nuova varietà di grano duro, imparentata con la varietà ‘Senatore Cappelli’, è stata scoperta nel Sud Italia e potrebbe essere utilizzata per rilanciare ulteriormente l’interesse e la coltivazione di questo cultivar, ottenuta nel 1915 e utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta, quando è stato sostituito da varietà più produttive.
La scoperta è stata realizzata da un gruppo di scienziati del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali coordinati da Fernando Tateo, già Ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari e Filippo Geuna, docente di Miglioramento Genetico e Arboricoltura che si è occupato del sequenziamento genetico della nuova varietà di grano. La ricerca è stata recentemente pubblicata su PLOS One e menzionata anche da Nature Italy.

Pubblicato in Scienza generale


Uno studio coordinato dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi dell’Insubria, ha studiato il microbioma intestinale della mosca soldato nera allevata su plastiche derivate dal petrolio, il polietilene a bassa densità e polistirene, di difficile degradazione e riciclo, identificando geni di batteri che risiedono nell’intestino delle larve che codificano enzimi potenzialmente in grado di degradare le plastiche stesse. La pubblicazione su Microbiome.


Le larve di mosca soldato nera (Hermetia illucens) possono essere un valido strumento per lo sviluppo di strategie di bioconversione delle plastiche grazie a geni di batteri che risiedono nel loro intestino: ecco la scoperta di un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi dell’Insubria, pubblicata recentemente su Microbiome.

Pubblicato in Scienza generale
Sabato, 21 Ottobre 2023 12:45

Foreste, toccasana per l’asma

 

Una ricerca condotta dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dal Club alpino italiano, con l’Istituto Pio XII di Misurina e l’Ospedale universitario di Parma, ha stabilito che i monoterpeni, componenti degli oli essenziali emessi dalle piante, possono migliorare le condizioni respiratorie dei bambini e degli adolescenti asmatici. Lo studio è pubblicato su Forests

 La “terapia forestale”, oltre che avere effetti significativi sulla riduzione dei sintomi dell’ansia, può contribuire al miglioramento delle funzioni respiratorie di bambini e adolescenti affetti da asma e sottoposti alle terapie convenzionali. Lo dimostra una ricerca sperimentale realizzata presso il Lago di Misurina (Belluno) da un gruppo di ricerca dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e del Club alpino italiano (Cai), assieme a Istituto Pio XII di Misurina, e alle Università di Parma, Ferrara e Verona.

Pubblicato in Ambiente


Un gruppo di ricercatori italiani, guidati da Francesco Violi della Sapienza di Roma ha individuato il meccanismo molecolare alla base della reazione trombotica associata in alcuni pazienti alla somministrazione di un determinato vaccino anti Covid. I risultati dello studio, pubblicati su Thrombosis and Vascular Biology aprono la strada allo sviluppo di nuovi farmaci per la cura dell’infarto e dell’ictus.
Le complicanze trombotiche che si sono verificate in seguito al vaccino anti-Covid, con conseguenze anche molto gravi per alcuni pazienti, sono state un motivo di seria preoccupazione sociale soprattutto nella fase iniziale della campagna vaccinale.

Pubblicato in Medicina


Mercoledì 11 ottobre, sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B, è stato pubblicato un nuovo articolo sulla comunicazione vocale nei pinguini. L’articolo è frutto di una collaborazione tra due dipartimenti dell’Università di Torino (DBIOS e Scienze Veterinarie), l'Università Jean-Monnet (Francia), l’Università UWC (Sudafrica) e la Fondazione SANCCOB. 

Utilizzando una combinazione di tecniche di diagnostica per immagini, modellistica computazionale e registrazioni in vivo, un gruppo di ricercatori guidato dal Prof. UniTo Livio Favaro e dalla Dott.ssa Anna Zanoli ha scoperto che i pinguini africani utilizzano le risonanze dei condotti vocali per codificare nei segnali acustici le informazioni che permettono loro di riconoscersi individualmente. Un meccanismo evolutivamente analogo a quello che utilizzano i mammiferi e l'uomo stesso, per riconoscersi dal timbro della voce.

Tra i pinguini, il pinguino africano (Spheniscus demersus) è una specie modello ideale per studiare come le risonanze del tratto vocale codificano informazioni biologicamente rilevanti. Infatti, questa specie è monogama, fortemente territoriale e, a causa delle pressioni selettive e allo stile di vita coloniale, è stato riscontrato che i richiami di contatto e i canti riproduttivi (ecstatic display songs) variano significativamente tra gli individui, permettendo loro di riconoscersi tra “vicini di nido” e membri di una coppia.

 Le vocalizzazioni dei pinguini sono prodotte da uno specifico organo chiamato “siringe”, al cui interno, delle membrane vengono messe in vibrazione al passaggio dell’aria, generando un segnale periodico caratterizzato dalla frequenza fondamentale (corrispondente alla velocità di vibrazione delle membrane) e dalle relative componenti armoniche. Tale segnale passa poi nella trachea e nella bocca, dove viene modificato in base alle frequenze di risonanza (dette formanti) di queste cavità anatomiche.

 Gli autori dello studio hanno registrato numerosi pinguini africani nell'aprile 2019 presso la Southern African Foundation for the Conservation of Coastal Birds (SANCCOB) di Città del Capo, in Sudafrica. Contestualmente, hanno studiato l'apparato vocale di altri individui adulti trovati morti lungo le coste della provincia sudafricana di Western Cape. In particolare, iniettando della gomma siliconica catalizzata, è stato ottenuto un calco preciso dell'intero apparato fonatorio. I calchi sono stati successivamente trasportati al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino, dove sono stati sottoposti a Tomografia Assiale Computerizzata (TAC). Infine, presso il DBIOS e utilizzando il centro di calcolo interdipartimentale c3s UniTo, sono stati costruiti modelli computazionali a partire dai risultati della TAC e dalle registrazioni degli animali in vivo.

Pubblicato in Scienza generale


Una ricerca internazionale a cui hanno partecipato per l’Italia, presso il Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non Lineari (LENS), ricercatori dell’Università di Firenze e del Consiglio nazionale delle ricerche, ha permesso di mappare, per la prima volta, la porzione del cervello umano preposta al linguaggio. Lo studio è pubblicato su Science Advances.

 Effettuata la prima mappatura neuronale in alta risoluzione della porzione del cervello umano preposta al linguaggio, l’area di Broca. La ricerca è stata realizzata da un team di istituzioni di ricerca internazionali fra cui, come unità italiana, il Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non Lineari (LENS) con sede a Sesto Fiorentino (Firenze). I ricercatori italiani, associati al LENS, sono afferenti ai dipartimenti di Biologia, Fisica ed Astronomia, e Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze, oltre che all’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr-Ino). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.

Pubblicato in Medicina

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