Poiché di fatto ancora oggi non esiste un trattamento efficace e definitivo al 100%, l’arma migliore contro la AMD è da individuare nella sua prevenzione. Oggi è infatti possibile utilizzare una metodologia all’avanguardia per la prevenzione della AMD derivata dalla ricerca nell’ambito della medicina predittiva, quella branca della medicina che studia come i nostri geni possono influenzare l’insorgenza di una patologia, con l’obiettivo di adottare strategie comportamentali e/o terapeutiche in grado di prevenirne o quanto meno ritardarne l’insorgenza. E’ infatti disponibile un test genetico di tipo predittivo in grado di identificare il rischio individuale di sviluppare la AMD. Questo test ha un valore probabilistico e non diagnostico, cioè non è in grado di dire con certezza se una persona svilupperà o meno la AMD. Non va infatti dimenticato che l’insorgenza di una malattia è sempre determinata dall’interazione di numerosi fattori, spesso interagenti gli uni con gli altri, tra cui i più importanti sono quelli ambientali, lo stile di vita, le abitudini alimentari e così via.
Il test genetico per la AMD deve essere sempre interpretato da un genetista esperto in malattie dell’occhio e della retina, il quale deve effettuare un esame approfondito dell’anamnesi familiare e individuale e delle abitudini di vita dell’individuo per poi eventualmente mettere a punto un protocollo di prevenzione personalizzato. Il test genetico per la AMD è rivolto a tutti, ma in particolare a chi ha genitori e consanguinei affetti da questa patologia.
CONSULENZA SCIENTIFICA Prof. Dr. med. Andrea CUSUMANO
La medicina predittiva rappresenta una concreta possibilità per combattere anticipatamente questa grave malattia oculare, la “degenerazione maculare legata all’età”. Il test genetico è un test di facilissima esecuzione ma deve essere interpretato dal genetista e con il genetista, che dovrà fare un’indagine ad ampio spettro del rischio del paziente, un’analisi familiare, un’analisi ambientale ed un’analisi basata su quelle che sono le abitudini di vita del paziente che potrebbe essere a rischio. Non è un test “fai da te”: deve essere un test coordinato e deve rappresentare uno strumento di valutazione prospettica che permetta di interferire direttamente con il paziente, modificandone magari gli stili di vita, il comportamento, le abitudini alimentari ed anche l’ambiente di lavoro, al fine di ridurre la possibilità che egli possa ammalarsi di questa grave malattia. Essere informati non deve rappresentare una “spada di Damocle”, un grave pericolo incombente, ma deve essere un mezzo per non ammalarsi o per ridurre la possibilità di ammalarsi di questa patologia.
Progetto OCULISTICA TV della Fondazione MACULA & GENOMA FOUNDATION Onlus
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