Tra i grandi paesi occidentali, l'Italia è quello che ha sofferto in misura inferiore l'impatto del Covid-19 sull'attività di donazione e trapianto, che è già in ripresa. In questo momento la Rete nazionale è al lavoro sugli studi clinici di valutazione dell’infezione sugli oltre 8mila pazienti in lista d’attesa e sui 45mila già trapiantati, con l’obiettivo di aggiornare i protocolli sulla gestione delle terapie immunosoppressive. I primi dati sono confortanti e mostrano un’incidenza minima dei positivi, sotto l’uno per cento, e ancora più bassa dei decessi, intorno all’uno per mille.
Eseguito il primo trapianto di polmone su un paziente Covid: un successo di tutta la Rete
E' stato eseguito la scorsa settimana al Policlinico di Milano e annunciato oggi il primo trapianto di polmone su un paziente affetto da Covid-19 realizzato in Europa, contemporaneamente a un intervento analogo effettuato a Vienna lo stesso giorno. Precedentemente questo genere di trapianto era stato eseguito soltanto due volte in Cina, a febbraio e aprile.
Si tratta di un successo che appartiene a tutto il Servizio sanitario nazionale. Fin dall’inizio della fase acuta della pandemia la Rete nazionale trapianti era consapevole che gli esiti dell’infezione da coronavirus avrebbero potuto portare all’indicazione di un trapianto di polmoni su un paziente contagiato. La Rete si è preparata a questa eventualità e quando è arrivato il momento si è attivata prontamente in tutte le sue articolazioni, dalla task force di sorveglianza infettivologica fino al sistema di reperimento degli organi, che sono stati donati dalla famiglia di una persona deceduta alla quale, come sempre, va tutto il nostro ringraziamento.
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