Lunedì, 23 Ottobre 2023


Il webinar di #CAMBIAMOAGRICOLTURA lunedì 23 ottobre alle 18.00 sulla pagina Facebook

 

Il glifosato è davvero così innocuo come sembrano indicare le autorità europee?
Le risposte a questa domanda nel Webinar organizzato dalla Coalizione #CambiamoAgricoltura, lunedì 23 ottobre alle ore 18.00 in diretta sulla pagina Facebook. L’evento è organizzato con il contributo di Fondazione Cariplo nell’ambito del Progetto #CambiamoAgricoltura: Dal Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 alla Strategia UE “Farm to Fork”. Per maggiori informazioni: www.cambiamoagricoltura.it

Pubblicato in Ambiente


L’Università Statale di Milano ha scoperto in Puglia una varietà di grano selvatico geneticamente simile a una tipologia utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta, il ‘Senatore Cappelli’, abbandonata anni fa perché meno produttiva di altri ibridi commerciali. Grazie allo studio genetico di questo nuovo grano selvatico, viene gettata nuova luce su questa storica variante italiana che, negli ultimi anni, ha attirato l’interesse di coltivatori e produttori di farine. La pubblicazione su PLOS One.

Stessa sequenza genetica, ma diverse altezze e misure delle radici: una nuova varietà di grano duro, imparentata con la varietà ‘Senatore Cappelli’, è stata scoperta nel Sud Italia e potrebbe essere utilizzata per rilanciare ulteriormente l’interesse e la coltivazione di questo cultivar, ottenuta nel 1915 e utilizzata in Italia fino agli anni Sessanta, quando è stato sostituito da varietà più produttive.
La scoperta è stata realizzata da un gruppo di scienziati del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali coordinati da Fernando Tateo, già Ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari e Filippo Geuna, docente di Miglioramento Genetico e Arboricoltura che si è occupato del sequenziamento genetico della nuova varietà di grano. La ricerca è stata recentemente pubblicata su PLOS One e menzionata anche da Nature Italy.

Pubblicato in Scienza generale


Uno studio coordinato dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi dell’Insubria, ha studiato il microbioma intestinale della mosca soldato nera allevata su plastiche derivate dal petrolio, il polietilene a bassa densità e polistirene, di difficile degradazione e riciclo, identificando geni di batteri che risiedono nell’intestino delle larve che codificano enzimi potenzialmente in grado di degradare le plastiche stesse. La pubblicazione su Microbiome.


Le larve di mosca soldato nera (Hermetia illucens) possono essere un valido strumento per lo sviluppo di strategie di bioconversione delle plastiche grazie a geni di batteri che risiedono nel loro intestino: ecco la scoperta di un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi dell’Insubria, pubblicata recentemente su Microbiome.

Pubblicato in Scienza generale

 

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