DERMATITE ATOPICA, FINO ALL’8% DEGLI ITALIANI NE È COLPITO. GLI ESPERTI: E’ RECORD EUROPEO
Nei due terzi dei casi la malattia esordisce durante l’infanzia, va trattata tempestivamente perché può portare allergie e asma. Al convegno anche il punto su melanomi e altri tumori della pelle. Piergiacomo Calzavara Pinton (Direttore dell'Unità di dermatologia agli Spedali civili di Brescia e presidente di Sidemast): "Nel 2017 in Italia sono stati circa 14.000 i nuovi casi di melanoma della cute"
La ricerca è stata effettuata su un campione di 100.000 persone adulte residenti in Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Giappone.
Il risultato è sorprendente. L’Italia è il paese dove si registra la maggior incidenza di dermatite atopica negli adulti: l’8,1% degli intervistati ammette di soffrirne, a fronte di una media del 4,9% emersa dalla totalità del campione.
Ma sotto i riflettori del Congresso anche i tumori della pelle, in particolare il melanoma, in continuo aumento. In questo ambito appare sempre più evidente l’importanza della diagnosi precoce per identificarne la fase inziale di crescita e quindi limitare la possibilità di dare origine a metastasi. Durante il Congresso SIDeMaST si affronteranno tutte le novità riguardanti l’utilizzo di strumenti diagnostici all’avanguardia quali la dermatoscopia e la microscopia confocale. “Nel 2017 in Italia sono stati circa 14.000 i nuovi casi di melanoma della cute, 7.300 tra gli uomini e 6.700 tra le donne – spiega il prof. Piergiacomo Calzavara Pinton, Direttore dell'Unità di dermatologia agli Spedali civili di Brescia epresidente di Sidemast -.
ICAR - Donazione di organi tra pazienti HIV positivi: il primo caso di trapianto di fegato in Italia
Fondamentali i nuovi farmaci anti HCV
Lo scorso 8 marzo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il protocollo che ha definitivamente introdotto la possibilità di trapiantare organi tra soggetti con infezione da HIV
HIV E MORTALITA’ - La disponibilità delle terapie antiretrovirali ha determinato un’importante diminuzione della mortalità per la malattia da HIV nelle persone con l’infezione. La morte delle persone con infezione da HIV è pertanto correlata ad altre patologie concomitanti: tra queste, l’insufficienza epatica dovuta a cirrosi o il cancro del fegato e l’insufficienza renale, le quali sono più frequenti nelle persone con HIV che nella popolazione generale. Lo scompenso cardiaco e l’insufficienza polmonare hanno una frequenza simile alla popolazione generale. Per questo motivo, all’inizio degli anni Duemila, sono stati avviati in molti paesi del mondo, tra cui l’Italia, programmi per il trapianto di fegato, rene, cuore e polmone nei pazienti con infezione da HIV.
I risultati di questi programmi sono stati sovrapponibili a quelli registrati nei pazienti senza infezione da HIV, in particolare nei trapianti di fegato; alla base di questo successo, la disponibilità dei nuovi farmaci anti HCV. È infatti adesso possibile eradicare l’epatite C a partire da otto settimane grazie alle nuove molecole. I nuovi farmaci sono già disponibili nei centri pubblici nelle diverse unità operative complesse degli ospedali, di infettivologia, epatologia e medicina interna. L’epatite cronica da virus C è una malattia che, in virtù della sua cronicità, provoca un processo che va spontaneamente avanti nel tempo fino a compromettere strutturalmente e funzionalmente il fegato. Si stima che in Italia ci siano circa 300.000 pazienti diagnosticati con Epatite C (HCV) e un numero imprecisato di persone inconsapevoli di aver contratto l’infezione, per un totale stimato che va oltre il milione di persone. “L'implementazione dei farmaci anti HCV nel trattamento dei trapiantati ha incrementato la sopravvivenza dei soggetti con coinfezione Hiv Hcv bloccando la rapida progressione della recidiva di Hiv sul fegato trapiantato” aggiunge il dott. Puoti.
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