Venerdì, 22 Gennaio 2021

 

Conterrà i rifiuti radioattivi, per la maggior parte provenienti da usi civili e sanitari

La Sogin, con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha pubblicato sul sito  www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.

Un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo.

La pubblicazione della Cnapi, con l’elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche), di fatto dà l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sarà questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere.

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Previsto dal D.Lgs. 101/2020, risponde all'obbligo di registrazione di coloro che importano, producono, detengono e commerciano materie e rifiuti radioattivi.

L'avvio del sito STRIMS è la risposta ad un'importante novità prevista dal D.Lgs. 101/2020, ovvero l'obbligo di registrazione al sito istituzionale dell'ISIN di tutti gli operatori del settore, in particolare di chiunque importa o produce a fini commerciali o, comunque, esercita commercio di materiali o sorgenti di radiazioni ionizzanti, di chi effettua attività di intermediazione degli stessi, attività di detenzione di sorgenti di radiazioni ionizzanti, di trasporto di materiali radioattivi e di tutti i soggetti che si occupano di gestione di rifiuti radioattivi. Questi soggetti, dopo essersi registrati al sito, dovranno trasmettere le informazioni relative a ciascuna operazione effettuata, alla tipologia e alla quantità delle sorgenti oggetto dell'operazione.

 Gli utenti possono consultare i contenuti pubblici del sito come, ad esempio, le FAQ, disponibili alla sezione Informazioni Utili nella home di STRIMS. Da febbraio, sarà possibile registrarsi a STRIMS, accedere ai video tutorial o effettuare richieste di assistenza.

Pubblicato in Ambiente


I ricercatori dell’Università Statale di Milano hanno osservato in un modello sperimentale l’impatto critico dello stress durante il periodo prenatale: nei piccoli nati da mamme sottoposte a stress, la malattia della sclerosi multipla si manifesta in età adulta con sintomi neurologici più gravi. Una speranza dai farmaci antidepressivi.


Vivere esperienze di stress fisico e psichico può rappresentare un importante fattore di rischio per lo sviluppo o l’esacerbazione di malattie di diversa natura, alcune delle quali prive di una terapia farmacologica davvero efficace. In questo contesto un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano, guidato da Raffaella Molteni, si è chiesto se e come un’esperienza stressante potesse influenzare lo sviluppo di sclerosi multipla, una delle più note malattie neurodegenerative di natura infiammatoria associate a demielinizzazione. Poiché le conoscenze attuali su stress e sclerosi multipla sono limitate a studi che hanno esaminato eventi avversi avvenuti in età adulta, i ricercatori hanno ipotizzato che - come avviene in molte altre malattie a carico del sistema nervoso centrale - lo stress possa avere un impatto altrettanto critico durante il periodo prenatale, quando eventi stressanti subiti dalla mamma durante la gestazione possono influenzare lo sviluppo del sistema nervoso centrale del nascituro. Infatti, in questa fase del neurosviluppo, il sistema nervoso è particolarmente vulnerabile a danni potenziali che, pur senza indurre segni apparenti a tempi precoci, lasciano una “traccia di vulnerabilità” che si può manifestare in età adulta a seguito di ulteriori sollecitazioni.

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Pubblicato su Nature communications dai ricercatori dell’Università Statale di Milano e dell’Università di Bari il primo studio del progetto COVIDinPET: dai tamponi e test sierologici effettuati sugli animali domestici risulta che alcuni sono entrati in contatto con il virus SARSCoV-2 ma non sviluppano la malattia COVID-19.


Pubblicato su Nature communications il primo studio del progetto COVIDinPET (Genetic characterization of SARS-CoV2 and serological investigation in humans and pets to define cats and dogs role in the COVID-19 pandemic) che ha coinvolto, tra i partner del progetto, i ricercatori del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e quelli dell’Università di Bari, nonché il dipartimento Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità, una rete di collaboratori internazionali guidata dall’Università di Liverpool e alcuni laboratori veterinari italiani. Nello studio sono stati arruolati 919 cani e gatti provenienti da aree del territorio nazionale (in particolare dalla Lombardia) in cui nella prima ondata della pandemia la prevalenza della malattia nell’uomo è risultata particolarmente elevata.

Nell’ambito dello studio sono stati eseguiti tamponi molecolari orofaringei, nasali o rettali per la ricerca di SARS-CoV2, e/o esami sierologici per la ricerca di anticorpi anti-SARS-CoV-2. In 528 casi erano noti i risultati di test molecolari condotti sui proprietari degli animali. Tutti i 494 tamponi processati sono risultati negativi, inclusi quelli prelevati da cani o gatti con sintomi respiratori o conviventi con proprietari che sono stati COVID-19 positivi.

Pubblicato in Medicina

 


Pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications uno studio condotto da ricercatori di Università Statale di Milano, Ospedale Niguarda e Policlinico San Matteo e sostenuto da Fondazione Cariplo che fa chiarezza sulle varianti di SARS-CoV-2 presenti nel territorio lombardo sin dal primo periodo dell’epidemia. Dal sequenziamento di 346 genomi collezionati in tutto il territorio lombardo tra febbraio e aprile 2020 si è evidenziata la presenza di 7 varianti virali, alcune di queste selezionatesi all’interno della regione e causa di almeno due sub epidemie, una preponderante nel sud e l’altra nel nord della regione Lombardia

I ricercatori dell’Università Statale di Milano, insieme con i colleghi del Policlinico San Matteo di Pavia e dell’Ospedale Niguarda di Milano, hanno indagato la variabilità di SARS-CoV-2 attraverso una mappatura del virus circolante in Lombardia già dai primi mesi dell’epidemia.
La ricerca, sostenuta da Fondazione Cariplo e appena pubblicata su Nature Communications, ha permesso il sequenziamento completo di 346 genomi collezionati in tutto il territorio lombardo tra febbraio e aprile 2020. I ricercatori hanno evidenziato la presenza massiccia di ben 7 varianti virali, alcune di queste selezionatesi probabilmente all’interno della stessa regione ed altre introdotte da territori dislocati geograficamente in un intervallo temporale ridotto.

Pubblicato in Medicina



Researchers have observed in greater detail how heat changes keratin proteins that result in hair damage. Curling wands and flat irons could fry the keratin proteins that make up about 85% of our hair, turning it dry and brittle over time.

When heated, keratin proteins aggregate and suspend in a solution, much like the hardening of raw eggs when boiled. Circular dichroism spectroscopy used in experiments to observe keratin structure allows light to pass through the solution for measurement. But it can only work when keratin is solubilized and transparent. Getting an up-close look at the gradual structural changes that heated keratin proteins undergo is a challenge to detect once the proteins are thermally aggregated and suspended in the solution.

But researchers at Milbon Co., Ltd. and Hiroshima University’s Hiroshima Synchrotron Radiation Center (HiSOR) developed an experimental technique sensitive enough to allow direct observation of the protein’s aggregation process. They used vacuum-ultraviolet synchrotron-radiation — which provided enough illumination to analyze the structure of aggregated keratin proteins — and optimized the positioning of optical elements to prevent the light from scattering.

Pubblicato in Scienceonline

 

 

L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni locali e nazionali attraverso l’adesione a una petizione on line e una nuova social challenge. La Presidente Rosanna D’Antona: “È urgente che venga completato l’iter normativo per rendere i test accessibili alle pazienti di tutte le Regioni”

I test genomici per definire le terapie più appropriate contro il tumore al seno devono essere resi disponibili quanto prima su tutto il territorio nazionale. La richiesta alle istituzioni nazionali e locali arriva da Europa Donna Italia, il movimento per la prevenzione e la cura del tumore al seno, che oggi lancia la nuova campagna nazionale “Chemio: Se Posso la Evito”. È stata aperta una raccolta di firme on line (europadonna.it/testgenomiciora) e oggi parte una nuova social challenge. Ogni martedì e venerdì saranno pubblicati sui profili Facebook e Instagram di Europa Donna i video virali realizzati dai sostenitori della campagna (l’hashtag è #testgenomiciora).

Pubblicato in Medicina

 

Lo studio su questi Organoidi embrionali si spera possa ridurre e in parte sostituire la sperimentazione animale. Un team di ricercatori del Cnr-Igb di Napoli ha utilizzato queste strutture multicellulari tridimensionali per studiare in vitro il potenziale di sviluppo di diversi tipi di cellule staminali. La scoperta è pubblicata su Stem Cell Reports

Un team di ricercatori Istituto di genetica e biofisica "Adriano Buzzati Traverso" del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Igb) ha utilizzato strutture multicellulari, tridimensionali (organoidi) per studiare “in vitro” il potenziale di sviluppo di diversi tipi di cellule staminali. Con questa scoperta, pubblicata su Stem Cell Reports, rivista ufficiale della International Society for Stem Cell Research (ISSCR) pubblicata da Cell Press, il team napoletano si posiziona tra i primi in Italia nell’utilizzo di Gastruloidi, organoidi embrionali in grado di mimare le fasi più precoci dello sviluppo embrionale.

Pubblicato in Genetica
Venerdì, 22 Gennaio 2021 11:14

Solar System formation in two steps



Why are the planets of the inner Solar System dry and rocky, but the outer ones are not? An international team of researchers with participation of the University of Zurich discovered that a two-step formation process of the planets can explain the chronology and split in volatiles like water and isotope content of the inner and outer Solar System.

The interdisciplinary researchers from the University of Zurich, the University of Oxford, LMU Munich, ETH Zurich, and BGI Bayreuth present a new theoretical framework for the formation of the Solar System that can explain several key features of the inner terrestrial planets like Earth, Venus, and Mars, outer Solar System planetary bodies, and composition of asteroids and meteorite families. The team’s work draws on and connects recent advances from astronomical observations of other solar systems during their formation and meteoritics – laboratory experiments and analyses on the isotope, iron, and water content in meteorites from the Solar System itself.

Pubblicato in Scienceonline



Un nuovo studio pubblicato su The Lancet Planetary Health rilancia l’allarme sui drammatici impatti dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane. Lo studio stima su base locale il numero di morti premature attribuibili all’inquinamento atmosferico in più di mille città europee, stilando una classifica rispetto ai due principali inquinanti presi in esame, il particolato sottile (PM2.5) e biossido di azoto (NO2), sulla base della popolazione e del tasso di mortalità di ogni città.

Le due città in testa alla classifica di morti premature legate all’inquinamento da PM2.5 sono proprio due città italiane, Brescia e Bergamo, ma tra le prime dieci troviamo anche Vicenza e Saronno, mentre le città italiane in cui l’inquinamento da NO2 colpisce di più sono Torino (al terzo posto) e Milano (al quinto).

Per Greenpeace, questa classifica impone una riflessione urgente, se si pensa che nelle città europee 51.900 di queste morti potrebbero essere evitate ogni anno, se solo il livello dei due inquinanti presi in considerazione per stilare questo ranking fosse mantenuto al di sotto delle soglie raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nelle sole città italiane prese in considerazione, rispettando gli standard dell’OMS, si potrebbero evitare ogni anno quasi 13.500 morti premature.

Pubblicato in Ambiente

 

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