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B-cell chronic lymphocytic leukaemia (CLL) is associated with immunosuppression and patients are at increased clinical risk following SARS-CoV-2 infection. Covid-19 vaccines offer the potential for protection against severe infection but relatively little is known regarding the profile of the antibody response following first or second vaccination. We studied spike-specific antibody responses following first and/or second Covid-19 vaccination in 299 patients with CLL compared with healthy donors. 286 patients underwent extended interval (10-12 week) vaccination. 154 patients received the BNT162b2 mRNA vaccine and 145 patients received ChAdOx1.

Pubblicato in Scienceonline

 

Quando i bambini hanno troppa fretta di venire al mondo c’è il rischio che il loro organismo non sia ancora pronto per affrontare la vita. Come è successo a Lorenzo, che è nato con oltre 4 mesi di anticipo e che pesava meno di 400 grammi. La sua vita è iniziata in salita, e con diversi problemi legati alla sua estrema prematurità. Ma grazie all’intervento degli specialisti del Policlinico di Milano, e alla sua straordinaria voglia di vivere, ha potuto superare ogni ostacolo e abbracciare la sua mamma.

Elena era al settimo cielo quando ha saputo di aspettare un bambino. Poi, però, è accaduto l’imprevedibile: al quinto mese di gravidanza è dovuta correre all’ospedale della sua città, vicino a Milano, perché improvvisamente era iniziato il travaglio, ben 16 settimane prima del tempo. Quando è nato Lorenzo era piccolissimo, pesava solo 370 grammi. Una piuma. In effetti i bimbi che nascono con un peso inferiore a 1,5 chilogrammi vengono chiamati dai neonatologi proprio “bambini piuma”. Lorenzo non aveva nemmeno la forza di piangere perché i suoi polmoni non avevano avuto il tempo di formarsi. Il piccolo aveva iniziato anche a sviluppare una serie di complicazioni, tra cui una grave perforazione intestinale, legate al fatto che i suoi organi erano ancora molto immaturi: diventava quindi urgente trasferirlo al Policlinico di Milano, che con la sua Clinica Mangiagalli è il punto di riferimento per i casi complessi e delicati come quello di Lorenzo.

Pubblicato in Medicina

 

Despite the discovery of many dinosaur eggs and nests over the past 100 years, articulated in-ovo embryos are remarkably rare. Here we report an exceptionally preserved, articulated oviraptorid embryo inside an elongatoolithid egg, from the Late Cretaceous Hekou Formation of southern China. The head lies ventral to the body, with the feet on either side, and the back curled along the blunt pole of the egg, in a posture previously unrecognized in a non-avian dinosaur, but reminiscent of a late-stage modern bird embryo.

Comparison to other late-stage oviraptorid embryos suggests that prehatch oviraptorids developed avian-like postures late in incubation, which in modern birds are related to coordinated embryonic movements associated with tucking — a behavior controlled by the central nervous system, critical for hatching success. We propose that such pre-hatching behavior, previously considered unique to birds, may have originated among non-avian theropods, which can be further investigated with additional discoveries of embryo fossils.

Full article 

Pubblicato in Scienceonline

Un recente studio dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr ha dimostrato che la zona compresa tra il limite superiore del bosco e il limite inferiore dei ghiacciai e della copertura nevosa estiva mostra un tasso di riscaldamento superiore rispetto a quello dell’intera area alpina, con possibili conseguenze per i settori idroelettrico, ecologico e turistico. Lo studio, riferito al periodo 1990-2019, è pubblicato su Journal of Mountain Science

 L'ambiente periglaciale alpino è la zona compresa tra il limite superiore del bosco e il limite inferiore dei ghiacciai e della copertura nevosa estiva, dove il clima è dominato da una significativa variabilità della temperatura, sia diurna che stagionale, e la pioggia e la neve cadono principalmente in primavera e autunno.

Pubblicato in Ambiente


 

Grazie al telescopio orbitale Chandra della NASA, un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna e dell’INAF ha individuato per la prima volta due coppie di cavità, o bolle, formate nel gas caldo di un ammasso di galassie, generate forse dall’azione di due buchi neri supermassicci uniti in un’orbita ravvicinata. 
Potrebbero essere due buchi neri supermassicci uniti tra loro in un’orbita ravvicinata i responsabili di quattro enormi cavità, o bolle, osservate al centro di un ammasso di galassie da un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna e dell’INAF. Lo studio – pubblicato su The Astrophysical Journal Letters – nasce da una serie di osservazioni del Chandra X-ray Observatory, il telescopio orbitale della NASA per l'osservazione del cielo nei raggi X.
Gli ammassi di galassie sono le più grandi strutture connesse dalla forza di gravità presenti nell’universo. Sono formate da gruppi di centinaia o anche migliaia di singole galassie, insieme ad enormi quantità di gas caldo e invisibile materia oscura. In particolare, il gas caldo che pervade gli ammassi, la cui massa è di gran lunga superiore a quella delle galassie al loro interno, è ben visibile ai raggi X catturati da Chandra.

Pubblicato in Astrofisica


Un gruppo di ricercatori della Sapienza e dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia (IIT), ha pubblicato sulla rivista iScience uno studio che fa luce su una nuova forma di RNA e sul suo coinvolgimento in malattie neurodegenerative come la Sclerosi laterale amiotrofica. Il lavoro è stato supportato dall’European Research Council e da Fondazione AriSLA
La Sclerosi laterale amiotrofica, nota come SLA, è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, le cellule neuronali responsabili dell’innervazione muscolare, la cui degenerazione porta alla paralisi progressiva, culminando in un’incapacità motoria e respiratoria.

Pubblicato in Medicina


Un gruppo di ricercatori degli istituti Cnr per la Ricerca e l’innovazione biomedica (Irib) e di Biochimica e biologia cellulare (Ibbc), insieme ai colleghi dell’European brain research institute (Ebri) e dell’Università di Catania, ha decifrato il “software”, ovvero l’insieme delle istruzioni, che regola il ricambio neuronale. I risultati sono pubblicati sulla rivista Cells.

Il ricambio neuronale è fondamentale per lo sviluppo, la conservazione e il rinnovamento del nostro sistema nervoso. Esso è finemente regolato da stimoli contrapposti, che possono sostenere la sopravvivenza dei neuroni o indurne l’apoptosi, un suicidio cellulare geneticamente programmato. La disfunzione dei meccanismi molecolari coinvolti nel ricambio neuronale è alla base di condizioni patologiche e può causare difetti dello sviluppo, tumori o malattie neurodegenerative.

Pubblicato in Medicina

 

Pubblicata su Nature la scoperta della prima sepoltura europea di una neonata mesolitica di 10.000 anni
La scoperta della prima sepoltura europea di una neonata mesolitica di 10.000 anni rivela una società di cacciatori-raccoglitori che teneva in particolare considerazione anche i suoi membri più giovani. La scoperta è avvenuta nel sito dell'Arma Veirana, in provincia di Savona (Liguria) ed è oggi pubblicata su Scientific Reports - Nature: "An infant burial from Arma Veirana in northwestern Italy provides insights into funerary practices and female personhood in early Mesolithic Europe".

Scavando in una grotta ligure del comune di Erli, nell’entroterra di Albenga, in provincia di Savona, un team internazionale di ricercatori ha scoperto la più antica sepoltura fino ad oggi mai documentata in Europa relativa a una neonata mesolitica risalente a 10.000 anni fa circa da oggi. La sepoltura ha restituito, insieme ai resti del piccolo corpo, un corredo formato da oltre 60 perline in conchiglie forate (Columbella rustica), quattro ciondoli, sempre forati, ricavati da frammenti di bivalvi (Glycimeris glycimeris) e un artiglio di gufo reale. La scoperta permette di indagare un eccezionale rito funerario della prima fase del Mesolitico, di cui sono note poche sepolture, che testimonia un trattamento apparentemente egualitario di un loro giovanissimo membro. La comprensione di come i nostri antenati trattassero i loro morti ha un enorme significato culturale e consente di indagare sia i loro aspetti comportamentali sia quelli ideologici.

Pubblicato in Paleontologia


Lo studio coordinato dall’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista New Phytologist ha analizzato oltre 8 milioni di dati relativi a 67.000 specie vegetali su scala globale


La distribuzione delle piante vascolari del nostro pianeta si divide in due grandi gruppi a partire dalla Laurasia e dal Gondwana, due antichi continenti risalenti a circa 250 milioni di anni fa. È questo quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “New Phytologist” coordinato da Angelino Carta del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con Lorenzo Peruzzi dello stesso Dipartimento e Santiago Ramírez-Barahona dell’Universidad Nacional Autónoma de México.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato oltre otto milioni di dati relativi alla distribuzione di 67.000 specie vegetali su scala globale. La divisione Laurasia-Gondwana, due antichi continenti che corrispondono oggi all’incirca alle terre del nostro emisfero settentrionale e meridionale, si rispecchia inoltre in alcune differenze fra i due grandi gruppi di piante. La flora settentrionale, costituita soprattutto da piante erbacee, è infatti a livello evolutivo più recente rispetto a quella meridionale costituita soprattutto piante legnose tropicali e in cui prevalgono linee evolutive più antiche.

Pubblicato in Geologia


Uno studio congiunto tra un team di ricercatori del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza, dell’Istituto superiore di sanità e del Centro di Riferimento Regionale per la Fibrosi Cistica della Regione Lazio, che ha visto il sostegno della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, apre la strada a cure personalizzate e più efficaci per migliorare la qualità di vita dei pazienti e aumentarne l’aspettativa
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista European Respiratory Journal e coordinato da Marco Lucarelli del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza Università di Roma e da Adriana Eramo dell’ISS, ha evidenziato la possibilità di espandere in coltura, con grande efficienza e in grande quantità, le cellule staminali respiratorie dall’epitelio nasale di ogni paziente con fibrosi cistica utilizzando un nuovo approccio di riprogrammazione cellulare.

A partire da queste cellule staminali respiratorie si possono ottenere modelli di malattia cosiddetti ex vivo, mediante speciali colture differenziative per cellule respiratorie e mediante la generazione di organoidi che riproducono in forma miniaturizzata e tridimensionale il tessuto respiratorio difettoso del paziente.

Pubblicato in Medicina

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