La ricerca ha coinvolto undici persone colpite da ictus dell’emisfero destro e affette da un deficit di esplorazione dello spazio sinistro. Le lesioni all’emisfero destro, infatti, compromettono la cognizione spaziale, essenziale per attività quotidiane come attraversare la strada o vestirsi autonomamente.
I ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Istituto Auxologico Italiano-IRCCS hanno studiato gli effetti della musica sui pazienti colpiti da ictus. Tre le fasi dell’esperimento. In un primo momento è stato chiesto ai partecipanti di premere da destra a sinistra i tasti di una tastiera spenta. Senza percepire i suoni, i pazienti si fermavano molto prima di raggiungere l’ultimo tasto, come se la metà sinistra della tastiera non esistesse. In una seconda fase la tastiera è stata accesa, ma i tasti riproducevano dei suoni casuali. Anche in questo caso i partecipanti all’esperimento non completavano l’esercizio e si fermavano prima della fine della tastiera. Nella terza fase, la tastiera riproduceva fedelmente l’ordine della scala musicale. E con le note in ordine, gli undici partecipanti riuscivano a spingersi oltre nell’esplorazione della tastiera, in alcuni casi arrivando fino alla fine della strumento.
I ricercatori hanno quindi dimostrato che riprodurre i suoni della scala musicale migliora significativamente l’esplorazione dello spazio nelle persone affette da lesione cerebrale all’emisfero destro. Ecco perché inserire alcuni esercizi musicali all’interno dei classici percorsi riabilitativi potrebbe migliorare la capacità motoria delle persone affette da ictus che, a causa dei danni cerebrali, non percepiscono più lo spazio sinistro con gravi ripercussioni sulla capacità motoria.
«Accoppiare l’esplorazione dello spazio a una sequenza di suoni familiare come la scala musicale – spiegano Giuseppe Vallar e Nicolò Francesco Bernardi, autori della ricerca e rispettivamente Ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica dell’Università di Milano-Bicocca e ricercatore di Psicologia dell’Università McGill di Montreal -, reintegra temporaneamente le capacità di esplorazione spaziale che i pazienti hanno perso dopo l’ictus. L’uso di strumenti musicali potrebbe diventare un elemento chiave in nuove tecniche di riabilitazione cognitiva e motoria».