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Venerdì, 04 Settembre 2020 08:06

La Cataratta Secondaria


La cataratta secondaria o fibrosi capsulare é il processo di fibrosi della capsula posteriore che si opacizza causando un annebbiamento della visione.

La cataratta secondaria si manifesta nella quasi totalità delle persone che si sono sottoposte precedentemente all'intervento di cataratta. In questi pazienti, la capsula posteriore (l'unica parte del vecchio cristallino che viene mantenuta in situ su cui appoggiare il nuovo cristallino artificiale) va incontro ad un processo di progressiva fibrosi, a seguito del quale si opacizza, interferendo nuovamente con la visione del paziente. Questo fenomeno prende il nome di fibrosi capsulare o indicata più comunemente come cataratta secondaria.

La cataratta secondaria può svilupparsi in un intervallo molto variabile compreso tra 3/6 mesi fino ad alcuni anni dopo l'intervento di cataratta. Contrariamente a quanto spesso ritenuto dai pazienti, lo scadimento visivo che si avverte non dipende dall'opacizzazione del cristallino artificiale (Intra Ocular Lens IOL) impiantato che rimane perfettamente trasparente per tutta la vita del paziente ma esclusivamente dalla fibrosi della capsula posteriore sulla quale è posizionata la lente. E' pertanto improprio indicare al paziente la necessità di "pulire" il cristallino artificiale con un trattamento laser YAG.

Pubblicato in Medicina
Giovedì, 03 Settembre 2020 13:45

Il Cosmo al Circo Massimo



Planetario e Museo Astronomico,
Area Archeologica del Circo Massimo, Viale Aventino
Miti, visioni e racconti tra archeologia e astronomia.

 

La suggestiva area archeologica del Circo Massimo è la cornice di quattro serate a tema tra archeologia e astronomia che si tengono sabato 5 e domenica 13, 20 e 27 settembre, dalle 21.00 alle 22.30.
ll format riprende quello inaugurato lo scorso anno con LunaL – Memorie di un Satellite, il primo evento serale realizzato nell’Area per celebrare i 50 anni dell’allunaggio e lo estende a una serie di appuntamenti, tutti articolati attorno all’intreccio fra astronomia e archeologia, per presentare la prima grande manifestazione pubblica sull’archeoastronomia nei luoghi che raccontano come gli antichi guardavano al cielo: una novità assoluta nell’offerta culturale romana.

Ciascuna delle quattro serate sviluppa un tema differente, che ha idealmente come protagonista un diverso corpo celeste: i pianeti, le stelle, il Sole, la Luna, attraverso la lettura dei resti monumentali dell’area.

Ad alternarsi sono gli interventi degli astronomi del Planetario di Roma Capitale – Gabriele Catanzaro, Giangiacomo Gandolfi, Stefano Giovanardi e Gianluca Masi – e quelli degli archeologi della Sovrintendenza Capitolina – Marialetizia Buonfiglio, Elisabetta Carnabuci, Monica Ceci, Stefania Pergola, Federica Michela Rossi, Rita Volpe, che mettono in luce il significato storico e il simbolismo astronomico del luogo.

Pubblicato in Eventi


Phi-sat-1 utilizzerà una rete neurale per l'elaborazione delle immagini direttamente a bordo


Il 3 settembre 2020 alle ore 03:51 due nanosatelliti (denominati FSSCat) dell'Agenzia Spaziale Europea sono stati lanciati dallo spazioporto in Kourou, nella Guiana Francese, con il lanciatore VEGA. Uno dei satelliti contiene a bordo Phi-sat-1 la prima rete neurale a essere inviata nello spazio, con una Intelligenza Artificiale messa a punto dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa.

Scopo della missione è raccogliere dati per l'osservazione della Terra, ad esempio per misurare lo spessore e l'estensione dei ghiacciai, i cambiamenti nella vegetazione e nella qualità dell'acqua o per rilevare le isole di calore urbane.

Pubblicato in Astrofisica

Ingrandimento Balanophyllia realizzato da Francesco Sesso



Uno studio dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr (Cnr-Irbim) e l’Università di Bologna ha rilevato lo stoccaggio di idrocarburi policiclici aromatici nello scheletro di Balanophyllia europaea e ha permesso di correlarlo all’età dell’animale. I risultati sono stati pubblicati su Science of the total environment

Uno studio condotto in collaborazione tra l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) e l’Università di Bologna (Unibo) ha identificato un accumulo di idrocarburi policiclici aromatici, inquinanti dannosi, nei tessuti e nelle alghe simbionti del corallo mediterraneo Balanophyllia europaea. Lo studio è stato realizzato nell’ambito del dottorato internazionale congiunto Cnr–Unibo in “Tecnologie innovative e uso sostenibile delle risorse di pesca e biologiche del Mediterraneo” e delle attività di ricerca del Fano Marine Center - Centro di ricerca sulla biodiversità, risorse e biotecnologie marine. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science of the total environment.

Pubblicato in Ambiente

 

Il complesso molecolare formato dalla quercetina (in arancione) legata nella cavità che costituisce il sito attivo della proteasi 3CLpro (in blu), nella posizione più favorevole per inibire la proteina e bloccare la replicazione del coronavirus.



Uno studio internazionale cui partecipa l’Istituto di nanotecnologia del Cnr ha scoperto che la quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del Covid-19, mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Lo studio è pubblicato sull'International journal of biological macromolecules.

L’attenzione di tutto il mondo è in questo momento proiettata verso la ricerca di un rimedio farmacologico per combattere il coronavirus SARS-CoV-2, responsabile del Covid-19. Lo sviluppo di un vaccino è certamente la soluzione più radicale per risolvere questo problema e i primi risultati in questo senso sono incoraggianti, ma ci sono anche altre armi a disposizione per combattere una pandemia virale. Il caso più famoso è dato dal virus HIV responsabile dell’AIDS, malattia per la quale la mortalità è attualmente azzerata per chi ha accesso alle cure mediche: un successo raggiunto nonostante non si sia mai ottenuto un vaccino, grazie allo sviluppo di potenti farmaci antivirali che bloccano la proteasi specifica dell'HIV, una proteina fondamentale per la replicazione virale. Alcuni di questi farmaci sono stati testati su SARS-CoV-2, ma non hanno sortito l’effetto sperato. Lo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il coronavirus è dunque un altro grosso filone di ricerca per risolvere la pandemia di Covid-19.

Pubblicato in Medicina



Una collaborazione tutta italiana - con il coinvolgimento dello Startup Panoxyvir - dimostra implicazioni importanti nella terapia di COVID-1.


La molecola 27-idrossicolesterolo (27OHC) è presente nel nostro corpo come fisiologico prodotto del metabolismo ossidativo del colesterolo. In colture cellulari infettate con il SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, il 27OHC è risultato essere un forte inibitore della replicazione virale. La rilevanza di tale evidenza scientifica è ulteriormente sottolineata dalla contemporanea osservazione di un vistoso calo di questa molecola con proprietà antivirali nel sangue dei pazienti COVID-19.

Pubblicato in Medicina


La ricerca dell’Università di Pisa e dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana pubblicata sulla rivista “Diabetes Care”.


L’iperglicemia, a prescindere da una condizione di diabete conclamato, si associa ad una prognosi più grave nei pazienti affetti da Covid-19. La scoperta arriva da uno studio condotto all’Università di Pisa e all’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP) pubblicato sulla rivista “Diabetes Care” dal Dr. Alberto Coppelli della UO di Malattie del Metabolismo e Diabetologia a nome del Pisa Covid-19 Study Group. La ricerca ha valutato 271 pazienti ricoverati nell’ospedale di Cisanello a Pisa nella fase più acuta dell’epidemia, dal 20 marzo-30 aprile.


“Abbiamo dimostrato come un valore della glicemia al momento del ricovero maggiore di 140 mg/dl, indipendentemente da una diagnosi nota di diabete, rappresenti un importante campanello d’allarme per identificare soggetti a rischio per i quali è necessario un approccio terapeutico ancora più mirato”, spiega Stefano Del Prato, Professore di Endocrinologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo pisano e direttore dell’Unità Operativa di Malattie Metaboliche e Diabetologia dell’AOUP e coordinatore dello studio.

Pubblicato in Medicina


Pubblicato su PNAS lo studio di un team internazionale, a cui ha preso parte Vincenzo Stagno del Dipartimento di Scienze della Terra, che fornisce informazioni uniche riguardo la composizione chimica e mineralogica degli strati profondi della Terra, partendo da una microscopica sequenza di minerali scoperta all’interno di un diamante.


Decenni di studi sperimentali in ambito petrologico e mineralogico hanno portato alla scoperta di importanti minerali costituiti per lo più da magnesio, ferro, silicio e ossigeno (wadsleyite, ringwoodite, bridgmanite e ferropericlasio) e considerati essere rappresentativi della composizione mineralogica del pianeta a profondità maggiori di 400 km.

Attraverso simulazioni in laboratorio delle condizioni primordiali di pressione (mediamente sino a 250000 atmosfere) e temperatura (1600-2200 °C) è stato dimostrato che questi minerali furono tra i primi a formarsi man mano che il nucleo terrestre – una lega di ferro e nichel – solidificava a seguito del raffreddamento della palla di magma che costituiva il nostro pianeta più di 4.5 miliardi di anni fa. Eppure, la composizione chimica dell’interno della Terra risulta ancora poco nota, a causa delle scarse e complesse “osservazioni” dirette dei minerali intrappolati in quella che oggi risulta la materia proveniente dalle maggiori profondita’ della Terra, il diamante.

Pubblicato in Geologia

 

The current treatments against SARS-CoV-2 have proved so far inadequate. A potent antiviral drug is yet to be discovered. Lactoferrin, a multifunctional glycoprotein, secreted by exocrine glands and neutrophils, possesses an antiviral activity extendable to SARS-Cov-2.

We performed a randomized, prospective, interventional study assessing the role of oral and intra-nasal lactoferrin to treat mild-to-moderate and asymptomatic COVID-19 patients to prevent disease evolution. Lactoferrin induced an early viral clearance and a fast clinical symptoms recovery in addition to a statistically significant reduction of D-Dimer, Interleukin-6 and ferritin blood levels. The antiviral activity of lactoferrin related to its binding to SARS-CoV-2 and cells and protein-protein docking methods, provided the direct recognition between lactoferrin and spike S, thus hindering the spike S attachment to the human ACE2 receptor and consequently virus entering into the cells.

Lactoferrin can be used as a safe and efficacious natural agent to prevent and treat COVID-19 infection.

 

Read more : https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.08.11.244996v1

 

More informations: 

 https://scienzaonline.com/scienceonline-news/item/2661-immunoprotein-impairs-sars-cov-2.html

https://scienzaonline.com/scienceonline-news/item/2676-lactoferrin-as-potential-preventative-and-treatment-for-covid-19.html

https://scienzaonline.com/scienceonline-news/item/2661-immunoprotein-impairs-sars-cov-2.html

https://scienzaonline.com/medicina/item/2657-nox2-identificato-il-bersaglio-del-covid-19.html

 

 

Pubblicato in Scienceonline

La richiesta, partita dalle associazioni dei pazienti, è stata approvata dal Consiglio Regionale. Pinuccia Musumeci, presidente Toscana Donna: “Entro poche settimane è prevista la delibera della Giunta”. Gianni Amunni, presidente ISPRO: “Quattro trattamenti risparmiati ogni cinque esami eseguiti”


Ogni anno, in Toscana, si stimano circa 3.500 nuovi casi di tumore della mammella. Oltre il 70% presenta una malattia in stadio iniziale, positiva ai recettori ormonali e negativa alla proteina HER2. Per la prevenzione delle recidive, almeno il 50% di queste pazienti viene trattato con la chemioterapia associata all’ormonoterapia, dopo l’intervento chirurgico. Ma solo una percentuale decisamente inferiore ne trae benefici reali. Oggi è disponibile un test genomico con valore predittivo, cioè in grado di indicare se la chemioterapia è necessaria o bastano le cure endocrine. Un grande vantaggio per le pazienti, perché la chemioterapia può ancora causare pesanti effetti collaterali, con conseguenze sulla vita familiare e professionale. In Toscana, alle donne colpite da neoplasia della mammella sarà presto garantito il diritto di accedere gratuitamente al test, seconda Regione in Italia ad assumere questa decisione dopo la Lombardia (e la Provincia Autonoma di Bolzano).

Pubblicato in Medicina

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