Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso lo sviluppo di plastiche alternative che siano eco-compatibili e biodegradabili. «Quando diciamo bioplastica – continua la professoressa – ci riferiamo a un mondo complesso, perché ve ne sono di molti tipi: . Inoltre, l’utilizzo di additivi permette di raggiungere le performance desiderate dal settore merceologico di destinazione. Gli additivi utilizzati attualmente sono per la maggior parte composti di derivazione petrolchimica che rendono la bioplastica non completamente sostenibile, seppur siano in percentuali basse che vanno dall’1 al 5 per cento».
In questo contesto si inserisce la campagna di crowdfunding (link: http://sostieni.link/26193) lanciata da Paola Branduardi e dal team di Galatea Biotech, per focalizzare la propria ricerca sullo sviluppo e produzione di un nuovo tipo di bioplastica, nello specifico di un materiale a base di acido polilattico (PLA), partendo da processi che sfruttino biomasse e fermentazioni microbiche. «Il PLA è una bioplastica virtuosa in quanto presenta caratteristiche tecniche simili alle classiche plastiche di origine fossile, ma può derivare da fonti rinnovabili come biomasse e soprattutto è totalmente biodegradabile, compostabile in compostatori industriali e a fine vita non rilascia residui inquinanti», spiega la responsabile del progetto.
Con il primo step di raccolta fondi, «creeremo compound attraverso l’utilizzo di biomateriali biodegradabili, come per esempio gli scarti della produzione agro-industriale o loro derivati, miscelati al PLA e ne testeremo le proprietà fisiche e meccaniche». Ciò sarà possibile anche grazie al contributo di Corepla, consorzio nazionale che opera nell’ambito della raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica e che al raggiungimento di metà del target (5mila su 10mila euro) raddoppierà il budget a disposizione dei ricercatori. «Se supereremo il target iniziale – continua Branduardi – realizzeremo con il nuovo materiale alcuni prototipi di oggetti caratterizzati da un design che ne aumenti il valore, e quindi la durata del ciclo di vita».
Per chi sceglierà di contribuire alla campagna di crowdfunding sono state pensate ricompense speciali: penne, tazze, borracce e lunch box e piante, tutto sotto il segno della sostenibilità. «Considerato l’impatto qualitativo e quantitativo della plastica tradizionale nella nostra società, è davvero impensabile immaginare di potere, dall’oggi al domani, sostituire completamente quanto esistente. Ma è altrettanto vero che la transizione deve cominciare. Noi vogliamo dare il nostro contributo», conclude la ricercatrice.