Venerdì 3 marzo ore 17:30, via Nomentana 125
Nei gusci d'uovo la storia evolutiva dell'uccello elefante del Madagascar

Uno studio internazionale, a cui ha partecipato l’Università di Torino, rivela importanti informazioni molecolari in substrati finora poco studiati, che possono far luce sulle antiche relazioni tra umani e animali.
L’Università di Torino ha partecipato allo studio “Molecular exploration of fossil eggshell uncovers hidden lineage of giant extinct bird”, pubblicato martedì 28 febbraio sulla rivista Nature Communications. La ricerca, frutto di una collaborazione tra numerosi Atenei, offre nuove informazioni sulla storia del misterioso “uccello elefante” che andò incontro ad estinzione circa mille anni fa, quando i primi gruppi umani arrivarono in Madagascar.
I rari resti scheletrici dell’uccello elefante non consentono di determinare con certezza il numero di specie una volta esistite, né tantomeno la loro distribuzione geografica, ma le biomolecole preservate in frammenti di guscio d’uovo datati a circa seimila anni fa hanno ora potuto migliorare la conoscenza dell’evoluzione e biodiversità dell’uccello elefante.
La prima domenica del mese di marzo ingresso gratuito in musei civici e siti archeologici di Roma

Entrata gratuita per tutti il 5 marzo, prima domenica del mese, nei Musei civici e in alcune aree archeologiche della città come il Circo Massimo (dalle ore 9.30 alle 16.00, ultimo ingresso alle 15.00) e i Fori Imperiali (ingresso dalla Colonna Traiana 9.00 – 17.30, ultimo ingresso un’ora prima). www.museiincomuneroma.it e culture.roma.it.
I musei civici aperti: Musei Capitolini; Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali; Museo dell’Ara Pacis; Centrale Montemartini; Museo di Roma; Museo di Roma in Trastevere; Galleria d’Arte Moderna; Musei di Villa Torlonia; Serra Moresca di Villa Torlonia; Museo Civico di Zoologia; Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco; Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese; Museo Pietro Canonica a Villa Borghese; Museo Napoleonico; Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina; Museo di Casal de’ Pazzi; Museo delle Mura; Villa di Massenzio.
Buchi neri: quale destino dopo la loro evaporazione?

Uno studio congiunto Sapienza-INFN ipotizza, attraverso complesse simulazioni numeriche, i possibili effetti del fenomeno di evaporazione dei buchi neri, la cui esistenza è stata prevista da Stephen Hawking. La ricerca è pubblicata sulla rivista Physical Review Letter.
Il destino dei buchi neri potrebbe essere quello di evaporare fino a dischiudere le singolarità gravitazionali altrimenti celate dall’inviolabile barriera rappresentata dall’orizzonte degli eventi, oppure assumere una forma stabile e paragonabile ai più suggestivi oggetti previsti dalla Relatività Generale di Einstein, i wormholes. È questa una delle conclusioni a cui è giunto uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica della Sapienza e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN), in collaborazione con una collega del Niels Bohr Institute danese, che, attraverso complesse simulazioni numeriche, ha esplorato per la prima volta, nell’ambito di una teoria della relatività generale modificata, i possibili esiti finali dell’evaporazione dei buchi neri, fenomeno previsto dal celebre fisico teorico Stephen Hawking. Il risultato, pubblicato sulla rivista Physical Review Letter, mette in evidenza l’importanza delle simulazioni numeriche (numerical relativity) per fornire nuove spiegazioni sul destino dei buchi neri, suggerendo al tempo stesso la possibilità di nuovi candidati di materia oscura formatisi alla fine della loro evaporazione nei primi istanti dell’universo.
Intelligenze artificiali per studiare i cetacei nel Golfo di Taranto

Tecniche di intelligenza artificiale combinate con dati dell’EU Copernicus Marine Service sono state per la prima volta applicate allo studio dell’habitat dei cetacei nel Mar Ionio settentrionale, con l’obiettivo di ampliare la comprensione della loro bio-ecologia e migliorarne la conservazione e la tutela. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha coinvolto Cnr-Stiima, Jonian Dolphin Conservation, Fondazione Cmcc e le Università di Bari e della Basilicata.
Con l’obiettivo di comprendere meglio habitat e usi dei cetacei, l’Istituto di sistemi e tecnologie industriali per il manifatturiero avanzato del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Stiima) di Bari ha condotto uno studio sfruttando per la prima volta tecnologie di intelligenza artificiale, in collaborazione con Jonian Dolphin Conservation (Jdc), Fondazione centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), Dipartimento di bioscienze, biotecnologie e ambiente e Dipartimento di informatica dell’Università di Bari e Scuola di ingegneria dell’Università della Basilicata. La ricerca è pubblicata su Scientific Reports.
Stratificazioni urbane - Mostra di Giuseppe Palermo e Daniele Cestari

La molecola NGF per limitare i danni cerebrali

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche ha messo a punto, in uno studio preclinico, un trattamento di somministrazione intranasale della molecola NGF che potrebbe limitare le conseguenze dei traumi cerebrali, come l’insorgenza di disabilità motorie. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista British Journal of Pharmacology.
L’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma, ha sviluppato un trattamento innovativo basato sull’inoculazione della molecola Nerve Growth Factor (NGF) per via nasale, che potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio.
AL KOSMOS DI PAVIA L’esposizione “Felini. Eleganza letale”

NATURALITER: 20 anni al servizio della Divulgazione scientifica e dell’amore per la Natura
Durante tutto il secondo millennio, ma forse anche da prima, l’uomo ha sconvolto tutti gli ecosistemi naturali del pianeta e, abbattendo o incendiando foreste, inquinando l’aria, l’acqua dei fiumi, dei mari e degli oceani, ha reso precaria la sopravvivenza di molte specie animali; tutto questo nell’indifferenza, o nella colpevole incoscenza, della maggior parte della popolazione, che lascia sfruttare e depauperare per il bene di pochi, un patrimonio naturale di incommensurabile valore, appartenente a tutti, ma del quale purtroppo quasi nessuno conosce l’esistenza e si rende conto dell’effettiva importanza.
Noi della Naturaliter da 20 anni, a modo nostro, combattiamo contro questo stato di cose, accogliendo, conservando, preparando e riproducendo tutto quello che serve per rappresentare e quindi far conoscere e divulgare la Natura, con tutte le sue meraviglie e i suoi tesori. Anche per questo abbiamo creato varie mostre naturalistiche nella speranza che, chi ci segue, si renda conto della bellezza che ci circonda, e venga stimolato ad informarsi per conoscere e per poter apprezzare tutti i paesaggi e gli ambienti naturali, gli alberi e gli animali, i fenomeni e i complicati processi ecologici che sostengono la Vita sul nostro pianeta.
Greenpeace pubblica una mappa dei danni ambientali della guerra in Ucraina

A pochi giorni dall’anniversario del conflitto in Ucraina, Greenpeace e la ONG ucraina Ecoaction pubblicano oggi una “Mappa dei danni ambientali” causati dalla guerra e per denunciare i gravissimi impatti sugli ecosistemi. Le due organizzazioni chiedono inoltre al governo di Kiev e alla Commissione Europea di istituire un fondo per il ripristino dell’ambiente, vittima silenziosa della guerra.
I dati, raccolti da Ecoaction e consultabili online, sono stati confermati dalle immagini satellitari e mappati da Greenpeace Central and Eastern Europe (CEE). La mappa illustra 30 dei 900 eventi raccolti, per evidenziare gli impatti ambientali più gravi. In base alle informazioni ufficiali, dall’inizio delle ostilità sono stati danneggiati circa il 20 per cento delle aree naturali protette del Paese, e 3 milioni di ettari di foresta, mentre altri 450 mila ettari si trovano in zone occupate o interessate dai combattimenti.
Archeologia: scoperta in Iraq una “taverna” con un antico frigorifero di 5000 anni fa

Il ritrovamento è stato fatto a Lagash dagli archeologi dell’Università di Pisa e della Pennsylvania University.
Una zona pranzo all'aperto con panchine, un forno, contenitori per la conservazione, antichi resti di cibo e persino un frigorifero di 5000 anni fa, denominato “zeer”, termine arabo che identifica la tecnica del “vaso nel vaso” per conservare bevande e alimenti. È quanto hanno scoperto gli archeologi dell'Università di Pisa impegnati, assieme ai colleghi dell'Università della Pennsylvania, negli scavi del Lagash Archaeological Project che, a fine 2022, hanno riportato alla luce quella che potrebbe essere una taverna del 2.700 a.C.
Un tesoro, quello ritrovato dall'equipe guidata dalla professoressa Holly Pittman della University of Pennsylvania e dalla professoressa Sara Pizzimenti del Dipartimento di Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo pisano, che si nascondeva a soli 50 cm dalla superficie e che oggi ci consegna uno spaccato di quella che doveva essere la vita quotidiana di una delle più importanti città-stato della Mesopotamia: Tell al-Hiba (l'antica Lagash).
Oli essenziali, i nostri preziosi alleati

Le principali proprietà
Gli oli essenziali, miscele molto complesse e profumate estratte dalle piante, sono sostanze ricchissime di proprietà per il benessere di mente e corpo.
Utilizzati dall'uomo da almeno 2000 anni, sono famosi per le infinite virtù. Per citarne qualcuna, gli oli essenziali agiscono attraverso le vie respiratorie rinforzando il sistema immunitario, hanno un alto potere antimicrobico, agiscono a livello del sistema nervoso influenzando in modo benefico le funzioni psichiche, le emozioni e l'umore. Hanno inoltre proprietà mucolitiche ed espettoranti, come l'eucalipto, il pino, l'incenso e il ginepro, antinfiammatorie, come la lavanda e la camomilla, digestive, come il finocchio, la menta e l'arancio amaro, rilassanti, come la melissa, la verbena, la lavanda e il sandalo. Insomma, le proprietà sono veramente moltissime.
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