
Ambiente (655)
Agricoltura: cambiare il mangime animale riduce il consumo di risorse naturali come suolo e acqua
17 Gen 2024 Scritto da Università degli studi di Milano
Uno studio sulla copertina di Nature Food apre nuovi scenari per la sostenibilità nei sistemi agroalimentari.
Uno studio pubblicato sulla copertina di Nature Food, frutto di una collaborazione tra il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Milano, evidenzia come
il maggior utilizzo di sottoprodotti nel settore mangimistico in un’ottica circolare possa portare ad un significativo risparmio dell’uso di suolo e di risorse idriche e quindi a una maggior sostenibilità dei sistemi agroalimentari.
Alla base del lavoro firmato da Camilla Govoni e Maria Cristina Rulli del Politecnico di Milano, Paolo D’Odorico della University of California at Berkeley e di Luciano Pinotti dell’Università degli Studi di Milano c’è una accurata analisi della competizione per le risorse naturali fra produzione di cibo animale e cibo umano e una ricerca di strategie per ridurre sia tale competizione sia l'uso insostenibile delle risorse naturali che da essa può derivare.
È di oltre 26 tonnellate il carico di “pellet” in plastica contenuto nel container che lo scorso 8 dicembre è stato disperso in mare dalla nave Taconao, al largo della costa del Portogallo.
Ora la marea di piccoli granuli di plastica bianca, miliardi di minuscole palline che vengono prodotte e spedite da una parte all’altra del Pianeta per essere utilizzate come materia prima per costruire oggetti di uso quotidiano, si sta diffondendo sulle spiagge di La Coruña e Mariña lucense, in Galizia, regione del nord-ovest della Spagna, e molti volontari si stanno muovendo per liberare le coste.
Il primo allarme alla giunta regionale è arrivato proprio il 13 dicembre, quando parte della marea di plastica ha raggiunto la spiaggia di Ribera (La Coruna). Ma solo il 5 gennaio l’amministrazione della Regione ha attivato il Protocollo di emergenza per inquinamento marino ma al livello più basso. Nella mattinata dell’8 gennaio la Procura generale per l’Ambiente spagnola ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.
Tracce di creme solari nelle nevi del Polo Nord
20 Dic 2023 Scritto da Istituto di scienze polari del Cnr, Università Ca’ Foscari Venezia; Università delle SvalbardUno studio condotto da ricercatrici e ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia, dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l’Università delle Svalbard, ha identificato la presenza di contaminanti ‘emergenti’ riconducibili ai prodotti per la cura personale nella neve delle isole Svalbard. Lo studio è stato recentemente pubblicato su Science of the Total Environment.
Ritrovate tracce di creme solari al Polo Nord, sui ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard. Si depositano soprattutto in inverno, quando sull’Artico cala la notte. A misurarne la concentrazione e spiegarne l’origine è uno studio condotto da ricercatrici e ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), in collaborazione con l’Università delle Svalbard. I risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica Science of the Total Environment.
Scoperta in Messico una specie unica di lucertola spinosa
18 Dic 2023 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Una ricerca, pubblicata sulla rivista Amphibia-Reptilia e frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Biologia e biotecnologie della Sapienza e l’Universidad Nacional Autónoma de México, ha individuato nella lucertola Sceloporus geminus una nuova specie caratterizzata da una combinazione unica di diversi caratteri tra i quali un particolare pattern cromatico del collare di squame presente alla base della testa
Una ricerca nata dalla collaborazione tra la Sapienza e l’Universidad Nacional Autónoma de México ha individuato una nuova specie di lucertola spinosa denominata Sceloporus geminus caratterizzata da una combinazione unica di diversi caratteri, tra i quali un particolare pattern cromatico del collare di squame presente alla base della testa. Questa specie, che in passato era stata confusa con altre, è stata scoperta nella regione più meridionale della catena montuosa Sierra Madre Orientale in Messico.
Cambiamento climatico: un fattore di rischio importante per l'asma in Italia
30 Nov 2023 Scritto da CNRIl clima sta cambiando rapidamente su scala globale: aumentano le temperature medie e i fenomeni meteorologici estremi, come le ondate di calore, la siccità e l’aridità. A formulare un’ipotesi sulla possibile relazione tra clima arido e incidenza dell’asma in Italia è un team del Consiglio nazionale delle ricerche, che riunisce ricercatori dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Cnr-Igag), Istituto di farmacologia traslazionale (Cnr-Ift) e Istituto di fisiologia clinica (Cnr-Ifc), in collaborazione con pneumologi, biostatistici ed epidemiologi di diverse università italiane (Verona, Ancona, Ferrara, Palermo, Pavia, Torino e Sassari). La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
Sabato 2 dicembre in piazza per ribadire "Lo stretto non si tocca"
L’Italia rischia sul ponte sullo Stretto di Messina due procedure d’infrazione comunitarie. Una per violazione della Direttiva Appalti (Dir, 2014/24/UE), per aver assegnato senza gara un’opera il cui costo eccede di più del 50% del valore del contratto iniziale. L’altra per violazione della Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) e Uccelli (Dir 2009/147/CE, ex 79/409/CEE) per l’incidenza negativa che il progetto avrebbe su una delle aree più importanti per la sosta e il transito degli uccelli migratori. Lo Stretto di Messina infatti ospita due Zone di Protezione Speciale (ZPS) tutelate dall’Europa: la Costa Viola (Calabria), i Monti Peloritani-Dorsale Curcuraci-Antennamare (Sicilia) e Area Marina dello Stretto. È il monito lanciato dal WWF a pochi giorni dalla manifestazione nazionale “Lo Stretto Non si Tocca” che si svolgerà a Messina sabato 2 dicembre (appuntamento alle 15.30 piazza Cairoli) indetta da associazioni e comitati locali alla quale hanno già aderito più di 60 tra associazioni, comitati, sindacati, soggetti collettivi nazionali e locali tra cui lo stesso WWF.
È l'acqua atlantica a rendere il Mar Mediterraneo "inclinato"
29 Nov 2023 Scritto da Università Ca Foscari VeneziaPerché il Mediterraneo è “inclinato”? Verso le coste africane il livello è più alto di circa 20 centimetri rispetto a quelle settentrionali. Il fenomeno è ben noto, ma a fornire una prima spiegazione di questa inclinazione e della variabilità intrinseca del Mediterraneo è uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Marine Science and Engineering da scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia, dell’Università Parthenope di Napoli e dell’Alfred Wegener Institute di Bremerhaven (Germania).
Il gruppo di fisici ed oceanografi coordinato da Angelo Rubino, professore di Oceanografia e fisica dell’atmosfera a Ca’ Foscari, ha studiato il comportamento del Mar Mediterraneo escludendo le interazioni tra mare ed atmosfera, quindi gli effetti dei venti, l’evaporazione, i fiumi, per citarne alcune.
Bocciata la proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno 2022 per dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030
UN VOTO PESANTEMENTE CONDIZIONATO DAGLI INTERESSI DI AGROINDUSTRIA
Con 299 voti contrari, 207 a favore e 121 astenuti, gli Eurodeputati hanno respinto la relazione Wiener che avrebbe rappresentato il mandato per i negoziati con Consiglio e Commissione. A rischio gli obiettivi fondamentali del Green Deal, delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030. Ora la strada della transizione ecologica dell’agricoltura è tutta in salita.
Se l’attuale legislatura europea doveva essere ricordata per l’adozione di un’Agenda Verde ambiziosa, il voto contro il Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) espresso dal Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo rappresenta un’importante battuta d’arresto per le ambizioni contenute nel Green Deal europeo. Un voto pesantemente condizionato dagli interessi privatistici di una parte dell’agroindustria.
La proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno 2022 per dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e limitarne fortemente l’utilizzo nelle aree sensibili urbane e ai siti Natura2000, ad eccezione di quelli autorizzati per l’agricoltura biologica e il controllo biologico, rappresentava una pietra miliare delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, già fortemente indebolite dal rinvio dell’adozione del Quadro legislativo sui sistemi alimentari sostenibili.
In Salento sopravvive uno degli ultimi pezzi di un antico ecosistema mediterraneo. Un’area protetta che contribuisce a mantenere viva la rete di biodiversità europea, e che deve essere "conservata, difesa e tutelata", come previsto dalla Direttiva Habitat del 1992. Ma questa zona sta per essere distrutta, se non faremo nulla per evitarlo.
Ignorando i vincoli ambientali di questi habitat prioritari, la Regione Puglia ha approvato la distruzione di circa 200 ettari di area naturale per l’ampliamento delle piste automobilistiche della Porsche.
Chiediamo alla Regione Puglia di sospendere la delibera di Giunta del 29 agosto 2023 con cui ha consegnato un’area protetta agli interessi di una multinazionale. Oltre a permettere la distruzione di un ecosistema raro, questo crea un precedente pericoloso per aggirare la protezione di altre aree naturali.
Come mappare e tutelare la biodiversità dei Poli – la proposta di un Team di ricerca internazionale.
È stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista «Nature Communications» l’articolo Multi-omics for studying and understanding polar life, che analizza i possibili effetti del riscaldamento globale sui poli e sulla loro biodiversità. L’articolo - frutto di una collaborazione internazionale delle più importanti istituzioni che si occupano di studiare gli
ecosistemi e gli organismi polari - valuta le potenziali minacce alle specie artiche ed antartiche dovute ai cambiamenti climatici. A far parte del team di ricercatori internazionale anche Tomaso Patarnello e Luca Bargelloni, docenti del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova.