
Ambiente (655)
The grass is greener where new public artwork can be found
01 Lug 2017 Scritto da Leicester, University of
Installation mowed into the grass at Leicester’s Abbey Park marks the opening of two exhibitions at University of Leicester arts centre
Installation forms part of ‘Leicester: Memories of Industry’, 10 June – 20 August at Attenborough Arts Centre. One man went to mow, quite literally, to create a stunning new outdoor art installation for the Attenborough Arts Centre, the University of Leicester’s arts centre. During the bright days of summer, the task of mowing the lawn is considered by most to be an inevitable chore. But artist Graham Ensor is using mown grass to literally imprint Leicester’s industrial past into its natural landscape, with an artwork created in the city’s Abbey Park for the public to appreciate and enjoy. The installation ‘Indus Tree – revolution’ forms part of ‘Leicester: Memories of Industry’, two new exhibitions by the Attenborough Arts Centre, the University of Leicester’s arts centre, from 10 June to 20 August that explores the influence of Leicester’s industrial legacy on its urban and natural landscapes.
Like many areas in Central Europe, large parts of the Black Forest are covered by spruce forests. These are particularly susceptible to climate change. Photo: Jürgen Bauhusertal_(Jürgen Bauhus)
Silver and Douglas firs could replace Norway spruce in the long run due to their greater resistance to droughts
As the climate change progresses, droughts are expected to become more and more common and more intense in Europe, as in many parts of the globe. However, many plants are not able to handle this kind of climate. This includes the Norway spruce, which is Germany’s most important commercial tree species and accounts for the majority of trees in the Black Forest. Valentia Vitali and Prof. Dr. Jürgen Bauhus from the Chair of Silviculture at the University of Freiburg are thus studying other types of needle-leaved conifers to find alternatives. Conifers play a far greater role in commercial forestry and climate protection than broad-leaved trees. In their article “Silver Fir and Douglas Fir Are More Tolerant to Extreme Droughts than Norway Spruce in South-Western Germany” published in the journal Global Change Biology, the scientists concluded that the native silver fir and the Douglas fir, which was imported from the Americas, are suitable tree replacements for the Norway spruce in the long run.
L’osservatorio Climatico-Ambientale di Isac-Cnr a Lecce
Un gruppo di ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Lecce ha pubblicato uno studio sui potenziali effetti dannosi causati a livello cellulare dal particolato atmosferico. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università del Salento, dimostra che il potenziale ossidativo dipende dalla composizione chimica del particolato più che dalla sua concentrazione
Che il particolato atmosferico – l’insieme di polveri o particelle solido-liquide sospese nell’aria - abbia effetti dannosi per la salute umana è cosa nota: per questo motivo, nella comunità scientifica internazionale, il potenziale ossidativo è sempre più studiato come indicatore di rischio. Ora uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Lecce dimostra come il potenziale stress ossidativo vari a seconda della composizione chimico-fisica e delle sorgenti del particolato stesso: la tossicità per la salute umana dipenderebbe sensibilmente, quindi, dalla ‘qualità’ del particolato più che dalla sua concentrazione. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università del Salento, è pubblicato su Atmospheric Environment.
Siamo al paradosso: l’Unione Europea è costretta a ricordare ad amministratori locali e regionali, nonché al governo italiano che l’inquinamento dell’aria da polveri sottili (PM10) sta provocando enormi impatti sulla salute dei cittadini italiani. La UE sottolinea che l’Italia è il Paese più colpito nella UE e l’Agenzia Europea per l’Ambiente calcola che il PM10 abbia provocato oltre 66 mila morti. Per il WWF la salvaguardia della salute dei cittadini italiani dovrebbe essere la prima preoccupazione di governi nazionali, regionali e locali, mentre mancano ancora serie politiche di sistema per affrontarne e abbatterne le cause, dal traffico all’energia e al riscaldamento. È necessario un provvedimento quadro che assegni target e compiti alle singole amministrazioni: un provvedimento concepito, da subito, in modo integrato con le politiche di decarbonizzazione che presentano un ventaglio di soluzioni che portano validi co-benefici anche per l’inquinamento (dall’uso delle fonti pulite e rinnovabili, alla elettrificazione dei trasporti, all’efficienza energetica negli edifici che diminuisce drasticamente le necessità di riscaldamento, ecc).
Rischi per l'ambiente dall'uso eccessivo di antibiotici nella zootecnia
29 Mar 2017 Scritto da Alessia Di Gioacchino
Con l'aumento della produzione zootecnica, per soddisfare le esigenze di una popolazione mondiale in crescita, è cresciuta a dismisura anche la somministrazione di antibiotici a bovini, suini e polli negli allevamenti di tipo intensivo. Si tratta di una pratica ancora vietata in Europa, ma praticata senza divieti in Cina e Stati Uniti. L’impiego è normalmente previsto per contenere infezioni e altre malattie fra capi che vivono fra di loro a stretto contatto, ma la FDA denuncia anche un uso superfluo per accelerare la crescita della muscolatura, in particolare nei bovini. Una stima parla addirittura dell'80 % di produzione di antibiotici negli Stati Uniti destinata all'allevamento. Questa tendenza sta facendo in modo che aumenti la resistenza dei batteri agli antibiotici all'interno del suolo, comportando rischi sulla reale efficacia di questi farmaci. Il loro impiego massiccio infatti svolge un 'azione sul suolo, ed in particolare sui microrganismi, che non va sottovalutata.
Gli effetti sulla nostra salute del cambiamento climatico
22 Mar 2017 Scritto da wwf comunicato stampa
I cambiamenti climatici, con le ondate di calore e l’aumento delle temperature, gli eventi meteorologici estremi come alluvioni e siccità aumentano i rischi per la salute e il benessere umano. Oltre ai danni diretti, gli impatti influenzano l’alimentazione, l’approvvigionamento di acqua ma anche la diffusione di malattie, tramite vettori come le zecche e la zanzara tigre asiatica che aumentano il rischio di insorgenza di patologie quali la malattia di Lyme, l’encefalite da zecche, la dengue e la febbre del Nilo occidentale. Secondo l’OMS tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico potrebbe causare circa 250.000 ulteriori morti l’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore. A livello globale, il numero di disastri legati al clima è più che triplicato dal 1960. Questi disastri si traducono in oltre 60.000 morti, principalmente nei paesi in via di sviluppo.
“Smartflower”: l’impianto fotovoltaico “girasole”che produce il 40% di energia in più…
18 Mar 2017 Scritto da Daniela Rosellini Accademia KronosLo “Smartflower”, è un innovativo impianto fotovoltaico ideato e realizzato da Alexander Seatek. E’ una sorta di fiore meccanico “intelligente”, che si comporta proprio come un girasole: al tramonto o in condizioni di forte vento, per evitare danneggiamenti, i suoi petali restano in posizione di riposo, ma all’alba, si riaprono automaticamente, a ventaglio, e formano una corolla che segue i raggi del sole, li incamera e li trasforma in preziosa energia elettrica pulita. Anche in presenza di tempo nuvoloso, però, il “fiore” hi-tech è in grado di svolgere la sua funzione.
Nuove immagini di Greenpeace mostrano quali sono i rischi della mancata protezione di aree di Foresta Amazzonica
03 Mar 2017 Scritto da GreenpeaceNonostante in Amazzonia la deforestazione sia aumentata del 75 per cento tra il 2012 e il 2015, il governo brasiliano starebbe pensando di ridurre la protezione di alcune aree intatte della foresta. Greenpeace è andata sul posto per documentare cosa rischiamo di perdere. Il governo Temer starebbe infatti per presentare al Congresso Nazionale una proposta per ridurre le Conservation Units – un potente strumento contro la distruzione delle foreste. Si prevede di cancellarne una e ridurre la superficie di altre quattro del 40 per cento. In una sola mossa si potrebbe togliere la protezione a un’area grande sei volte l’area metropolitana di Londra: circa un milione di ettari di foresta.
Idrogeno ed energia elettrica per il rifornimento del futuro - Al via il progetto europeo CH2P coordinato dalla FBK di Trento
03 Mar 2017 Scritto da Fondazione Bruno Kessler
Realizzare una nuova tecnologia ad elevata efficienza e limitato impatto di emissioni carboniche, in grado di generare idrogeno ed energia elettrica da impiegare nelle stazioni di rifornimento del prossimo futuro, per incentivare la sostenibilità nel settore dei trasporti. E’ questo l’obiettivo del progetto CH2P (Cogeneration of Hydrogen, Heat and Power using solid oxide based system fed by methane rich gases) coordinato a livello europeo dalla Fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento. Responsabile del progetto, avviato ufficialmente in febbraio a Bruxelles, è Luigi Crema che alla FBK guida l’Unità ARES, dedicata alla ricerca applicata sui sistemi energetici. “La Fondazione Bruno Kessler di Trento”, sottolinea Luigi Crema, “guiderà il Consorzio del progetto CH2P per sviluppare un’innovazione tecnologica in ambito energetico con una collaborazione estesa a livello europeo. In particolare verrà realizzato il prototipo di un impianto per la produzione di 100 kg di idrogeno al giorno, sufficiente a supportare un progetto pilota collegato alla mobilità. La tecnologia sarà poi scalata a dimensioni maggiori per poter alimentare flotte più estese di veicoli, come auto, autobus e treni. Il tutto nell’ottica di accelerare la transizione verso le tecnologie basate su idrogeno e combustibili alternativi, con nuove soluzioni per il mercato, a partire dal settore dei trasporti stradali che in Europa genera oltre il 40% delle emissioni di ossido di carbonio”.
28 febbraio a Bruxelles il Consiglio Ambiente. “L’Italia persegua davvero impegni Parigi e chieda obiettivi più ambiziosi per Emission Trading Scheme”
Greenpeace, Legambiente, WWF, Italian Climate Network, Coordinamento Free e Kyoto Club rivolgono un appello al Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti: l’Italia deve avere un ruolo propulsivo per rendere efficace il meccanismo dell’Emission Trading, non attestandosi su posizioni di mera difesa di alcuni settori e aiutando così mediazioni al ribasso, ma contribuendo a rendere davvero efficace lo schema quale strumento di lotta al cambiamento climatico e riconversione dell’economia. È essenziale che la UE riaffermi la propria leadership a livello globale sul clima.