Pubblicato studio sull'emicrania: nel 94% dei casi la terapia chirurgica è la soluzione

Università di Genova 13 Lug 2020

Quando il "mal di testa" è invalidante


L’emicrania e le cefalee muscolo-tensive sono due patologie estremamente comuni ed altamente invalidanti, la cui presenza influisce molto negativamente sulla qualità di vita dei pazienti affetti. Il dolore può essere continuo o pulsante, localizzato o generalizzato a tutta la testa, con eventuali irradiazioni al collo, alle spalle e (raramente) alle braccia, con presenza di nausea o vomito, fastidio alla luce, suoni, odori e al movimento.

I pazienti colpiti sono costretti ad assumere notevoli quantità di medicinali con, spesso, fenomeni di sovraccumulo ed effetti collaterali sgradevoli.
Recenti teorie relative all’insorgenza dell’emicrania e delle cefalee muscolo-tensive hanno confermato come queste, in molti casi, siano strettamente correlate all’irritazione di alcuni nervi superficiali, localizzati a livello della fronte o dello scalpo, compressi da piccoli vasi o muscoli circostanti, e che questi “punti scatenanti” (trigger points) possano essere eliminati mediante un intervento chirurgico mininvasivo.

I risultati dello studio: la terapia chirurgica mininvasiva funziona


Nell’ultimo numero della rivista scientifica internazionale di riferimento Plastic and Reconstructive Surgery GO, Edoardo Raposio, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università di Genova ha pubblicato un lavoro riassumente l’esperienza terapeutica degli ultimi 259 pazienti, affetti da cefalea muscolo-tensiva o emicrania, trattati chirurgicamente con una nuova terapia mininvasiva e con un risultato positivo nel 94% dei casi.
Tale tecnica, effettuata in anestesia locale con sedazione, indolore, consiste nella liberazione mininvasiva di alcuni nervi, l’irritazione dei quali causa l’insorgenza degli attacchi (in questo articolo c'è una descrizione più accurata del metodo). Le principali terminazioni nervose interessate possono essere localizzate, a seconda dei casi ed in ordine di frequenza, nella zona occipitale od alla base posteriore del collo (a scatenare la cosiddetta “cervicale”), nelle regioni temporali (in corrispondenza delle tempie), e/o nella regione frontale (di solito in prossimità delle sopracciglia).

Una soluzione pionieristica e di successo


Il Prof. Raposio da oltre un decennio coordina un gruppo (ora attivo presso la Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova) dedicato a tali metodiche, primo Centro del Sistema Sanitario Nazionale in Italia ad effettuare, con un elevato grado di successo, tali terapie, fra i primi in Europa per casistica e produttività scientifica.
L’approccio chirurgico è indicato quando l’emicrania o la cefalea sono farmaco-resistenti, oppure quando la terapia farmacologica causa effetti collaterali così importanti da renderla poco sopportabile ai pazienti trattati; non sono invece risolvibili tramite questa metodica le cefalee a grappolo o le cefalee secondarie ad altre patologie.
Gli interventi sono effettuati come Sistema Sanitario Nazionale, in regime di one-day surgery (una notte di degenza), e hanno la durata di circa un’ora.
L’esperienza del team coordinato dal Prof. Edoardo Raposio è stata oggetto, negli anni, di numerosi articoli scientifici internazionali, libri, capitoli di libri e presentazioni congressuali, a testimonianza della scientificità dell’approccio e della validità dei risultati ottenuti.

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