Lo studio, condotto in collaborazione con l’azienda Mibelle Biochemistry (leader mondiale nella produzione di principi attivi di alta qualità per l’industria nutraceutica), segna un importante passo avanti nella ricerca sull’healthy aging, e combina esperimenti in vitro e un trial clinico sui lavoratori dell’Ateneo tra i 45 e i 65 anni. «Le nostre ricerche hanno dimostrato come i partecipanti al trial abbiano mostrato un miglioramento significativo dei biomarcatori molecolari di invecchiamento biologico oltre a riportare un miglioramento della qualità della vita, in particolare nell’ambito fisico – spiega la prof.ssa Pavanello -, e i dati dei dispositivi fatti indossare per il monitoraggio hanno confermato una maggiore attività fisica e una qualità del sonno più elevata. Inoltre, i risultati biochimici suggeriscono un effetto positivo sui parametri infiammatori e renali, confermando il potenziale positivo dell’estratto di Monarda didyma L. come integratore per il benessere a lungo termine.»
Un approccio innovativo: dal laboratorio alla clinica
Lo studio, condotto dal BioAgingLab del Dipartimento di Scienze Cardio-, Toraco- e Vascolari e Sanità Pubblica (DSCTV) dell’Università di Padova, ha esplorato il potenziale geroprotettivo dell’estratto di Monarda didyma L. attraverso un approccio sperimentale combinato che include:
- Studio in vitro: le analisi cellulari hanno rivelato che l’estratto è in grado di ridurre lo stress ossidativo, rallentare l’accorciamento dei telomeri e proteggere il DNA dai danni, contribuendo così a limitare la senescenza cellulare e a preservare la funzionalità endoteliale.
- Trial clinico: lo studio “newaging” ha coinvolto 81 lavoratori dell’Università di Padova, monitorati per tre mesi con tecnologie avanzate, tra cui biomarcatori dell’invecchiamento biologico e dispositivi indossabili per l’analisi del sonno e del movimento. I partecipanti che hanno assunto l’estratto di Monarda didyma L. hanno mostrato un miglioramento significativo della lunghezza dei telomeri nei leucociti (LTL) e una stabilizzazione dell’età epigenetica (DNAmAge) ̶biomarcatori di invecchiamento biologico ̶, a differenza del gruppo placebo, che ha registrato un accelerato invecchiamento epigenetico e un aumento della metilazione di geni chiave legati all’età, oltre ad un accorciamento dei telomeri. «Il nostro studio si inserisce perfettamente
nelle politiche di invecchiamento attivo e sostenibile, promuovendo approcci naturali e sicuri per migliorare la salute nel tempo – conclude la prof.ssa Pavanello -, e dimostra come la Scienza, la Natura e le biotecnologie applicate alla nutraceutica possano offrire soluzioni concrete e scientificamente validate per contrastare l’invecchiamento biologico proiettandoci verso un futuro sostenibile e longevo.»