Addio a Jane Goodall, la scienziata che ha cambiato il nostro modo di vedere gli altri
"Non puoi evitare di trascorrere un solo giorno senza avere un impatto sul mondo intorno a te."
Si è spenta il 1° ottobre 2025, all'età di 91 anni, Jane Goodall, una delle figure più influenti del XX e XXI secolo. Primatologa, etologa, antropologa e instancabile attivista, Goodall ha rivoluzionato non solo il nostro modo di comprendere gli scimpanzé, ma anche di vedere noi stessi e il nostro posto nel mondo. La sua vita è stata un viaggio incredibile, segnato da scoperte rivoluzionarie e un impegno incrollabile per la conservazione e l'empatia.
Goodbye to Jane Goodall, the scientist who changed the way we see others
"You cannot get through a single day without having an impact on the world around you."
Jane Goodall, one of the most influential figures of the 20th and 21st centuries, passed away on October 1, 2025, at the age of 91. A primatologist, ethologist, anthropologist, and tireless activist, Goodall revolutionized not only our understanding of chimpanzees but also how we see ourselves and our place in the world. Her life was an incredible journey marked by groundbreaking discoveries and an unwavering commitment to conservation and empathy.
Discoveries that Redefined Humanity
It all began in 1960 when a young woman with no formal university training arrived on the shores of Lake Tanganyika, in what is now Tanzania. There, in Gombe Stream National Park, Jane challenged scientific conventions. Instead of treating chimpanzees as mere subjects, she gave them names and spent countless hours observing them up close, earning their trust.
Gaza, la fine di 25 anni senza polio: il collasso delle vaccinazioni fa riemergere la malattia
Per 25 anni, la Striscia di Gaza era stata un esempio virtuoso nella lotta contro la poliomielite. Grazie a programmi di vaccinazione efficaci e a una rete sanitaria capillare, la malattia era stata completamente debellata, offrendo un barlume di speranza e normalità in una regione segnata da decenni di tensioni. Oggi, quella vittoria è svanita, e il virus è tornato a colpire. La guerra in corso, infatti, ha distrutto le difese sanitarie che avevano protetto la popolazione per oltre due decenni.
I conflitti, terreno fertile per le epidemie
La storia ci insegna che i conflitti armati non portano solo distruzione, ma aprono anche la strada alle epidemie. Dalle piaghe medievali che si diffondevano al seguito degli eserciti, alle malattie che decimavano i soldati nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, la guerra e le malattie sono state da sempre compagne inseparabili. La distruzione delle infrastrutture, lo sfollamento di massa e il collasso dei sistemi sanitari creano un ambiente perfetto per la diffusione di malattie infettive che si credevano sconfitte. Il caso di Gaza non fa che confermare questa drammatica legge storica.
Gaza, the End of 25 years without polio: the collapse of vaccinations allows the disease to re-emerge
For 25 years, the Gaza Strip was a shining example in the fight against polio. Thanks to effective vaccination programs and a widespread health network, the disease had been completely eradicated, offering a glimmer of hope and normalcy in a region marked by decades of tension. Today, that victory is gone, and the virus has returned. The ongoing war has, in fact, destroyed the health defenses that had protected the population for over two decades.
Conflicts, a breeding ground for epidemics
History teaches us that armed conflicts don't just bring destruction; they also pave the way for epidemics. From the medieval plagues that spread in the wake of armies to the diseases that decimated soldiers in the trenches of World War I, war and disease have always been inseparable companions. The destruction of infrastructure, mass displacement, and the collapse of health systems create a perfect environment for infectious diseases that were thought to be defeated to spread. The case of Gaza simply confirms this dramatic historical pattern.
Non Solo Industria: L'Emergenza Piombo Nascosta nelle Foreste Pluviali del Mondo
Il piombo non è solo un problema delle aree industrializzate. Un recente studio condotto dall'UAB e dalla UB in una regione incontaminata dell'Amazzonia peruviana dimostra che questa tossina persistente rappresenta una crisi sanitaria inaspettata per le popolazioni indigene.
I risultati sono sbalorditivi: i livelli medi di piombo nel sangue superano di oltre il doppio la soglia di rischio (11.74μg/dL), con una percentuale che sfiora il 95% di adulti e bambini con esposizione pericolosa. Il piombo è noto per i suoi effetti deleteri su organi vitali e, in particolare, sul neurosviluppo infantile.
Il "Paesaggio Italiano" di Turner è il Ponte del Diavolo a Blera
Un'indagine scientifica ha rivelato che il paesaggio raffigurato nel dipinto incompiuto di William Turner del 1828, intitolato Italian landscape probably Civita di Bagnoregio, non è Civita di Bagnoregio (o Pitigliano), come si è sempre creduto, ma una veduta del torrente Biedano vicino al Ponte del Diavolo a Blera (Viterbo).
La Scoperta e lo Studio
La nuova e suggestiva localizzazione è frutto di uno studio condotto da Mauro Bernabei del CNR-Ibe e Stefano Celletti, direttore del Parco Marturanum, e pubblicato sul Journal of Cultural Heritage.
Il segreti del tocco della Venus flytrap: il sensore molecolare svelato
La Venus flytrap (Dionaea muscipula) incanta scienziati e curiosi da generazioni per la sua capacità unica: percepire il tocco di una preda nonostante la totale assenza di sistema nervoso. Fino a oggi, la componente molecolare che media questa sensibilità straordinaria era rimasta un mistero.
Il canale DmMSL10: la molecola sentinella del tocco
Grazie agli studi dell’equipe del Prof. Masatsugu Toyota e del Dr. Hiraku Suda presso la Saitama University, in collaborazione con il gruppo del Prof. Mitsuyasu Hasebe al NIBB, è stato scoperto che il canale ionico DmMSL10, concentrato alla base dei peli sensoriali, agisce come un sofisticato meccanorecettore.
“Questa ricerca ci ha permesso di visualizzare il momento preciso in cui uno stimolo fisico si trasforma in segnale biologico nella pianta vivente,” sottolinea Suda.
Dalla cellula all’azione: come nasce il segnale
Utilizzando piante di Venus flytrap geneticamente modificate per esprimere la proteina fluorescente GCaMP6f, il team ha impiegato la microscopia a due fotoni ed elettrofisiologia cellulare. Un lieve piegamento del pelo sensoriale provoca un innalzamento locale di Ca2+ e una variazione elettrica minima (potenziale recettore); uno stimolo più intenso genera invece un vero e proprio picco elettrico (potenziale d’azione) e una “onda di calcio” che si propaga dalla base del pelo alla lamina fogliare, innescando la chiusura.
Funghi magici, postpartum e neuroscienze: lo studio di UC Davis che cambia prospettiva
La promessa e il dubbio dei “magic mushrooms”
Negli ultimi anni, la psilocibina – principio attivo dei cosiddetti “funghi magici” – è stata proposta come potenziale rivoluzione nel trattamento delle patologie psichiatriche. Tuttavia, una nuova ricerca interdisciplinare condotta dall’Institut for Psychedelics and Neurotherapeutics (IPN) dell’Università della California, Davis, e pubblicata su Nature Communications, mette fortemente in discussione questa applicazione per la depressione postpartum.
Quando il trattamento “miracoloso” non funziona: risultati inattesi nella depressione perinatale
Un team dell’IPN guidato dal professor David E. Olson ha effettuato il primo studio sistematico sugli effetti della psilocibina in un modello murino di depressione postpartum. Contrariamente alle attese, la somministrazione del composto ha amplificato ansia e sintomi depressivi nelle mamme topo, dimostrando che “non tutte le condizioni mentali traggono beneficio dalle stesse terapie”.
Olson chiarisce:
“L’IPN ha dimostrato che una singola dose di un psichedelico può generare effetti benefici duraturi, ma il quadro è complesso in funzione della categoria di pazienti e del loro contesto neuroendocrino.”
Pioggia e cielo inquinato: le particelle atmosferiche e il loro inaspettato ruolo in agricoltura
Un legame complesso e controintuitivo
L'inquinamento atmosferico è universalmente riconosciuto come una minaccia per la salute umana e per gli ecosistemi. Le particelle sottili (PM2.5), prodotte dalla combustione di combustibili fossili, dagli incendi o sollevate dalle tempeste di sabbia, sono note per i loro effetti dannosi. Tuttavia, una nuova ricerca sta svelando un lato inaspettato e profondamente controintuitivo di questo fenomeno: in determinate condizioni, queste stesse particelle possono avere un effetto benefico sui raccolti agricoli, agendo come catalizzatori per la pioggia e aumentando la resilienza delle colture allo stress idrico. Uno studio condotto da un team internazionale di scienziati del clima e agronomi sta riscrivendo la nostra comprensione dei complessi legami tra atmosfera, inquinamento e agricoltura.
October 4, 1957: That Signal from the Sky That Changed the World
It was October 4, 1957. In Baikonur, Kazakhstan, the world held its breath. At 10:28 PM Moscow time, a deafening roar tore through the steppe's silence. The R-7 Semyorka rocket lifted off from the launchpad, carrying a revolutionary payload: a small, aluminum sphere weighing just 83.6 kilograms and measuring 58 centimeters in diameter. Its name was Sputnik 1.
That tiny artificial satellite, the first ever launched by humanity, had a simple but profound goal: to send a radio signal. Two long, slender antennas protruded from its surface, ready to broadcast the famous "beep-beep-beep" that, for 22 days, would mesmerize and frighten the planet.